Ricostruzione dello Stadio Filadelfia a Torino

Costituito da due campi di calcio, separati dalla tribuna coperta, il nuovo Filadelfia è stato inaugurato il 25 maggio. Il campo da gioco principale è riscaldato e irrigato per gli allenamenti della prima squadra e le partite della “Primavera”, il campo 2 per gli allenamenti della “Primavera”.
I locali sotto la tribuna coperta sono destinati all’attività sportiva (spogliatoi del Torino F.C., della squadra Primavera, della squadra Ospiti, degli Arbitri, palestra con i relativi servizi, locali accessori, ambienti destinati allo staff tecnico, autorimessa interrata, locali di soccorso ed i servizi igienici destinati al pubblico a livello zero).
I lavori hanno riguardato anche: i due piazzali nord e sud con relative barriere, il piazzale della Memoria l’Obelisco con lo stemma del Torino e la biglietteria opportunamente restaurati.
È stato inoltre realizzato l’isolamento del pubblico dai reliquati delle curve Nord e Sud pericolanti, le barriere visive lungo le vie Filadelfia e Spano, e infine il restauro conservativo delle restanti porzioni della recinzione storica e l’integrazione delle porzioni mancanti.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 315

La storia
Il progetto della ricostruzione dello Stadio Filadelfia riguarda un impianto sportivo storico già presente nel lotto, che per la particolare storia, merita una nota introduttiva.
La costruzione del precedente impianto fu ideata dal Conte Enrico Marone di Cinzano nel 1926, con l’affidamento dei lavori all’ing. Miro Gamba docente del Politecnico di Torino e la costruzione a cura delle maestranze seguite dal Commendator Riccardo Filippa.
Alla partita di inaugurazione il 17 ottobre 1926 presenziarono il Principe ereditario Umberto II, la Principessa Maria Adelaide e 15.000 spettatori.
Questa struttura ospitò le partite casalinghe del Torino fino alla fine della stagione 1962-1963. Dal 1963 al 1997 l’impianto fu via via abbandonato subendo un degrado significativo. Il ’97 e il ’98 sono gli anni a cui risale la demolizione di due grosse porzioni dell’impianto, pericolanti e non utilizzabili. Grazie al movimento di opinione e di protesta dei tifosi del Torino si salvarono dalle demolizioni due porzioni della tribuna, le curve nordest e nordovest, alcune piccole porzioni della gradinata centrale, la biglietteria e l’obelisco.
I tentativi di ricostruzione dell’impianto furono numerosi ma senza risultati fino al 2011 quando la “Fondazione Stadio Filadelfia” firma l’atto costitutivo con l’obiettivo primario di rimettere in piedi e successivamente gestire il glorioso impianto storico che ospitò le imprese del Grande Torino fino al 1963.
Il progetto generale intende ricostruire, con moderni criteri, l’Impianto Filadelfia nel rispetto delle sue peculiarità (due campi da calcio) sottraendo l’area all’incuria ambientale nella quale, nonostante gli sforzi di molti tifosi, si trovava.
Nella cornice, un tempo della zona periferica, oggi centrale della Città di Torino, lo Stadio Filadelfia rinasce con la finalità di fornire un nuovo centro tecnico del Torino F.C.

La nuova tribuna coperta
Risulta essere la struttura più evidente e imponente dell’intera opera con uno sviluppo sia planimetrico che in alzato di grande rilievo ed impatto visivo.
Le dimensioni e lo skyline della costruzione sono state precisamente determinate dai livelli progettuali precedenti; la progettazione definitiva ed esecutiva ha assunto il compito di realizzarne l’ingegnerizzazione definendo nei particolari la distribuzione di tutti i locali stabilendo, in funzione di approfonditi calcoli strutturali, il dimensionamento delle strutture e precisando la tipologia e le caratteristiche dei materiali da costruzione in modo da ottenere un quadro preciso delle forme e dell’aspetto che i singoli elementi devono possedere ed ottenere così la precisa caratterizzazione statica, funzionale, estetica.
La tribuna comprende un piano interrato adibito a spogliatoi e autorimessa, le gradinate con capienza di 2.010 posti a sedere, il sistema di copertura e, sotto le gradinate, una serie di piani adibiti a molteplici attività di carattere sportivo, amministrativo e di servizio, tutti dedicati all’attività del Torino F.C.
Il pubblico si distribuisce dal basso verso l’alto tramite sei scalette larghe m. 1,20 con pedate ed alzate regolamentari che suddividono lo spazio delle sedute in 7 settori di cui quello centrale “VIP” che accoglie 120 spettatori, per un totale di 2.010 spettatori compresi i 10 posti dedicati ai disabili.
Nei settori laterali le sedute sono in copolimero di polipropilene (PP) di prima scelta, nella versione ignifuga di Classe 1 secondo normativa vigente, additivato con antistatico ed anti UV, nel colore granata e/o bianchi, atossici ed esenti da metalli pesanti; da fissare alla parte verticale del gradone, con numerazione su targhetta in plastica, delle dimensioni secondo le prescrizioni FIFA- UEFA 440x400x365 mm.
Le sedute del settore vip sono ribaltabili con struttura portante prodotta in tubo di acciaio ad alta resistenza laminata a freddo, del Ø 25×2 mm con all’interno dello schienale il doppio tubo saldato a rinforzo delle due lame che fungono da snodo. L’anello sedile è prodotto nello stesso tubo con contrappeso per il ribaltamento automatico. Sedile e schienale sono prodotti in copolimero di polipropilene di prima scelta additivato con anti statico e anti u.v., nella versione ignifuga di Classe 1, colorati in massa con pigmenti ad alta solidità alla luce (7/8) nei colori della collana RAL.

