La campionessa di scherma è stata nominata sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ereditando temi e problemi dal cancellato Ministero che è stato guidato per 17 mesi da Vincenzo Spadafora.
Con Valentina Vezzali l’affondo del Governo per la delega allo sport
Torino, Valentina Vezzali ai mondiali femminili di scherma nel 2010, nella finale contro la Russia (foto Diego Barbieri / Shutterstock).
Con una lista di medaglie lunghissima (reperibile facilmente online), Valentina Vezzali – appartenente alle Fiamme Oro della Polizia di Stato – è una delle migliori schermitici di sempre, è l’atleta italiana con più medaglie d’oro, e vanta non so quanti altri record sportivi.
È quindi una persona che conosce l’ambiente e i suoi problemi; ma è anche già esperta in politica: non è quindi il parlamentare dell’ultima ora appena arrivato dalla strada. È stata eletta infatti nelle politiche del 2013 (lista Scelta Civica) ed è oggi nel Gruppo Misto della Camera; a suo nome, come componente della Commissione cultura, si contano decine di disegni di legge, interrogazioni, emendamenti, su temi quali diritti delle donne, educazione fisica, salute, alimentazione, oltre naturalmente allo sport.
Sicché la sua nomina, il 12 marzo scorso, quale sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport, chiude con soddisfazione di tutti (tranne, forse, dei partiti che non sono stati previamente consultati…) la costruzione di un governo a cui mancava solo il responsabile di questo settore. Positivi, al momento, i commenti sia del Coni (attraverso le parole di Malagò) che di Sport e Salute (con il presidente Vito Cozzoli), le due parti che ancora si trovano su sponde diverse nel passaggio attraverso una riforma ancora disegnata a metà (ne abbiamo parlato in questo articolo).
Un compito che la vede succedere a un ministro Spadafora non sempre applaudito dal mondo dello sport, e che – dalle prime sue dichiarazioni – la vedrà battersi in primo luogo per lo sport di base, e per tutti i lavoratori e i giovani che stanno soffrendo da un anno per le restrizioni conseguenti alla pandemia.
Impegni non facili dato l’orizzonte ristretto che per sua natura ha il governo oggi in carica: l’attuale legislatura scade all’inizio del 2023, e, posto che non si concluda prima, il tempo massimo per lavorare è quindi di appena due anni.
Per approfondire le caratteristiche tecniche degli impianti sportivi dedicati alla scherma, visita la pagina dedicata negli “Strumenti per il progettista”.