40 medaglie a Tokyo: ma che bravi questi italiani

L’Olimpiade atipica (per la data slittata di un anno e per l’assenza del pubblico dal vivo) si è conclusa con un vistoso successo dello sport italiano: un’eredità da non disperdere. Qui il medagliere.

Il momento decisivo per la vittoria nella staffetta 4×100, quando Desalu passa il testimone a Tortu per gli ultimi cento metri (foto Giancarlo Colombo/FIDAL).

E così, un’Olimpiade che fino all’ultimo aveva rischiato di essere annullata, per il timore della pandemia e per la sotterranea ostilità degli stessi giapponesi, si è rivelata un successo di portata storica almeno per lo sport italiano (e per l’atletica in particolare).

Seguite come non mai dal pubblico televisivo (nonostante le difficoltà dovute al mercato dei diritti di trasmissione) hanno segnato il record di medaglie per gli atleti italiani, e spesso grazie a nomi inattesi anziché dai “favoriti” della vigilia.

Quaranta medaglie vinte a dispetto delle difficoltà dovute alle restrizioni anti-contagio che hanno costretto, negli ultimi diciotto mesi, a rivedere i programmi di allenamento e hanno obbligato gli atleti, durante il lockdown più stringente, ad allenarsi nel cortile di casa o in palestre improvvisate (ne abbiamo parlato in questo articolo e in questa notizia).

L’impiantistica sportiva

Se il merito va alla tenacia di allenatori e tecnici, oltre alla volontà dei singoli, dobbiamo considerare la condizione degli impianti sportivi in Italia, che, sappiamo, non è delle migliori ma che è in continuo sviluppo, come vediamo dalle pagine di Tsport e di Sport&Impianti.

Se i meriti vanno dunque agli uomini e alle donne che hanno lavorato sulla preparazione olimpica negli ultimi cinque anni, dobbiamo trarre lo spunto di questo successo mondiale – e dell’eco che avrà sul desiderio generale di sport – per rafforzare la disponibilità di risorse da impiegare nell’impiantistica.

Ricordiamo che sul piano delle capacità progettuali e tecnologiche abbiamo in casa tutte le risorse necessarie; anzi, la pista rossa dello Stadio Olimpico di Tokyo è un prodotto italiano che ha contribuito con le sue qualità tecniche alle performance ottenute nell’atletica leggera.

Infatti, in base a un accordo siglato nella primavera del 2019, è la Mondo il fornitore ufficiale della pista e delle attrezzature per l’atletica leggera. Il manto sportivo, installato in quell’anno, è stato ottimizzato specificatamente per Tokyo, inserendo nella superficie innovativi granuli di gomma vulcanizzata che ne migliorano l’elasticità e uniformità, mantenendone i livelli di performance dinamica e la capacità di ridurre l’affaticamento degli atleti.

Ed ecco il medagliere italiano della 32ma Olimpiade (clicca per ingrandire le tabelle):