Il Movimento Olimpico e il cambiamento climatico

Lo IOC (Interational Olympic Committee) ha comunicato, a fine settembre, i vincitori dello IOC Climate Action Awards. Il Comitato è infatti molto attivo nel promuovere le azioni – da parte di Atleti, Comitati e Federazioni – finalizzate alla riduzione delle emissioni climalteranti: in questo quadro si inserisce il Premio suddetto.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 359
(Immagine International Olympic Committee).

Nella categoria Atleti sono state premiate Imogen Grant (canottaggio, Gran Bretagna) per il suo ruolo determinante nel lancio della Clean Water Sport Alliance; e Lina Taylor (beach volley, Bulgaria) per la sua attività di coaching non-profit sul clima.

Citeremo poi il premio al Comitato Olimpico Nazionale Svizzero, che ha ridotto le emissioni di CO2 del 66% nel 2023 rispetto all’anno precedente, soprattutto per aver scelto il treno al posto dell’aereo per gli spostamenti in Europa; ma anche per ché supporta economicamente le Federazioni nazionali e alle relative associazioni attraverso il “Swiss Olympic Climate Fund” nei loro sforzi di riduzione delle emissioni.

Più interessante dal punto di vista tecnico il premio assegnato alla Federazione Internazionale Hockey (FIH), che ha ridotto di circa il 60 percento l’uso di acqua sui campi da Londra 2012 a Parigi 2024, attraverso lo sviluppo dell’innovativa tecnologia “Dry Turf“, che riduce la quantità di acqua necessaria per i campi da hockey d’élite. L’obiettivo finale è sostituire i circa 2.000 campi da hockey artificiali a base d’acqua in tutto il mondo con manti erbosi asciutti, risparmiando circa 7,6 miliardi di litri di acqua all’anno.

Proprio a Parigi 2004 è stato inaugurato il primo anto erboso artificiale a zero emissioni a cura della FIH.

Nella sua attività contro le emissioni di carbonio, il CIO contempla fra l’altro la pubblicazione della “Carbon Footprint Methodology for the Olympic Games”, una guida estremamente dettagliata cui i Comitati Olimpici nazionali dovrebbero fare riferimento: come ha fatto Parigi, con alterni risultati, dato che il risparmio energetico dei Giochi pare si sia riversato soprattutto sugli atleti ospiti del Villaggio Olimpico, che hanno lamentato il vitto poco energetico, la mancanza di condizionamento negli alloggi e la scomodità dei letti (in cartone).

Quanto all’Italia e ai prossimi Giochi Olimpici invernali, annunciati al momento della candidatura come i più “sostenibili” di sempre, sembra che ci sia ancora molta strada da fare.