Lo Speciale pubblicato in Tsport 365 mette a confronto la dimensione dei più grandi impianti sportivi esistenti al mondo, con i grandi eventi sportivi di livello internazionale: e non sempre c’è corrispondenza fra questi e quelli. Qui parliamo delle prossime Olimpiadi invernali.
Speciale Grandi eventi
1 – Milano Cortina 2026 (XXV Olympic Winter Games)

La Ski Area delle Tofane, Cortina d’Ampezzo (foto Lu Mikhaylova).

L’Italia ha già qualche dimestichezza con le Olimpiadi invernali, e proprio Cortina d’Ampezzo fu la sede della VII edizione, di grande successo, nel 1956. In un’Italia in piena ricostruzione post-bellica, il CONI e il Governo profusero tutte le energie necessarie per realizzare le strutture e le infrastrutture che consentirono un’ottima riuscita dell’evento (sotto, un manifesto dell’epoca).
Mezzo secolo dopo, i XX Giochi invernali furono assegnati a Torino, dove si sono svolti dal 10 al 26 febbraio 2006, mentre i Giochi Paralimpici andarono dal 10 al 19 marzo.

Per Torino e le località montane del Piemonte ci fu un grande sforzo progettuale, con la realizzazione di nuove strutture e impianti sportivi (TSPORT seguì da vicino tutti i progetti nell’arco dell’intero 2005). Come è noto, diverse strutture realizzate per l’occasione hanno avuto poi molta difficoltà ad essere mantenute in efficienza, fino all’abbandono come – caso più emblematico – per la pista di bob di Cesana.
E infine il 24 giugno 2019, durante il 134º congresso del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) svoltosi a Losanna, l’Italia si assicurava l’organizzazione dei XXV Giochi olimpici invernali del 2026.
Su queste pagine (e su TSPORT) abbiamo seguito la nascita e la crescita di Milano-Cortina fin dalla presentazione del dossier di candidatura un anno prima: notammo allora (vedi TSPORT 321) che tutte le possibili candidate stavano man mano ritirando la loro opzione, ponendo qualche dubbio sulla sostenibilità economica dell’evento; in più avevamo forti tensioni interne tra le diverse realtà geografiche che intendevano essere sede dell’Olimpiade, tra Milano, Cortina e anche Torino.
Ma una volta partiti, decisa la candidatura congiunta delle due aree lombarda e veneta ed esclusa quella piemontese, l’assegnazione del giugno 2019 fu un momento di festa per Milano e per Cortina d’Ampezzo.
Al momento in cui prepariamo questo servizio, quando mancano quattro mesi all’apertura dei Giochi, abbiamo la ragionevole certezza che tutti gli impianti sportivi necessari saranno pronti in tempo.

Ma certo non tutto è andato per il verso giusto: se confrontiamo il dossier del 2019, le promesse non sono state interamente mantenute. Innanzitutto non si riuscirà a realizzare in tempo la maggior parte delle opere infrastrutturali che avrebbero facilitato il raggiungimento dei luoghi – peraltro assai lontani fra loro: saranno una eredità di cui beneficeremo negli anni successivi (e non è la prima volta che accade).
Non tutti gli impianti previsti si sono potuti realizzare o adattare; per alcuni di questi si sono dovute ridurre le caratteristiche non strettamente funzionali allo svolgimento delle gare; nel complesso, i costi sono stati notevolmente superiori al previsto, specie se rapportati a quanto si è potuto realizzare.
In un modo o nell’altro saremo comunque in grado di offrire un evento sportivo in regola, e prevale quindi una certa soddisfazione per esserci riusciti nonostante tutto.
Ecco dunque un quadro dei luoghi della XXV Olimpiade e Paralimpiade invernale.

Le cerimonie di apertura e chiusura
Con una candidatura congiunta di due diverse realtà geografiche, si sono previste locations diverse per le cerimonie iniziale e finale. I Giochi Olimpici saranno aperti al Milano San Siro Olympic Stadium – ovvero al vecchio Meazza di Milano; la cerimonia di chiusura è invece prevista alla Verona Olympic Arena, ossia l’Arena di Verona.


