Sulle nevi dell’Arabia Saudita

I Giochi Asiatici Invernali del 2029 si svolgeranno in Arabia, in un complesso futuribile alla cui costruzione partecipa anche l’Italia.

Cammelli sulla neve nella regione araba di Tabuk (foto Leo Morgan / Shutterstock).

È luogo comune associare l’Arabia Saudita ai torridi deserti di sabbia attraversati da carovane di cammelli sotto il sole.

Ma non tutta la penisola araba è così. Il lato occidentale, che si affaccia sul mar Rosso, è costeggiato da una catena montuosa che supera, nelle cime, i 2.500 metri. Se le zone meridionali sono molto calde, quelle al confine con la Giordania godono di un clima più temperato, tanto che nella regione di Tabuk nevica quasi ogni anno anche a quote intorno ai 1000 metri. La stessa Tabuk, che si trova a 778 metri sul livello del mare, ha visto la neve in 12 inverni negli ultimi 45 anni.

Si tratta naturalmente di pochi centimetri, e anche se le vette sopra i 2.000 sono favorite per la temperatura più bassa, la scarsità complessiva di precipitazioni fa sì che la formazione di un manto come quello alpino non è realistica.

I Giochi Asiatici Invernali del 2029

Non è quindi la neve il motivo per cui l’Arabia Saudita si è aggiudicata i Giochi Asiatici Invernali del 2029: è piuttosto l’unico Paese che può permettersi di investire cifre illimitate per realizzare un grande evento, sia pure continentale e non globale. Del resto, con i mutamenti climatici in atto, le località che possono degnamente ospitare gli eventi invernali sono sempre meno: si veda le Olimpiadi di Pechino, giocate interamente su neve artificiale.

Le Olimpiadi invernali saudite si terranno nella provincia di Tabuk, a Trojena, un luogo fino ad oggi inesistente, che fa parte di Neom, una città futuristica immaginata dal principe saudita Mohammad bin Salman Al Sa’ud e che verrebbe realizzata dall’omonima società interamente controllata dal Public Investment Fund (PIF), il fondo sovrano saudita.

Il 3 marzo 2022, il principe ereditario saudita lanciava il progetto Trojena, quale parte del piano Neom, destinato ad essere un grande insediamento per gli sport invernali all’aperto.

Il 4 ottobre 2022 a Phnom Penh, in Cambogia, l’assemblea generale del Consiglio Olimpico d’Asia (COA) ha deliberato all’unanimità di assegnare l’organizzazione dei X Giochi asiatici invernali del 2029 alla città di Neom.

A Trojena si potrà sciare tutto l’anno (immaginiamo non sulla neve naturale), e il complesso turistico comprenderà un sistema di tre dighe monumentali che alimenteranno un lago di acqua dolce su cui si potranno praticare altre attività sportive.

L’italiana Webuild (che abbiamo incontrato su queste pagine per la realizzazione delle opere connesse alla Metropolitana Milanese) si è appena aggiudicata un contratto di 4,7 miliardi di dollari per la realizzazione delle dighe e opere connesse, fra cui  l’avveniristico Bow, una struttura architettonica che estenderà la superficie del lago oltre il fronte della diga principale; avrà la forma di prua di una nave sospesa sulla valle, e ospiterà un hotel di lusso, oltre a un’area residenziale e un grande atrio centrale, con strutture ricettive. Il progetto del lago artificiale è firmato dal berlinese studio LAVA (Laboratory for Visionary Architecture).

Il direttore del progetto Lukas Kronawitter ha spiegato che il design del resort, che avrà 3.620 camere d’albergo, è stato direttamente ispirato dalle montagne e da altri elementi geografici della zona.

Accanto al lago, una montagna sarà sormontata dalla stazione sciistica anch’essa progettata da LAVA, mentre un’altra ospiterà un grattacielo progettato da Zaha Hadid Architects.