Speciale: La dimensione dell’impianto sportivo
2 – Le grandi Arene coperte

Lo Speciale pubblicato in Tsport 365 mette a confronto la dimensione dei più grandi impianti sportivi esistenti al mondo, con i grandi eventi sportivi di livello internazionale: e non sempre c’è corrispondenza fra questi e quelli.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 365
Un evento della Chiesa di Cristo alla Philippine Arena nel 2014 (foto Judgefloro, lic. CC)

Passando dagli impianti scoperti a quelli al chiuso (da noi chiamati Palasport, internazionalmente Arena), troviamo ancora delle ampiezze esagerate nei paesi indopacifici. L’impianto coperto più capiente al mondo risulta essere la Philippine Arena a Ciudad de Victoria, circa 30 km a nord di Manila, con una capacità massima di 55.000 posti a sedere, ampliabile, per eventi speciali (come il concerto dei Coldplay del 19-20 gennaio 2024 che ne ha registrati 96.079) con altri 50.000 posti outdoor. Inaugurata nel 2014, la struttura è ancora una volta firmata da Populous.

A distanza da questo record, le più grandi arene mondiali superano di poco i 20.000 posti. Il Mineirinho di Belo Horizonte (Brasile) ne prevede 25.000; la Saitama Super Arena, in Giappone, e la SKA Arena di San Pietroburgo (Russia) 22.500. Fra gli impianti con poco più o poco meno di 20.000 posti sono comprese una decina di arene statunitensi in cui si gioca la NBA. Fra tutte ricordiamo la United Center dei Chicago Bulls (20.016 posti a sedere).

Le Arene coperte in Italia

In Italia, l’ordine di grandezza dei Palasport è pressoché dimezzato. Emerge fra tutti il Palasport Olimpico di Torino, nato come PalaIsozaki, che fu realizzato nel 2005 per le gare di hockey su ghiaccio delle Olimpiadi Invernali 2006. Disegnato da Arata Isozaki con Arup, contemplava 6.000 posti ampliabili a 14.000 con l’ausilio di tribune mobili. Oggi l’impianto è accreditato per 15.607 spettatori grazie all’ampliamento del parterre, ma per eventi non di tipo sportivo. Vi si giocano comunque tornei come le Final Eight di Coppa Italia di pallacanestro, finali di Kings League (Calcio a 7), le ATP finals di tennis.

Seguono, per ampiezza il Forum di Assago (Milano), (12.331 posti), che entra fra gli impianti di Milano-Cortina 2026, la Vitrifrigo Arena di Pesaro (12.323), il PalaEUR di Roma (11.500).

Tutti gli altri Palasport in Italia hanno oggi non più di 10.000 posti.

La classifica dei Palasport più grandi d’Italia potrebbe cambiare nel prossimo futuro, quando saranno completati gli impianti attualmente in costruzione.

Innanzitutto, è imminente il completamento della nuova Arena Polifunzionale Milano Santa Giulia, funzionale alle gare di hockey su ghiaccio delle prossime Olimpiadi invernali (ne parliamo più avanti nell’articolo dedicato); progettata da David Chipperfield con Arup, avrà una capienza di 16.000 posti. Va ricordato che la proprietà è di Eventim, una società che intende sfruttarla soprattutto per spettacoli, non è detto quindi che conserverà in futuro lo status di edificio sportivo.

È invece più esplicitamente dedicata allo sport l’Arena del Bosco dello Sport in costruzione nelle campagne di Tessera (Venezia). La vicenda che ha portato alla nascita di questo intervento è già stata ricordata a lungo su queste pagine. La costruzione avrà tre gradinate, di cui una retrattile, e dovrebbe avere una capienza di circa 10.000 spettatori (non emergendo quindi fra i grandi Palasport già esistenti). Progettato per diverse tipologie di evento, sarà comunque primariamente destinata a diventare la nuova casa della Reyer Venezia, società di pallacanestro.

Grandi impianti per grandi eventi

Dopo la panoramica sugli impianti sportivi più grandi del mondo o del nostro Paese, andiamo a scoprire – negli articoli che seguono – che rapporto c’è tra i grandi eventi e i grandi impianti. In realtà vedremo che le due sfere di interesse non coincidono quasi mai; anzi, nella politica attuale i grandi eventi mondiali sono orientati alla sostenibilità economica ed ambientale, cercando di privilegiare il reimpiego di strutture già esistenti, o di minimizzare le nuove costruzioni, con una particolare attenzione all’eredità che gli eventi lasceranno al loro seguito.

Come si vedrà, negli esempi degli eventi internazionali attesi per i prossimi anni, lo sforzo dei paesi organizzatori sarà proprio quello di non abbinare necessariamente il grande evento al grande impianto.

Beninteso, con l’eccezione di eventi come FIFA World Cup 2034 (di cui non parleremo in queste pagine), assegnata all’Arabia Saudita che intende sbalordire il mondo con i suoi 15 stadi, 11 dei quali tutti nuovi.

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