Skyrunning, correre in alta quota

Nata agli inizi degli anni Novanta, la disciplina sportiva skyrunning si svolge solo in alta montagna tra sentieri, rocce, neve e morene. Alla corsa in alta quota è abbinata un’Associazione internazionale e una italiana, che organizzano eventi in tutto il mondo.

Letteralmente skyrunning significa “corsa del cielo”, o, più tecnicamente corsa in montagna sopra i 2000 metri di quota, dove la difficoltà di salita non supera il II grado e la pendenza è superiore al 30%.

Un po’ di storia

Nato come sfida per raggiungere la vetta più alta nel minor tempo possibile, partendo da una città o da un villaggio, lo skyrunning è stato inventato nei primi anni Novanta, dall’alpinista Marino Giacometti, che ha aperto la strada alle corse sul Monte Rosa e Monte Bianco, nelle Alpi italiane. Da allora questo sport è diventato sempre più popolare: oggi si svolgono più di 200 gare ufficiali nel mondo, con circa 50.000 partecipanti ogni anno da oltre 65 Paesi.
Oggi skyrunning rappresenta la vetta più alta della corsa outdoor, definita da un elevato tecnicismo. Si svolge in alta quota su percorsi ardui, tra salite e discese, tratti di arrampicata e su altitudini che raggiungono e superano i 2000 metri.

Skyrunning e trail running

Questo sport è diverso dalla classica corsa ed è anche differente dal trail running. La corsa in alta quota è un’attività estrema, in montagna; si corre su percorsi tecnici, dei quali al massimo il 15% può consistere in tratti asfaltati e può prevedere tratti di arrampicata da superare con funi e catene e tratti in discesa nei quali può essere richiesto l’uso dei bastoni da trekking.
Il trail prevede percorsi più lunghi e veloci ma su sentieri battuti o strade sterrate, non solo in montagna e le sue gare sono caratterizzate da elevati chilometraggi e pendenze che possono raggiungere anche i 5000 metri.

Uno sport per molti ma non per tutti

Per intraprendere questo tipo di corsa in ambiente montano, nella quale si arriva ad altitudini impegnative, superiori ai 2000 metri, bisogna essere realmente esperti.
Lo skyrunner corre in salita e in discesa e cammina, a volte con l’uso dei bastoncini o delle mani in caso di percorso in arrampicata.
Detto questo è ovvio che lo skyrunning non è per tutti: richiede abilità, ottima conoscenza della montagna, resistenza, capacità di muoversi in alta quota e senso dell’orientamento. Fare skyrunning non è solo questione di prestanza fisica: per correre in alta montagna bisogna essere anche in grado di acclimatarsi a quote maggiori di 2000 metri, dove si può sperimentare il mal di montagna acuto. Inoltre, i percorsi di Skyrunning non sono contrassegnati e per percorrerli ci si può affidare solo alle proprie capacità, a una mappa e a una bussola.

Le gare di skyrunning

Sono di tre tipi: Vertical, Skyrace, Ultra. L’International Skyrunning Federation (ISF) si occupa di questo sport a livello internazionale; consta di 41 nazioni e organizza diversi eventi, tra cui i Campionati Mondiali di Skyrunning, le annuali Skyrunner World Series e le National Series, i Campionati mondiali giovanili, quelli Continentali, i Campionati Mondiali biennali e il Circuito Verticale mondiale. La maggior parte delle gare è a numero chiuso per evitare un sovraffollamento che comporterebbe maggiori rischi di incidenti.
In Italia c’è la Federazione Italiana Skyrunning (FISky), che organizza il campionato italiano.
Se siete curiosi di vedere di cosa si tratta, ecco un video che riassume la stagione 2019 Skyrunner Workd Series: 7 mesi, 649 chilometri totali percorsi e oltre 50.000 metri di arrampicata.

(Crediti fotografici: in copertina, Shutterstock; in gallery, account facebook di ISF © jsaragossa e di FISky)