Racchette

Brevi considerazioni sugli sport oggi emergenti: dal padel al pickleball.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 348
(Shutterstock)

La prima volta che il padel ha fatto la sua comparsa sulle pagine di Tsport risale al 2018, con la presentazione di una copertura specifica per questo gioco. Maggior spazio gli fu dato all’interno dello Speciale Tennis nel 2019, ancora nell’incertezza se chiamarlo col nome spagnolo o all’inglese, paddle.

Sono passati solo tre anni, e mai nessuno sport ha mostrato un boom di tale entità: i club affiliati alla FIT (Federazione Italiana Tennis) che erano 361 nel 2019 sono oggi (al 1° dicembre) 1402, mentre i campi, che aumentano di giorno in giorno, superano probabilmente i 6.000. Su Tsport si susseguono ormai in tutti i numeri le notizie e i servizi sui nuovi centri padel, piccoli e grandi.

Il buon vecchio tennis, che ebbe un boom ai tempi di Panatta e Barazzutti, aveva perso appeal negli anni ’90 quando tanti campi venivano trasformati in campi da calcetto. Con la ripresa dell’effetto-racchetta alla svolta di questo secolo, al tennis si è andato affiancando il padel, più “facile” da giocare e di miglior resa economica per il gestore. Oggi, con il boom del terzo decennio, è spesso il calcetto che viene trasformato in padel.

Ma intanto, andando ancor più in economia di scala, ecco affacciarsi una racchetta più leggera, con una pallina traforata, e un campo che dai 20×10 metri del padel, richiede ancor meno spazio: il pickleball, che dalle prime esperienze pionieristiche comincia oggi a diffondersi nei circoli italiani di padel e di tennis.

A questo punto, riducendo ancora la dimensione della racchetta e il peso della pallina, non ci resta che giocare sull’ultimo campo possibile: il tavolo da ping pong.