La contestata pista di Cortina: quando una gara va deserta

La gara da 81 milioni per la realizzazione della pista di bob in vista delle Olimpiadi 2026, già oggetto di forti contestazioni, è andata deserta. Ora per tentare di eseguire i lavori in tempo, non resta che tentare una procedura negoziata.

La pista esistente negli anni ’60 (immagine tratta dalla relazione ambientale del progetto in gara).

Questo il comunicato pubblicato dalla SIMIS, l’ente appaltante della gara:

Si è conclusa oggi, lunedì 31 luglio 2023, la prima parte della procedura di Gara prevista per l’affidamento dei lavori relativi all’intervento “Cortina Sliding Centre – Lotto 2 – Riqualificazione Pista Eugenio Monti”, opera connessa alle Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano Cortina 2026. Al termine di questa fase non risultano pervenute offerte. SIMICO, la Società Infrastrutture Milano Cortina 2026, al contempo fa sapere che – come stabilito dalle norme vigenti – è già stata avviata nella giornata odierna la Procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara ai sensi dell’articolo 76, comma 2 del d.lgs 36/2023. La procedura ha tempi contingentati e potrà garantire il rispetto delle tempistiche indicate nel Disciplinare di gara relativo alla realizzazione dello Sliding Centre di Cortina”.

Già, come è noto, sono molte le voci di dissenso circa la realizzazione dell’opera, e altrettante quelle che la vogliono a tutti  i costi (per non cedere ad altre realtà geografiche il privilegio di ospitare le gare di bob e skeleton nel 2026); già i costi inizialmente indicati nel dossier di candidatura (47 milioni) sono triplicati (agli 81 dell’appalto in questione vanno aggiunti annessi e connessi: progettazione, demolizione della pista storica già in corso; ecc); il mancato interesse a partecipare alla gara da parte delle imprese di tutta Europa fa pensare che i costi paventati siano ulteriormente insufficienti.

D’altra parte, pe poter effettuare – come previsto dal CIO – gli “Event Test” nell’inverno 2024-25 il lavoro deve essere completato entro i prossimi 18 mesi.

La procedura negoziata senza bando, unica possibilità per andare avanti, comporterà – se ci saranno imprese che risponderanno all’invito – il doversi adattare alle richieste economiche di queste: e i costi non potranno che ulteriormente aumentare.

Alternativa finale, accettare l’aiuto di chi la pista ce l’ha già: Innsbruck per esempio, o la vituperata Torino con l’impianto di Cesana (per ripristinare il quale, tuttavia, pare sia già tardi).

Sicuramente di questo progetto – si realizzi o no – parleremo ancora, in quanto “esemplare” da più punti di vista.

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