Prezziari regionali e impianti sportivi: un vuoto da colmare

Il Decreto “Sostegni Ter” ha rivalutato il ruolo dei prezziari regionali, ma per gli impianti sportivi c’è poca attenzione.
Anticipiamo, con questo intervento, parte di un’inchiesta che sarà sviluppata nel prossimo numero di Tsport.

A fronte dell’impennata dei prezzi delle materie prime verificatasi nell’ultimo anno, il Governo ha tentato di porre rimedio alla difficoltà di applicare una revisione prezzi negli appalti in corso stante la normativa ordinaria vigente.

Ultimo intervento lo si trova nel DL 27 gennaio 2022 n.4 (cosiddetto “Sostegni ter”) che, all’art. 29, detta “Disposizioni urgenti in materia di contratti pubblici”.

L’articolo disciplina la revisione dei prezzi, le compensazioni da riconoscere in presenza di variazioni dei prezzi dei materiali da costruzione, e, infine, i prezziari regionali impiegati per la stima dei lavori da porre a base di gara.

Tralasciando, in questa sede, la questione delle modalità di calcolo delle compensazioni, va osservato che i prezziari regionali vengono aggiornati con grave ritardo rispetto al mercato, e tuttavia devono essere fonte di riferimento per evitare l’arbitrarietà dei valori posti a base degli appalti.

La norma prevede (al comma 12 del citato art. 29) che entro il 30 aprile prossimo dovrebbero essere emanate apposite linee-guida per la determinazione dei prezziari regionali, “previo parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici e dell’ISTAT, nonché previa intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni”. Ben sapendo che la scadenza del 30 aprile non potrà essere rispettata e che comunque i prezziari emendati usciranno in tempi ancora successivi, la norma stessa prevede che, fino ad allora, le stazioni appaltanti potranno incrementare o ridurre le risultanze dei prezziari regionali, facendo riferimento agli esiti delle rilevazioni effettuate dal Ministero delle infrastrutture su base semestrale. Non tempi brevissimi, dunque.

La Conferenza delle Regioni e delle province Autonome, nella riunione del 2 febbraio scorso, ha discusso le “prime indicazioni relative alle misure operative da adottare per coordinare l’aggiornamento dei prezzari delle regioni e delle province autonome in considerazione dell’estrema fluttuazione del mercato delle materie prime e dei prodotti da costruzione”, che riassume le problematiche sopra esposte e suggerisce le prime modalità operative: vai al documento della Conferenza.

I prezzi delle opere per gli impianti sportivi

Se andiamo ad occuparci, in particolare, degli impianti sportivi, la problematica è ancora più ampia. Raramente, infatti, i prezziari regionali dedicano una casistica adeguata alle opere per lo sport.

In Lombardia è stato appena pubblicato il “Prezziario regionale delle opere pubbliche ed. 2022” (scaricabile in diversi formati da questo link).

Il volume relativo alle “Opere compiute” (codice 1U.07) riporta in tutto 130 prezzi, raggruppati in undici capitoli:

  • Pavimenti sportivi in gomma
  • Sottostrati con armatura in fibra di vetro
  • Pavimenti sportivi vinilici
  • Pavimenti sportivi in legno
  • Pavimenti sportivi in legno con sottocostruzione
  • Manti sintetici colati in opera
  • Pavimenti sportivi in erba sintetica
  • Segnature aree gioco
  • Pavimenti e rivestimenti per piscine
  • Pezzi speciali ceramica per piscine
  • Accessori per piscine

Si consideri che oltre la metà dei prezzi sono riferiti ai rivestimenti per piscine, dettagliati per formati e colori.

I prezziari di molte altre regioni ignorano però quasi del tutto la materia.

In mancanza di adeguato dettaglio, i computi metrici estimativi presentano nuovi prezzi calcolati ad hoc, o fanno riferimento al “Prezziario per impianti sportivi” edito meritoriamente da DEI in collaborazione con il CONI ma pubblicato ormai nel 2014 e non privo di refusi tipografici.

Quello che si osserva analizzando i computi metrici e, successivamente, i ribassi offerti in sede di gara, c’è una evidente sovrastima dei prezzi nelle pubblicazioni ufficiali, oppure una sottostima da parte dei progettisti e ancor più degli appaltatori, che per aggiudicarsi le gare devono volare basso.

A titolo di esempio, il solo manto in erba sintetica conforme al regolamento LND Standard, posato su sottofondo a drenaggio verticale (questo escluso), e intasato con prestazionale in gomma nobilitata, senza tappetino elastico, (la modalità più diffusa per i campi di calcio di ordinaria amministrazione), identico se pur descritto in capitolato con parole talvolta differenti, spunta questi prezzi:

– Prezziario Regione Lombardia (2022): euro/mq 45,88

– Prezziario DEI (2014): euro/mq 37,00

– CME appalto A (2018): euro/mq 32,50

– CME appalto B (2020): euro/mq 32,00

– CME appalto C (2020): euro/mq 31,00

Quello che abbiamo chiamato qui sopra “Appalto B” è stato vinto, nel 2021, da un’azienda che realizza impianti sportivi chiavi in mano, presente sulla nostra Mappa dei Fornitori, che adotta manti non di sua produzione, e che ha offerto un ribasso del 19,13%. In questo lavoro, le opere relative al campo di calcio in senso stretto (categoria OS6) erano pari al 54% del totale, il relativo sottofondo (OG3) al 27%, mentre il rimanente 19% era per l’adeguamento di spogliatoi, tribune e recinzioni esistenti (categorie OG1 e OG11).

Pur ammettendo che una parte del ribasso sia stato applicato alle opere accessorie, è evidente che il prezzo riportato dai prezziari ufficiali appaia incoerente con la realtà del mercato.

Ulteriori approfondimenti saranno contenuti in Tsport 344 (marzo/aprile 2022).

Vai ai prezzi di massima per la realizzazione di impianti sportivi nella sezione Strumenti per il progettista”.