Costi e benefici dei grandi eventi sportivi

Di fronte alle difficoltà che stiamo dimostrando nel portare a temine (a volte anche a incominciare!) le opere necessarie allo svolgimento dei grandi eventi sportivi, viene da chiedersi quale sia l’effettivo vantaggio nel volersele accaparrare e se il bilancio costi/benefici sia alla fine positivo.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 355
Francobollo stampato in occasione degli Europei di Atletica svoltisi ad Atene nel 1969, con l’immagine di una staffetta moderna sullo sfondo di atleti tratto dal dipinto di un’anfora del 525 a.C (ph. Boris15/Shutterstock).

Tutte le analisi fatte sui passati Giochi Olimpici dimostrano innanzitutto che i costi sforano sempre, e di molto, i cauti preventivi iniziali (quelle invernali di Sochi nel 2014 sarebbero costate il 289% in più del previsto).

Richiamando delle analisi della Banca d’Italia (riportate da Eleonora Maglia per il Centro Luigi Einaudi) sugli effetti di lungo periodo di eventi come il Giubileo del 2000 e le Olimpiadi invernali del 2006, risulta che questi possono avere un’influenza duratura sui livelli occupazionali e sui flussi turistici, tuttavia gli effetti macro-economici complessivi sono generalmente transitori.

I reali benefici – a fronte dei costi ingenti – si hanno se si riesce a cogliere l’occasione per dare una svolta allo sviluppo sociale e territoriale delle comunità coinvolte nell’evento.

Purtroppo da noi questa logica viene applicata in modo distorto o quanto meno inefficiente: c’è la corsa a conquistare la candidatura con larghe promesse di una legacy sul territorio, ma cominciando subito dopo a scontrarsi con i meccanismi delle nomine nei comitati di gestione e della distribuzione dei fondi, ancor prima della defatigante procedura dei progetti, degli appalti, dei lavori da eseguire talvolta, paradossalmente, a evento concluso.

Che si tratti di errori nella concezione degli eventi, di lentezze burocratiche, di gelosie politiche, il risultato è sotto gli occhi di tutti, ancora una volta, con lo stato di avanzamento dei lavori per Milano-Cortina e per i Giochi del Mediterraneo, eventi da svolgere nel 2026 ma che ci sono stati assegnati nel 2019: oltre quattro anni persi e costi lievitati oltre misura.

Una conseguenza diretta dei nostri ritardi è la perdita di credibilità internazionale: già l’assegnazione dei Winter Youth Olympics del 2028, per i quali eravamo il candidato unico proponendo di riutilizzare gli impianti del 2026, è stata sospesa dal CIO in attesa di proposte alternative.

Del resto, chi può affrontare con leggerezza i costi dei grandi eventi è chi non ha problemi di bilancio: l’Arabia Saudita ospiterà nel 2029 i Giochi Asiatici Invernali, pur non essendo nota per le sue montagne innevate ma essendo l’unica disposta a spendere cifre enormi per poterli realizzare (leggi notizia qui).