Verso una nuova generazione di impianti sportivi – Parte seconda

Gentili lettori,
in un precedente articolo avevo iniziato a delineare le caratteristiche salienti che rendono gli edifici sportivi virtuosi sotto l’aspetto della sostenibilità complessiva utilizzando come certificazione di riferimento una delle più accreditate al mondo e cioè il LEED.
In questo numero proseguo l’analisi soffermandomi in particolare sugli aspetti qualificanti intrinseci delle strutture e cioè analizzando nel dettaglio il funzionamento del “sistema” edificio.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 314

Completata l’analisi dei fattori esterni che influenzano il giudizio del singolo edificio (localizzazione, presenza di un sistema di trasporti integrato, assenza o estremo controllo delle emissioni circostanti, assenza di stabili e costanti fonti di rumore, etc) passo quindi ad esaminare le altre categorie di requisiti la cui analisi, ed il conseguente soddisfacimento, sono essenziali nella classificazione finale di una struttura:
1) Gestione efficiente delle acque;
2) Aspetti conseguenti alla gestione dell’energia ed alle conseguenze della presenza dell’edificio nell’atmosfera;
3) Materiali utilizzati e risorse;
4) Qualità ambientale interna;
5) Coefficiente di innovazione garantito dal progetto.
L’esame delle sopraelencate categorie sarà necessariamente sintetico e si rimanda attraverso l’approfondimento indicato nella sitografia a corredo dell’articolo.
L’analisi riguardante la gestione efficiente delle acque prende in esame una serie articolata di aspetti che va dalla capacità di ridurre e controllare i consumi di acqua verso l’esterno e verso l’interno, la possibilità di contabilizzare e segnalare prontamente gli eventuali picchi negativi o le alterazioni di sistema, fino all’utilizzo dell’acqua delle torri di raffreddamento od in generale del riuso di quello industriale.
Tale capitolo assume maggiore importanza quanto più la latitudine si spinge verso i climi più estremi od aridi o nei paesi in via di sviluppo dove la captazione e la potabilizzazione delle risorse idriche rappresentano ancora uno sforzo particolarmente impegnativo.
La monitorizzazione e la contabilizzazione dei consumi devono essere inseriti necessariamente in un contesto che gli anglosassoni definiscono di “smart buiding” cioè quel processo in grado di creare edifici in grado di assommare ai prerequisiti di passività acustica e termica un funzionale sistema di controllo istantaneo dei principali parametri.
La seconda categoria elencata è quella che assomma il peso più rilevante in termini di punteggio premiante (31 punti su 110) e prende in esame quegli elementi tecnologici in grado di “leggere” concretamente la qualità dell’edifico. Ne fanno parte la preanalisi delle potenze energetiche interessate, la loro ottimizzazione d’uso (programmazione dei consumi stabili nelle ore più favorevoli della giornata), gestione di base dei fluidi refrigeranti, presenza di sistemi avanzati di contabilizzazione dei consumi, produzione energetica da fonti rinnovabili, utilizzo di energia verde e compensazione delle emissioni. A questi principali io aggiungerei anche l’oculata scelta degli elettrodomestici e di tutti gli apparecchi funzionali al comfort interno dell’edifico in un’ottica basso emissiva sia per quanto riguarda l’energia di funzionamento che di rumore.


Vi è poi la categoria relativa ai materiali utilizzati ed alle risorse, che in parte abbiamo già esaminato nello scorso numero, che riguarda sostanzialmente l’analisi del ciclo dei rifiuti sia prodotti nel corso della costruzione e soprattutto nel corso della gestione ordinaria dell’edificio. Si tratta di esaminare, ed opportunamente gestire, i tempi di stoccaggio momentaneo, i cicli di prelievo differenziato e l’inertizzazione visiva e degli stessi. Fa parte della categoria anche lo stoccaggio e la raccolta dei materiali riciclabili e soprattutto la verifica del periodo di vita dell’edifico ed il relativo controllo dell’impatto sul sistema ambiente: tutti noi conosciamo i nefasti esiti della abnorme produzione edilizia atta a colmare il disagio abitativo degli anni ‘50, ‘60 e ‘70 che ancora oggi rappresenta una delle cause principali della scarsa qualità dell’aria delle nostre città.
Per quanto riguarda la qualità ambientale interna vengono presi in considerazione numerosi aspetti di varia natura: si va dalle caratteristiche dei materiali utilizzati, al comfort termico, al valore delle prestazioni acustiche dei materiali, all’utilizzo o meno di spazi confinati per i fumatori, alla natura della luce e dell’illuminamento naturale ed artificiale fino alle caratteristiche degli affacci e della vista.
L’ultimo punto è, a mio avviso, uno dei fondamentali: probabilmente è anche poco premiato nella classificazione attuale (4 punti su 110) ma in un prossimo futuro c’è da augurarsi lo sia sempre di più . Il coefficiente di innovazione di un edificio rappresenta senza dubbio la vera espressione della volontà del committente e della professionalità del progettista e riguarda spesso un campo probabilmente ancora inesplorato: gli architetti in particolare, lo si sarà capito dalla elencazione dei parametri sopra riportati, sono molto più interessati alla scoperta di ambiti nuovi non ancora percorsi, ricercano costantemente l’ottimizzazione funzionale di un componente, di un materiale, perfino della relazione di uno spazio in un conteso ben definito. Non si potrebbe rappresentare altrimenti, soprattutto nella impiantistica sportiva, la primogenitura in certe soluzioni più volte rappresentate in questa rubrica dal sottoscritto: cito ad esempio l’utilizzo dei venti dominanti nell’orientamento degli edifici, la corretta scelta delle specie arboree interne ed esterne agli edifici, ai prolungati studi sull’uso di materiali passivi nell’involucro dell’edifico, etc.
Il fine ultimo di un qualificato team di progettisti non è solamente il mero utilizzo dei più innovativi apparecchi o l’uso delle più avanzate tecniche costruttive ma è soprattutto pervenire a quella ottimizzazione esemplare che rende assolutamente mirabile un progetto e la realizzazione ben congegnata.
Sitografia:
http://www.usgbc.org/resources/
http://www.certificazioneleed.com/edifici/