Stadio Ternana: i pareri e le procedure

Il paventato stop all’ennesimo progetto per la realizzazione di uno Stadio importante è frutto di una mancata chiarezza nelle procedure che vanno seguite (in Italia) per ottenere permessi ed autorizzazioni.

Rendering di progetto del nuovo Stadio (progetto Baldi Margheriti Associati).

A conclusione della Conferenza di Servizi che lo scorso 3 novembre ha espresso il parere sul progetto del nuovo stadio Liberati di Terni sono circolate dichiarazioni e interpretazioni decisamente pessimistiche, come se la Conferenza suddetta avesse bocciato l’intervento.

Detto in sintesi, la fattibilità economica del programma (come in tutti i casi simili di cui ben conosciamo le vicende) non sussiste se si realizza il solo impianto sportivo: la proprietà (qui la Ternana Calcio e, per essa, l’Università Niccolò Cusano) conta sulla realizzazione (e quindi sulla successiva gestione) di una clinica privata.

E tuttavia non poteva essere ignoto a tutti (a cominciare dalla stessa proprietà) che un conto è il procedimento (di natura urbanistico-edilizia, agevolata dalla cosiddetta “legge sugli stadi”) per il via libera alla realizzazione delle strutture (stadio, clinica, o quant’altro); e un conto è l’autorizzazione all’esercizio dell’attività sanitaria, privata e/o convenzionata con il SSN.

Il parere della Direzione Regionale Salute e Welfare è stato molto chiaro in tal senso: se la realizzazione della struttura sanitaria in sé può essere promossa dal Comune, il successivo esercizio dell’attività sanitaria non può essere valutato sulla base della documentazione progettuale, ma rientra nel quadro della programmazione sanitaria regionale e delle relative procedure autorizzative.

La bocciatura è dunque relativa all’ipotesi di utilizzare un procedimento unico per due fattispecie autorizzative completamente differenti.

La Regione Umbria, peraltro, poco dopo la Conferenza di Servizi (e precisamente il 9 novembre), ha deliberato un provvedimento che attiva la definizione del Piano dei fabbisogni in tema di Salute e Welfare, processo che “si concentrerà sia sull’individuazione dei posti letto accreditabili che di quelli autorizzabili, al di là dell’accreditamento stesso. Il Piano sarà proposto per delibera alla Giunta Regionale entro il 31 dicembre 2022 e diverrà la misura anche per il rilascio, in base ai posti individuati, dell’autorizzazione alla realizzazione delle strutture sanitarie”.

Fra gli elementi da mettere in conto nella programmazione dei posti-letto convenzionabili con il SSN, ci sono le risorse già messe in campo con precedenti provvedimenti: risulterebbe – ad esempio – già autorizzata per la provincia di Terni una casa di cura da 82 posti letto, cui si dovrebbero ora aggiungere i 100 posti richiesti a complemento dello Stadio. Si fa comunque intendere che la nuova clinica potrebbe rientrare nel Piano, aprendo successivamente la porta alle relative procedure autorizzative.

È comprensibile che, senza la certezza delle autorizzazioni all’esercizio dell’attività sanitaria e alla convenzionabilità delle prestazioni con il SSN, la fattibilità tecnico-economica dell’intero intervento sia al momento in dubbio.

D’altra parte, come in tutte le vicende dei Grandi Stadi che non si riesce a portare a conclusione, il rispetto delle (pur farraginose e prolisse) procedure, regole e norme, sarebbe sempre il percorso più sicuro.