Gli intasi derivati da PFU e le norme dell’Unione Europea: il punto

L’ ECHA, Agenzia europea delle sostanze chimiche, ha concluso la propria valutazione circa i limiti di sicurezza chimica dei derivati da pneumatici fuori uso per gli intasi sportivi e i parchi gioco.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 330

È in dirittura d’arrivo la procedura europea riguardante la sicurezza degli intasi derivati da PFU che vengono utilizzati nei manti in erba sintetica nonché per i tappeti antishock dei parchi gioco (ne abbiamo parlato già nella fase di consultazione pubblica).

ECHA, Agenzia europea delle sostanze chimiche (European Chemicals Agency) è un’agenzia dell’Unione europea con sede a Helsinki, istituita con un regolamento della Comunità europea nel 2006, ed ha lo scopo di promuovere l’uso sicuro delle sostanze chimiche nei confronti della salute umana e l‘ambiente.

Le prime occasioni di impiego di granuli di gomma come materiale di riempimento dei campi in erba sintetica ha visto l’utilizzo di derivati da pneumatici fuori uso, inizialmente senza un controllo sulla qualità del prodotto di origine. Nel granulo potevano essere mischiate diverse componenti estranee alla gomma (residui metallici, tessuti), e potenzialmente il prodotto poteva contenere tracce di idrocarburi policiclici aromatici (IPA), metalli e ftalati; era quindi in grado di rilasciare composti organici volatili e semivolatili. La presenza di queste sostanze pericolose ha suscitato, in passato, timori in merito alla sicurezza dei campi sportivi artificiali, anche per l’assenza di una chiara presa di posizione da parte delle autorità sanitarie.

Va detto subito che oggi la situazione è molto diversa: i granuli di gomma derivati dagli pneumatici sono separati dalle altre materie che costituiscono il pneumatico. Da cosa deriva quindi la preoccupazione emersa in tempi recenti relativamente a decisioni che sta per prendere la Comunità Europea in materia?

ECHA-logo-ritaglio

A giugno 2016, la Commissione europea ha chiesto all’ECHA di valutare se la presenza di tali sostanze nei granuli di gomma riciclati utilizzati nei campi sintetici possa mettere a rischio la salute della popolazione in generale, inclusi bambini, giocatori professionisti e addetti all’installazione o alla manutenzione dei campi.

L’ECHA ha valutato i rischi per la salute esaminando l’esposizione tramite contatto con la cute, per ingestione e inalazione. I risultati sono stati pubblicati a febbraio 2017 e la conclusione raggiunta dall’ECHA è stata che l’esposizione ai granuli comporta, al massimo, un livello di preoccupazione molto basso.

Il 30 giugno 2017, tuttavia, i Paesi Bassi hanno annunciato all’Europa l’intenzione di redigere un fascicolo riguardante eventuali restrizioni per limitare la concentrazione di otto idrocarburi policiclici aromatici nei granuli utilizzati come materiale di riempimento nei campi in erba sintetica.

Si è innescata così una procedura, a tappe ben definite, al cui termine, se i Paesi saranno d’accordo, il limite di concentrazione consentiti nella voce 28 dell’allegato XVII del REACH (regolamento dell’Unione europea, del 18 dicembre 2006, concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche), sarà portato dagli attuali 100 mg/kg per due Idrocarburi (e 1000 per altri sei) a 17 mg/kg combinati per tutti gli otto IPA.

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Oggi siamo alla fase finale della procedura: la Commissione ha ricevuto il 20 settembre scorso il parere favorevole finale dell’ECHA (qui il documento in lingua inglese), e il progetto di modifica dell’Allegato XVII dovrebbe essere adottato entro tre mesi.

Il limite massimo di concentrazione combinato per le otto sostanze proposto dall’ECHA è di 20 mg/kg.

 

È bene chiarire che oggi tutti i prodotti che nel nostro paese sono riconducibili alla tipologia dei granuli derivati da PFU si collocano largamente al di sotto dei 10 mg/kg: l’eventuale emanazione della norma restrittiva non avrà pertanto alcuna incidenza sul nostro mercato. Il riuso di materiali provenienti dalle gomme d’automobile, operato in sicurezza, rappresenta d’altra parte un’efficace modalità di riciclaggio di rifiuti speciali che graverebbero altrimenti sull’ambiente.