Cosa succede all’erba del Meazza?

In vista del derby milanese (5 febbraio) fervono i lavori sul manto di San Siro, un ibrido che richiede importanti interventi di manutenzione a causa di un uso troppo intenso, ma non solo.

Zlatan Ibrahimovic e Ibrahima Konaté durante Milan-Liverpool del 7 dicembre 2021 a San Siro (foto Fabrizio Andrea Bertani/Shutterstock).

Sette partite in 17 giorni, a volte due in 24 ore, più la Supercoppa: uno stress eccessivo per il manto dello stadio di San Siro, che in vista del derby Milan-Inter del 5 febbraio deve essere radicalmente rinnovato.

Benché si tratti di un prato naturale rinforzato con erba sintetica, l’uso intensivo, senza pause, cui è stato sottoposto almeno a partire dalla Nations League dello scorso ottobre, ha contribuito a peggiorarne la qualità (tanto che un infortunato Ibrahimovich, a torto o a ragione, avrebbe dato la colpa dei problemi sorti al tendine domenica 23 a 25 minuti dall’inizio di Milan-Juventus, allo stato del campo).

Il 24 gennaio sono dunque cominciati i lavori per la rimozione del manto erboso in sofferenza, sotto la supervisione dell’agronomo Giovanni Castelli; grazie alla persistenza meteorologica di un anticiclone che dovrebbe garantire l’assenza di piogge o nevicate per tutto il periodo, entro la settimana sarà possibile posare le nuove zolle di prato, provenienti dai vivai di Verona.

Nei giorni seguenti il prato sarà ricucito con i fili di erba sintetica, mediante quattro macchine tessili che lavoreranno contemporaneamente.

L’erba di San Siro, una vecchia storia

I guai per l’erba dello stadio Meazza risalgono probabilmente alla ristrutturazione per Italia 90, quando è stato realizzato il terzo anello.

In generale, il problema della conservazione delle caratteristiche ottimali del prato è già gravoso quando alle avverse condizioni atmosferiche – gelo in inverno, siccità in estate – si somma un uso intensivo dell’impianto, come avviene per San Siro dove due squadre “di casa” si alternano di settimana in settimana con oltre 70 partite l’anno concentrate per lo più nella stagione invernale.

Ciò comportava già di per sé la necessità di parecchie rizollature nell’arco della stagione; ma la frequenza sempre maggiore con cui, negli anni 2000, il campo si è presentato danneggiato dopo ogni partita, trova certo una spiegazione nel peggioramento delle condizioni ambientali in cui l’erba si vieniva a trovare a causa del terzo anello e della relativa copertura: minor soleggiamento, minore circolazione d’aria, microclima più soffocante. L’erba quindi non radicava a sufficienza e, sotto lo stress delle azioni calcistiche, si strappava dal suolo.

Da qui la scelta di adottare il manto ibrido, che è stato completato per l’inizio del campionato 2012/13. Tra le diverse tipologie si è scelta quella “a filo cucito”, dove il prato naturale, posato in zolle prevegetate, viene intessuto con fibre di erba sintetica che affondano per una ventina di centimetri nel terreno.

Queste sono distanziate fra loro di circa 2 cm e sporgono dalla superficie del terreno per 2 o 3 cm. L’erba cresce nella zolla e con le radici va ad intrecciarsi saldamente ai filamenti artificiali fino in profondità.

Il sistema ha consentito di ridurre drasticamente la necessità di rizollatura, operazione che però rimane comunque periodicamente necessaria, come si vede anche nei dettagli di gioco dove lembi di prato riescono comunque ad essere scalzati dalle scarpette dei giocatori.

Le difficili condizioni ambientali all’interno del catino di San Siro influenzano comunque la capacità vegetativa della porzione naturale del manto ibrido. Come ricorda Castelli in un’intervista rimbalzata in questi giorni su tutti i media di settore, la manutenzione del manto di San Siro richiede costi notevoli, rispetto alla norma. Cinque giardinieri sono presenti quotidianamente e vengono implementati con altre figure al termine delle gare quando vanno riparati gli “strappi” del prato, e ogni operazione è eseguita a mano per non calpestare il prato con macchine e trattori.

La cura del prato – dotato di impianto antigelo che mantiene una temperatura costante del suolo e di un sofisticato sistema di drenaggio – è inoltre supportata dall’uso di lampade per l’illuminazione artificiale della superficie.

Abbiamo parlato dell’erba di San Siro su Tsport 286 e 331, su Tutterba 23, e in questo articolo.