Nuovo Codice dei contratti: il parere del progettista

A colloquio con l’architetto Marco Benedetti (studio28architettura), gli abbiamo chiesto un parere su alcuni punti del nuovo Codice, dal punto di vista del progettista abituato a trattare con le Pubbliche Amministrazioni.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 349
Immagini tratte dal progetto del palazzetto di Grassobbio (Bg), redatto dallo studio28architettura nell’ambito di un appalto integrato.

Architetto Benedetti, innanzitutto chiediamo un giudizio sull’impostazione generale del nuovo Codice, basata sul principio “del risultato”.

Sicuramente è un cambio di approccio: bisognerà vedere se veramente si riuscirà a metterlo in pratica. Credo che non sarà facile: ci portiamo dietro anni di esperienze in cui la paura di sbagliare da parte dei funzionari pubblici ha determinato spesso complicazioni e lungaggini. Certo, affermare che tutto deve essere finalizzato all’ottenimento di un risultato finale è sicuramente un cambio di passo importante: lo vediamo adesso con i progetti del PNRR, per i quali è necessario giungere al risultato finale, ma con une serie di complicazioni in termini di tempo e di adempimenti che certo non ci aiutano. Bisogna vedere se l’esperienza del PNRR ci aiuterà poi ad approcciare in modo diverso anche i progetti in futuro, non solo dal nostro punto di vista dei progettisti ma soprattutto da parte della stazione appaltante, lavorando tutti insieme con l’obiettivo finale di arrivare alla realizzazione dell’intervento.

Le Pubbliche Amministrazioni saranno all’altezza del compito?

Dipenderà, come sempre, dalle persone: già adesso c’è chi riesce a capire che l’obiettivo va raggiunto e cerca in tutti i modi di farlo, e c’è chi per una serie di motivi, non ultimo quello legato alle responsabilità, – come dire – complica un po’ il lavoro. Però diamo fiducia a quest’idea nella quale il fulcro è il raggiungimento dell’obiettivo finale. Credo che un po’ tutti ci stiamo facendo le ossa con il PNRR che di fatto ha dato un po’ le linee guida anche per quanto riguarda la parte progettuale per il nuovo Codice dei contratti.

Passando proprio al tema del progetto, la prima novità è la semplificazione dei livelli di progettazione.

È evidente che noi progettisti appena abbiamo visto che i livelli sono passati da tre a due ci siamo un po’ allarmati. Poi se guardiamo in realtà i contenuti del Progetto di Fattibilità, indicati nello specifico allegato, ci rendiamo conto che questo assume l’spetto di un progetto definitivo. Di fatto quindi sui 3 livelli di progettazione attualmente presenti viene eliminato il primo e non il secondo. Così facendo però, a mio avviso, viene a mancare il collante tra l’idea della Pubblica Amministrazione e il progetto: fino ad oggi le amministrazioni locali, con investimenti relativamente limitati, potevano farsi un’idea del progetto e soprattutto dei costi, che, come sempre nelle opere pubbliche, sono quasi sempre il punto cruciale su cui ruotano le scelte. Con le nuove regole, bisognerà invece passare attraverso un progetto di fattibilità che richiede approfondimenti tipici dell’attuale progetto definitivo: quindi con dei costi – relativamente ai compensi professionali – che sicuramente dovranno essere più alti rispetto al vecchio progetto di fattibilità. Le amministrazioni pubbliche dovranno decidere, quando vorranno fare un intervento, di investire sicuramente un po’ di più ed essendo molto più convinte dell’obiettivo che vogliono raggiungere investendo sulla redazione di un progetto di fattibilità che è già un progetto definitivo. Non dimentichiamoci inoltre che, con il progetto di fattibilità, soprattutto negli anni precedenti (di recente nei bandi viene richiesto già il progetto definitivo) era già possibile partecipare ai bandi di finanziamento: mancando questo strumento, i costi per le pubbliche amministrazioni, quantomeno inizialmente, aumenteranno. Da ultimo, non dimentichiamo che c’è anche il problema dell’ottenimento dei pareri (CONI, Vigili del Fuoco, etc), che venivano acquisiti sul progetto definitivo e che invece con il nuovo codice dovranno essere ottenuti con il progetto di fattibilità: occorrerà quindi modificare le procedure dei diversi enti che già attualmente in caso di conferenza di servizi preventiva non sono in grado di dare risposte certe.