L’Arena di Verona è destinata anche ad ospitare l’apertura dei Giochi Paralimpici, che si chiuderanno invece allo Stadio del ghiaccio di Cortina (battezzato per l’occasione Cortina Curling Olympic Stadium).
Tra i mesi di novembre e dicembre, in concomitanza con la chiusura degli eventi lirici e degli spettacoli dell’Arena, sarà posata una passerella, larga 3 metri, progettata per garantire il passaggio di due sedie a rotelle e la rotazione su se stessa della sedia a rotelle. Le dimensioni e lo sviluppo della rampa sono vincolate da condizioni che non possono essere modificate per via delle peculiarità del monumento, ma questo non ha impedito un progetto in grado di garantire a tutti la visitabilità dell’Arena.
Gli impianti a Milano
Tre sono le strutture che ospiteranno gare olimpiche o paralimpiche in città e dintorni (Milano, Rho, Assago).
Innanzitutto la Milano Santagiulia Ice Hockey Arena, ossia il grande palasport progettato dall’archistar inglese David Chipperfield con Arup per conto di Cts Eventim, realizzatore e futuro gestore; un intervento realizzato dal privato, che potrà ospitare, in seguito, spettacoli ed eventi di vario genere. Un’arena ellittica a tre anelli, con un interno modulabile per eventi di ogni tipo, capienza 16.000 posti, pensando all’uso futuro dopo che per le Olimpiadi sarà la sede dell’hockey su ghiaccio. Superati i classici ricorsi che si subiscono in Italia circa la legittimità dell’assegnazione a questo specifico gestore, l’Arena – unico impianto costruito ex-novo – è in dirittura d’arrivo.


Qualche pecca? Non sull’impianto, ma all’esterno: la tranvia che avrebbe dovuto collegare le linee metropolitane M3 ed M4 sarà pronta solo a giugno del 2027, e sarà quindi necessario predisporre flotte di bus per garantire i collegamenti; peraltro il garage da 2.750 posti a 9 piani realizzato in adiacenza all’Arena sarebbe riservato ai soli staff agonistici. Saranno poi realizzati percorsi pedonali e ciclabili provvisori per agevolare l’accesso all’Arena durante i giochi, ma dovranno essere in seguito rimossi per consentire il completamento delle aree esterne.
Il Milano Ice Park, per alcune partite di hockey e per il pattinaggio di velocità, sarà un impianto temporaneo: dopo la rinuncia di Baselga di Piné ad implementare l’oval già esistente (ma non coperto), e il veto posto a Torino che un oval lo ha già in funzione, si è raggiunto un accordo con Fiera Milano che allestirà – in questi ultimi mesi – delle strutture provvisorie nei quattro padiglioni dell’estremità ovest della Fiera di Rho. L’intervento prevede l’installazione di strutture interne ed esterne dedicate alla configurazione funzionale degli spazi gara, tribune e strutture di supporto per il pubblico, moduli prefabbricati e cabine operative, tensostrutture e coperture per la protezione di aree di accesso, supporto logistico, hospitality e aree media, sistemi impiantistici provvisori.


Terzo impianto, la Ice Skating Arena: si tratta del noto Forum di Assago, che per le Olimpiadi perde temporaneamente la denominazione commerciale, un impianto polivalente che ha già ospitato i Campionati del Mondo di pattinaggio di figura nel 2018, e sarà teatro delle gare di short track e di pattinaggio di figura con impianti tecnologici completamente rinnovati.
Le Alpi Lombarde
Bormio e Livigno sono le località lombarde che parteciperanno essenzialmente con impianti sciistici. Lo Stelvio Ski Centre è costituito da una pista molto tecnica e impegnativa che scende da Bormio 3000 e ospiterà le gare di sci alpino nonché dell’esordiente disciplina dello sci alpinismo.



