Il “Villaggio Turistico Rurale” di Eraclea, il consumo di suolo visto dal Veneto

È stato presentato al pubblico il 5 settembre scorso il progetto del villaggio di Valle Ossi, attualmente all’esame della Regione per il rilascio del Provvedimento Autorizzatorio Unico. Turismo, sport e tutela ambientale tornano in competizione tra loro.

Rendering di progetto. Al centro l’area sportiva con le piscine; in fondo si distingue una darsena che nell’ultima versione presentata è stata eliminata.

Dopo la contestata pista di bob a Cortina d’Ampezzo, e dopo il “Bosco dello Sport” a Tessera, espulso dal PNRR, la Regione Veneto torna a stupirci con il progetto di Valle Ossi, un “Villaggio Turistico Rurale” esteso su 250 ettari a ridosso di uno dei rari tratti di costa veneta indenne dal turismo invasivo.

Il progetto, già presentato una prima volta nella primavera del 2011, quindi ripresentato nel novembre 2020 e oggi, dopo l’approvazione del Piano Urbanistico Attuativo (Deliberazione della Giunta Comunale n. 48 del 13/05/2021) modificato in alcune dotazioni (non c’è più la darsena da 150 posti barca ritagliata lungo il Canale) è stato presentato al pubblico il 5 settembre dopo che, in agosto, era stato avviato il procedimento per l’ottenimento del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale.

Il progetto

Dal punto di vista della gestione del territorio, già di per sé in un’epoca in cui la parola d’ordine è lo stop al consumo di suolo, urbanizzare da zero 250 ettari di terreni agricoli è una scelta fuori tempo. Se è pur vero che le prime voci di occupazione dell’area risalgono agli anni ’70 e si parlava allora di oltre un milione di metri cubi di cemento, non per questo può definirsi migliorativa la scelta di occupare l’area con una miriade di “case mobili” dando luogo a una sorata di “baraccopoli” come si evince dalle planimetrie progettuali.

È un po’ la logica che pervade il “Bosco dello sport” recentemente espunto – a ragione – dagli obiettivi del PNRR ma che si insiste a voler realizzare trovando altrove i fondi necessari. Per Valle Ossi, va detto, lo sport è il minore di mali: l’area dedicata – con 3 piscine coperte e scoperte,  15.000 mq di lagune e 40.000 di prendisole, oltre a 7 impianti sportivi multifunzionali comprendenti basket, volley, tennis, padel, – è compatta e tutto sommato limitata rispetto al resto.

Il core business dell’intervento (firmato dagli studi Agriteco, TA Architettura e H&A associati) è infatti il “villaggio open air”, esteso su 94 ettari e dotato di circa 3.000 piazzole per camper e case mobili e di una vasta gamma di servizi ricreativi, di ristorazione e commerciali; sarà in grado di ospitare fino a 12.000 visitatori al giorno per 1,2 milioni di presenze annue”.

Inoltre “la mobilità all’interno del village sarà al 100% green, caratterizzata da shuttle e trenini per gli spostamenti interni, ma anche dalla possibilità di accedere ai percorsi ciclopedonali per raggiungere con facilità la spiaggia, la laguna, la pineta e la foce del fiume”.

Il SIC “laguna del Mort e Pinete di Eraclea”

Queste ultime informazioni sono quelle che destano maggior preoccupazione. L’intervento, infatti, si colloca – senza toccarlo – a ridosso del SIC (Sito di Importanza Comunitaria) della Laguna del Mort, un ambiente venutosi a creare con l’abbandono, da parte del fiume Piave, del tratto terminale che conduceva alla foce. Si è qui creata una laguna circondata da dune, sia verso la campagna che verso il mare, coperte di vegetazione, il tutto raggiungibile oggi solo attraverso sentieri ciclabili o pedonali, assai poco battuti.

La relativa spiaggia, lunga 4 km, è pressoché deserta, a differenza delle affollatissime riviere di tutta la costa veneta, tanto che vi è consentita una frequentazione di tipo naturista.

Considerato che il “Villaggio” non ha sfoghi diretti sul mare, è immaginabile la pressione che le ventilate 12.000 presenze giornaliere andrebbero ad esercitare sulla adiacente zona naturalistica, resa in questo modo molto più accessibile; e ciò pur tenendo conto che “l’accessibilità e la fruizione dell’ambito della spiaggia del Mort, che ricade nel comune di Jesolo, sarà regolamentata da uno specifico accordo tra la Regione del Veneto (Parchi e Biodiversità), il comune di Jesolo, il comune di Eraclea e Human Company coinvolgendo anche le associazioni ambientali e naturiste del posto”.

Impensabile una difesa dell’area naturalistica e della sua spiaggia senza un rigoroso filtro agli accessi, e viceversa è impensabile un villaggio turistico con accesso limitato al mare.

La procedura

Il procedimento è stato avviato il 16 agosto; il pubblico può proporre osservazioni entro il 15 settembre; entro i successivi 30 giorni (15 ottobre) l’autorità competente può chiedere al proponente eventuali integrazioni; entro ulteriori 10 giorni da questa data (o dal ricevimento di eventuali integrazioni) dovrà essere convocata la conferenza di servizi, che dovrà concludere i lavori entro 90 giorni dalla prima convocazione.

La determinazione motivata di conclusione della conferenza di servizi costituisce il provvedimento autorizzatorio unico regionale e comprende il provvedimento di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e i titoli abilitativi rilasciati per la realizzazione e l’esercizio del progetto; la decisione di concedere i suddetti titoli abilitativi sarà assunta sulla base delle risultanze del provvedimento di VIA”.

Per completezza dell’informazione, il proponente è il Fondo Copernico – NAMIRA SGRpA, proprietario dell’area, insieme con Elite Vacanze Gestioni Srl in qualità di “promissario superficiario”.

Tutta la documentazione del progetto e dell’istruttoria è liberamente scaricabile dal sito dedicato della Regione Veneto.