Vediamo allora l’altra novità, la liberalizzazione dell’appalto integrato.

Anche il ritorno dell’appalto integrato è mutuato dal PNRR, dove è stato lo strumento utilizzato praticamente da tutti per consentire di rispettare i tempi. Va detto che alcuni operatori – mi riferisco a quelli che si occupano di partenariato pubblico privato, come noi peraltro – sono abituati a lavorare a quattro mani con l’impresa: nelle procedure di PPP, siano esse di finanza di progetto o di locazione finanziaria, si fornisce alla stazione appaltante anche il progetto oltre alla realizzazione (e alla gestione e al finanziamento a seconda dei casi). È innegabile però che con il criterio dell’appalto integrato il ruolo del progettista venga un po’ messo da parte, nel senso che l’obiettivo del progettista nell’appalto integrato pur dovendo raggiungere l’obiettivo posto dalla stazione appaltante deve in qualche modo seguire le linee dettate dal costruttore. Certamente, come sta succedendo nella maggior parte delle operazioni di PPP (con particolare riferimento alla locazione finanziaria), questa logica consente di accelerare sui tempi, perché l’affidamento del progetto viene unificato a quello della costruzione. Vedremo, tra qualche mese, con i progetti PNRR se anche con l’appalto integrato i presupposti di accelerazione saranno confermati. Per i progettisti che non sono abituati a lavorare con questi criteri è sicuramente un cambio di prospettiva: non è sempre facile lavorare con l’impresa, ma d’altra parte si può imparare anche molto progettando a quattro mani con il costruttore. Andranno piuttosto definite delle soglie al di sotto delle quali non consentire l’appalto integrato: a mio avviso l’ordine di grandezza del milione di euro dovrebbe essere un limite congruo.

Su Tsport 349, nell’ambito dello Speciale dedicato alle Pubbliche Amministrazioni, pubblichiamo il vostro progetto per il Palazzetto di Grassobbio, che è stato realizzato attraverso un appalto integrato, ma con una progettazione che risale a diversi anni addietro: uno degli ultimi appalti integrati consentiti prima dell’entrata in vigore del DLgs 50/2016. Che differenza ci sarà con le nuove regole?

Non dovrebbe essere molto diverso: il vantaggio rispetto al passato sarà che il progetto di fattibilità posto a base di gara, come abbiamo già detto prima, dovrà essere molto più approfondito, garantendo quindi minori imprevisti in fase di progettazione esecutiva e, successivamente, di costruzione. Anche in questo caso la tempistica sarà fondamentale: il bando dovrà seguire in tempi brevi l’approvazione del progetto di fattibilità onde evitare i possibili aumenti di prezzi che in questi mesi ci hanno accompagnato.

Vedremo dunque nella pratica come andranno le cose: ci saranno certamente aggiustamenti anche dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice, dettati dall’esperienza che andremo man mano facendo.

Certo l’introduzione di un nuovo Codice comporta per tutti la necessità di ripartire da zero, non sarà facile come sempre quando cambiano le regole: anche molti tecnici comunali con cui stiamo lavorando si dicono preoccupati. Una volta portati a termine gli impegni del PNRR è possibile che ci sia un rallentamento generale, un po’ per la diminuzione delle risorse e un po’ per la necessità di capire come funzionerà il Codice. Forse con gli appalti integrati del PNRR ci stiamo facendo un po’ tutti le ossa, anche se devo dire che, proprio per i tempi strettissimi, i progetti di fattibilità che avrebbero dovuto essere redatti secondo le linee guida del MIMS (riprese di fatto dal nuovo codice dei contratti) non sempre, anzi quasi mai, le hanno seguite completamente. Ancora una volta, noi progettisti, dovremo rimboccarci le maniche per affrontare questa nuova, ennesima sfida.

Vai all’articolo: Speciale Pubbliche Amministrazioni – Il nuovo Codice dei contratti pubblici.

Vai all’articolo: Nuovo Palasport a Grassobbio (Bergamo).

Qui sotto l’intervento dell’architetto Marco Benedetti al webinar del 13 marzo us, sul tema della proposta di modifica del codice dei contratti pubblici.