Arup e il Franchi di Firenze: qualche considerazione

Il restyling dello Stadio Franchi di Firenze ha un protagonista: Arup. Luci e ombre sul progetto vincitore e sui tempi di realizzazione.

Un rendering del progetto Arup (Comune di Firenze).

Con la presentazione del progetto vincitore durante la serata di gala del 7 marzo, nel Salone del Cinquecento di Palazzo Vecchio, si apre forse definitivamente il percorso verso il recupero dello stadio progettato da Pier Luigi Nervi ma con un punto interrogativo sullo sfondo riguardante il ruolo della Fiorentina, finora piuttosto silenziosa sull’argomento.

Il percorso di valutazione dei progetti proposti per il restyling del Franchi si era aperto nell’autunno 2021, con una prima lista di 31 candidature poi scese a 8 progetti finalisti entro la fine dell’anno. La commissione incaricata di valutare i progetti è stata presieduta dall’architetto Odile Decq, e composta dagli architetti Giovanna Carnevali (vicepresidente), Goncalo Byrne, Antonia Pasqua Recchia e Andy Simons, dall’ingegnere Carla Cappiello, dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt, da Luigi Ludovici, esperto gestione impianti sportivi e da Andrea Santini, esperto in gestione dello sport e impianti sportivi.

Il bando indetto dal Comune di Firenze era piuttosto chiaro sia nel merito tecnico, viste le osservanze e i vincoli architettonici posti dalla Soprintendenza, sia nelle tempistiche, dato che l’intervento verrà finanziato da una quota derivante dal Recovery Fund, o PNNR.

Considerazioni sul progetto vincitore

Nell’osservare i progetti finalisti, è interessante notare come la proposta vincitrice di Arup (vai alla notizia) risulti l’unica ad aver intrapreso una strada completamente diversa nell’estetica delle nuove porzioni costruite, con una traccia piuttosto minimale rispetto all’esistente. Mediamente, le altre proposte invece avevano puntato verso il potenziamento delle linee curve di base – già parte integrante della struttura storica del Franchi – immaginando l’inserimento di un catino sinuoso che si elevasse verso l’alto in modo evidentemente visibile.

Nonostante l’apprezzabile approccio rispettoso di Arup verso lo skyline di Firenze, già composto da architetture storiche ben conosciute e quindi volutamente non modificato dalla futura nuova immagine dello stadio (anche perché consigliato da un meccanismo di tutela UNESCO che comporterebbe ulteriori approvazioni a fronte di proposte di inserimenti invasivi), rimane personalmente qualche dubbio circa la possibilità di osare di più con il tetto del nuovo impianto.

Un’idea opposta, e percorsa in modo interessante da altre candidature aveva puntato su strutture maggiormente evidenti in altezza e definite principalmente da linee curve, quasi a potenziare e rinnovare l’eleganza stilistica dell’opera di Nervi. Così facendo, si sarebbe potuto sottolineare l’intervento come un nuovo segno visibile nel percorso architettonico della città. Una soluzione che forse avremmo preferito e che in questa sede vi proponiamo come giudizio soggettivo da considerare nel dibattito.

Nuovo Franchi, ora cosa succede?

Da un lato ci sono le tempistiche dell’intervento, dall’altro il ruolo della Fiorentina. Non è un mistero che il club viola, per volere del suo patron Rocco Commisso, abbia sempre puntato alla realizzazione di uno stadio totalmente nuovo (anche se nei primi mesi di presidenza l’idea principale era il restyling del Franchi, ma senza tutti i vincoli posti attualmente).

E, almeno in linea teorica (nonostante la presenza di Joe Barone, direttore generale del club, alla serata-evento per la presentazione del progetto vincente), la Fiorentina è rimasta molto fredda riguardo l’argomento restyling, che di fatto è un tema portato avanti dal Comune in prima persona.

Per quanto riguarda le tempistiche, il cronoprogramma è molto stringente perché guidato dal PNNR stesso: entro l’estate lo studio vincitore dovrà presentare lo Studio di Fattibilità vero e proprio, a cui seguiranno le valutazioni di Comune e Soprintendenza e l’approvazione della Variante Urbanistica. L’inizio dei lavori dovrà avvenire entro la fine 2023 con il completamento entro fine 2026, e 30 mesi di cantiere previsti (per come è pensato, l’intervento garantirà la continuità delle partite anche durante i lavori).

Un ultimo punto interrogativo, bisogna sottolinearlo, rimane circa la presenza della Fiorentina. Il progetto vincente – così come le altre candidature – immagina un Franchi solo per il calcio, quindi con l’idea che il club continui a giocare qui anche negli anni a venire. Ovviamente il Comune prova a invogliare la Fiorentina in questo senso (struttura moderna, spazi e servizi rinnovati) ma il rinnovato stadio non sarà una struttura polifunzionale e questo potrebbe diventare controproducente se la Viola decidesse di farsi uno stadio suo e il Franchi rimanesse a uso pubblico in carico al Comune, con un futuro sportivo tutto da inventare.

L’articolo completo di Antonio Cunazza è pubblicato su Archistadia.