PalaTerni: Cinque domande agli architetti Luciano Baldi e Paola Margheriti

In occasione dell’articolo su Tsport a proposito del PalaTerni abbiamo intervistato i due architetti responsabili del progetto.

Tsport: Il PalaTerni viene finalmente realizzato, grazie a una formula di partenariato pubblico-privato. Dalla vostra esperienza, ritenete che sia la soluzione migliore per ottenere degli impianti che la Pubblica Amministrazione, da sola, non è oggi più in grado di offrire con risorse proprie?

Baldi-Margheriti: Crediamo che oggi sia probabilmente l’unica soluzione che permetta di studiare e creare le condizioni di fattibilità, in quanto garantisce il contributo e tutte le competenze per la necessaria determinazione della sostenibilità tecnico-economico-finanziaria alla base del closing realizzativo e gestionale delle opere pubbliche in generale e in particolare degli impianti sportivi.

TS: Nell’operazione di project financing, quale livello di sinergia è necessario tra i diversi soggetti (il Comune, l’investitore, il costruttore, il progettista)?
Avete avuto la piena libertà di intervento?

BM: La sinergia è alla base della buona riuscita delle operazioni di P.F. dove ognuno mette a disposizione le proprie specifiche, migliori competenze e ruoli nell’interesse comune di poter realizzare e garantire il miglior successo nel tempo avendo solo un interesse comune, quello di costruire l’opera pubblica nel minor tempo possibile e con le migliori qualità tecnico-prestazionali.

TS: Venendo al piano prettamente architettonico, nel 2014 Tsport ha pubblicato un vostro progetto per il palasport di Terni, si pensava destinato al futsal femminile. Il progetto di oggi è “figlio” di quello?
Quali differenze tra le due concezioni architettoniche e funzionali?

BM: Il concept è molto simile negli aspetti funzionali sebbene si limitasse all’oggetto ‘Palazzetto’. L’attuale progetto è fortemente contestualizzato in una vasta e strategica operazione di rigenerazione urbana con connessioni anche con il Parco fluviale e le sponde del fiume Nera, già in fase di avanzata riqualificazione.
Questo aspetto consente alle attività del Palaterni di interagire con gli spazi esteni nel caso di eventi musicali e quant’altro.

TS: Le problematiche dell’efficienza energetica, che negli ultimi anni stanno occupando uno spazio sempre maggiore nelle buone prassi oltre che nei dibattiti (si veda il webinar di Sport&Impianti che si è tenuto in gennaio), erano già presenti nei vostri precedenti progetti: credete che committenti e investitori siano oggi più consapevoli della necessità di dare importanza a questo aspetto, anche se può comportare un maggior costo iniziale?

BM: C’è un prioritario interesse del Concessionario-Committente che rientra del proprio investimento dallo sfruttamento economico pluriennale dell’opera realizzata, di far sì che la stessa costi sempre meno per la gestione energetica, garantendosi così minor costi e maggiori possibilità di attrattiva in termini di offerta sul mercato degli utilizzatori finali.
Quanto sopra spinge verso l’introduzione delle migliori forme di efficienza energetica in una logica industriale di verifica del reale rapporto costi-benefici.

TS: Veniamo infine al tema della professione: la crisi generale indotta dalle limitazioni imposte per far fronte alla pandemia ha inciso sulla vostra attività professionale? Come vedete il prossimo futuro per chi opera sul territorio (decisori, pianificatori, progettisti), può essere l’occasione di ripartire con una nuova consapevolezza?

BM: Nel nostro caso l’anno della pandemia ha coinciso con gli impegni progettuali del Palaterni, progetto definitivo ed esecutivo con le prime attività propedeutiche all’allestimento e inizio del cantiere che si sono svolte in pratica nell’arco del 2020. Le sinergie tra progettisti, committente e Amministrazione Comunale, accanto all’utilizzo di tecnologie avanzate di progettazione, quali il BIM, hanno consentito seppur in regime di smart working un controllo delle varie fasi della progettazione e il rispetto dei tempi contrattuali nei confronti della committenza e dell’Ente.
Riteniamo auspicabile, se non indispensabile, nel prossimo futuro lo sviluppo di tali sinergie tra i vari attori del settore, rese oggettivamente possibili grazie anche alle nuove tecnologie di progettazione integrata e comunicazione.