Nella conca di Livigno sono state scelte due località; al Mottolino, sul versante est della valle, si svolgeranno gare di snowboard e sci acrobatico in quello che è stato denominato Livigno Snow Park.
Sull’altro versante, al Carosello 3000, saranno allestite le piste di sci acrobatico per le acrobazie aeree e su dossi (“moguls”): l’impianto è chiamato Livigno Aerials & Moguls Park.
Va detto che le sistemazioni delle piste, pur già esistenti, stanno comportando movimenti di terra e abbattimento di alberi per adeguare i tracciati alle esigenze di gara, oltre alla creazione di bacini in quota per garantire l’innevamento artificiale. Anche a Livigno, inoltre, sono in corso lavori per la realizzazione di opere complementari (parcheggio coperto, funivia), anche abbastanza invasive, che non saranno però completate entro le Olimpiadi.
Cortina d’Ampezzo
Lo sci alpino nelle Dolomiti si svolgerà sulle piste delle Tofane (Tofane Alpine Skiing Centre), come già nelle Olimpiadi del 1956.
Sempre nell’area delle Tofane, e precisamente in località Socrepes, sarà realizzato, sulla storica pista San Zan, il Cortina Parasnowboard park, dove per la prima volta si svolgeranno le evoluzioni paralimpiche su snowboard.


Ed eccoci al discusso Cortina Sliding Centre. Come già ampiamente narrato nel reportage pubblicato su queste pagine (vedi TSPORT 356), quella che era stata presentata, nel dossier di candidatura, come una riqualificazione dello storico impianto di bob intitolato a Eugenio Monti e risalente alle Olimpiadi del 1956, è diventata una costruzione ex-novo previa la demolizione del vecchio manufatto. Infatti i requisiti tecnici di oggi risultavano incompatibili con il vecchio tracciato; ciò ha richiesto però massici interventi sui boschi circostanti, e soprattutto dei costi incompatibili con l’importo a base di gara, tanto che per due volte il bando di appalto è andato deserto.
Non volendo cedere all’invito – formulato dallo stesso CIO – a prendere in affitto una pista esistente all’estero, né tanto meno a ristrutturare quella dismessa di Cesana nel torinese, si è ovviato sfrondando, dal bando di gara, a parità di prezzo, tutto quanto non fosse strettamente indispensabile alla pratica sportiva (vie d’accesso, parcheggi, sistemazioni del terreno, coperture “sostenibili”, ecc.), riuscendo così ad affidare i lavori e a collaudare la pista in 300 giorni quando nessuna struttura del genere è mai stata realizzata in meno di 700 giorni.

A Cortina si giocherà anche il curling, all’interno del Cortina Curling Olympic Stadium, lo storico stadio del ghiaccio che per l’occasione è stato ampliato in alcune strutture, e che ospiterà, come si è detto, anche la cerimonia di chiusura delle paralimpiadi. Consegnato lo scorso 29 luglio, è oggi uno spazio all’avanguardia, progettato per accogliere oltre settemila spettatori e rispondere ai più alti standard richiesti da eventi sportivi internazionali.
Il Trentino-Alto Adige
Allontanandosi dalle Dolomiti bellunesi, rientrano nelle venues dei Giochi 2026 tre località del Trentino-Alto Adige: Anterselva, in provincia di Bolzano, Predazzo e Tesero in provincia di Trento.
L’ Anterselva Biathlon Arena sarà sede delle gare di biathlon. L’impianto ospita già i campionati del mondo di Biathlon e la Coppa del Mondo di Biathlon IBU.



A Predazzo sorge il Predazzo Ski Jumping Stadium, sede del salto con gli sci e della combinata nordica. Intitolato a G.Dal Ben, è stato costruito per la prima edizione dei Campionati del Mondo di Sci Nordico del 1991, e comprende in tutto 6 trampolini. L’impianto è stato riqualificato con la demolizione e ricostruzione di due trampolini, adeguando gli altri esistenti ai nuovi standard e tecnologie. Una novità in particolare è data dalla digitalizzazione dei trampolini per lo studio della dinamica del salto in collaborazione con il CERISM di Rovereto e l’Università degli Studi di Trento, una possibilità quasi unica in tutto il mondo.
A Lago di Tesero, infine, è presente il Tesero Cross-Country Skiing Stadium, un grande impianto sportivo intitolato a Fabio Canal, che ospiterà lo ci di fondo e la combinata nordica. Già sede di 3 edizioni dei Campionati del Mondo di Sci Nordico e di centinaia di gare di Coppa del Mondo, è stato interessato da alcuni lavori di rifacimento e miglioramento, che lo portano ad essere oggi adeguato ai nuovi standard internazionali.
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