Le tribune scoperte
Le tribune scoperte del campo n. 1 sono realizzate sui tre lati dello stesso. Sono divise in due settori di cui uno riservato agli ospiti con capienza di 358 posti di cui due per disabili; l’altro, distribuito su tre lati del campo con capienza di 1820 posti, di cui 4 per disabili. La tipologia è quella a gradoni.
Le tribune del campo 2 con capienza 341 posti di cui 2 per disabili si estendono sul lato est del campo parallelamente al piazzale della memoria.
Sono costituite da elementi prefabbricati a L appoggiati su setti portagradoni in calcestruzzo armato realizzato in opera che appoggiano, a loro volta, sul muro del monoblocco delle autorimesse interrate e sulla trave della soletta in corrispondenza della pilastrata antistante.
Il totale dei posti a sedere, comprendendo tutte le tribune, ammonta quindi a 4529.

I campi
Il sottofondo dei campi comprende un top soil composto da sabbia silicea miscelata ad appositi ammendanti organici per un totale di 28 cm di spessore, con uno strato drenante di graniglia per un totale di circa 5 cm.
Il tappeto erboso è realizzato mediante semina con apposita macchina seminatrice.
Il riscaldamento dei campi di calcio è una tecnica che trova sempre maggiori applicazioni al fine di evitare il congelamento del manto erboso durante la stagione invernale e di garantire al manto la temperatura ideale che gli permetta di vegetare anche con condizioni climatiche sfavorevoli. Il periodo di riscaldamento del terreno di gioco in Italia del nord è compreso tra il 15 novembre e il 15 marzo.
Il riscaldamento più efficiente è costituito dall’utilizzo di acqua calda a media temperatura (attorno a 35°C) circolante in tubazioni installate a circa 25 cm di profondità. L’impianto di riscaldamento dei campi di calcio è costituito da una serie di tubazioni in polipropilene PP-R diametro 25 mm, poste al di sotto del terreno di gioco, con un passo di 30 cm, che si staccano da un collettore unico.
Al fine di mantenere un adeguato bilanciamento dei circuiti, il sistema più efficiente di collegamento idraulico è il ricorso al sistema con ritorno inverso. Tale collegamento ha come logica di base quella di mantenere le pressioni differenziali pressoché costanti ai capi delle singole serpentine, garantendo di conseguenza la medesima portata. Il conseguimento di tale caratteristica si ottiene attraverso l’utilizzo di un apposito collettore, denominato Tichelmann, che consente un ritorno inverso, garantendo in questo modo l’uniformità delle portate. L’utilizzo di tale tecnica risulta decisamente più performante in termini di efficienza, manutenibilità, ingombri rispetto ad una soluzione con collettori tradizionali, che richiedo maggiori spazi accessibili per il loro posizionamento (pozzetti) e un cattivo bilanciamento dell’impianto.
Il campo da calcio viene riscaldato come un’unica zona, infatti non risulta particolarmente utile la suddivisione in zone che porterebbe a una disomogeneità delle condizioni della superficie. Per ottimizzare la regolazione sono state installate alcune sonde di temperatura nel terreno che, in combinazione ad un’apposita centralina, permettono una corretta gestione dell’impianto nel suo complesso (pompe, scambiatore, valvola miscelatrice ecc.).