A Milano si parla di riqualificazione della via nell’ambito del progetto “Piazze Aperte” realizzato in collaborazione con Bloomberg Associates, NACTO e GDCI: ma le pubblicazioni di queste Associazioni internazionali raccontano ben altro.
De minimis… l’ Urbanismo Tattico in via Pacini
(Foto BG/Sport&Impianti)
Il Comune di Milano riporta la notizia dell’inaugurazione di un intervento di Urbanismo Tattico in via Pacini (in prossimità di una delle uscite della stazione MM1 Piola) , avvenuta con una “festa” (nel rispetto del distanziamento sociale) domenica 6 settembre.
Si tratta della riqualificazione di un tratto della via effettuato con vernici e pennelli dai volontari di Retake Milano in base a un “Patto di collaborazione” tra Comune e cittadini, dopo che gli operai comunali avevano, nei mesi scorsi, posato nuove panchine e rastrelliere per biciclette.
Per una lunghezza di circa cinquanta metri, lo spartitraffico centrale (in parte già dotato di panchine e in parte sgombrato dalle auto in sosta) è stato colorato con campiture gialle e verdi, e arricchito di qualche altra panchina, due tavoli da picnic, rastrelliere per le bici.
Forse più efficace è la trasformazione di un incrocio con zone morte in un’oasi pedonale, come nell’esempio di via Venini: l’effetto è un po’ quello di Ernesto Calindri nell’antico spot pubblicitario del Cynar, i colori con il passare delle stagioni sbiadiscono, ma è almeno uno spazio “recuperato” all’uso.
In realtà, l’uso dei colori per vivacizzare uno spazio – peraltro già pedonale – è un’operazione veramente minimale rispetto a quello che dovrebbe essere un vero progetto di rivoluzione urbanistica.
È sufficiente rivolgersi alle stesse associazioni internazionali che prestano il loro nome come collaboratori al progetto milanese di “Piazze Aperte”, per rendersi conto dell’impegno che sarebbe richiesto in un vero progetto di “urbanismo tattico”.
Chi sono NACTO e GDCI
Global Designing Cities Initiative (GDCI) è un programma della National Association of City Transportation Officials (NACTO), organizzazione non-profit con base a New York, programma costituito da un team di progettisti, urbanisti e pianificatori. La GDCI si concentra sul ruolo critico delle strade all’interno degli ambienti urbani di tutto il mondo, impegnandosi a scegliere e condividere le “migliori pratiche” del settore. Ricordiamo che il progetto milanese di “Piazze Aperte” vanta l’appoggio di queste Associazioni (ne abbiamo parlato qui).
Nel 2016 NACTO e GDCI hanno pubblicato la Global Street Design Guide, basata su documenti come lo Street Design Manual di New York City e le Urban Street Design e Bikeway Design Guide realizzate negli anni precedenti. Finanziata da Bloomberg Philanthropies, la Global Street Design intende dare alle amministrazioni cittadine la possibilità di sviluppare al meglio il potenziale delle loro reti di spazi pubblici. Trattando le strade come spazi che integrano funzioni e usi diversi, la guida ha l’obiettivo di aiutare le città a trasformare le strade in luoghi sicuri, accessibili ed economicamente sostenibili.
Si legge nell’introduzione di Janette Sadik-Khan, Direttore di Bloomberg Associates e già Commissario del Dipartimento dei trasporti di New York City:
“Nell’ultimo secolo, le strade di tutto il mondo sono state costruite intorno alle automobili. Ampie corsie per il traffico e poco spazio per le persone sono diventate le regole della strada nella maggior parte degli angoli del globo, dividendo le città, soffocando la crescita economica e creando pericolose congestioni. Stanchi di aspettare che le autorità regionali o nazionali riparino a questi torti, una nuova generazione di pianificatori, ingegneri, urbanisti e abitanti delle città stanno lavorando per riprendersi le loro strade. Le strade da Buenos Aires a Bangalore sono diventate vetrine per nuovi progetti che mettono le persone al primo posto e trasformano le loro strade in luoghi sicuri, attraenti ed economicamente vivaci”.
Le indicazioni progettuali della Guida sono supportate dall’illustrazione di 70 case-study in città di tutto il mondo.
Le strade per i bambini
Ma non basta. È di poche settimane fa una nuova pubblicazione, sempre a cura di GDCI: Designing Streets for Kids, un ulteriore passo in avanti per la progettazione delle strade cittadine, basato sul principio di porre le persone al primo posto, con particolare attenzione alle esigenze specifiche dei neonati, dei bambini e di chi si prende cura di loro come pedoni, ciclisti e utenti dei mezzi pubblici nelle strade urbane di tutto il mondo.
In questo nuovo manuale il colore la fa da padrone, ma aspettiamo adesso di vedere qualcosa di nuovo anche da noi nei progetti di Urbanismo Tattico, ricordando che una rete di piste ciclabili e di piazze pedonali non si realizza con poche righe sull’asfalto.
Le due guide sono scaricabili gratuitamente dal sito ufficiale della GDCI: