Rincorriamo le ultime voci sulla vicenda del nuovo stadio per Inter e Milan. Nulla è deciso, nulla è scontato.
Le luci a San Siro si accendono e si spengono a intermittenza
Tutte le foto sono BG/Tsport.
Siamo sollecitati, in questi giorni di mezza estate, ad esprimerci sulla vicenda san Siro, dopo le ultime voci riecheggiate sulla stampa circa il ventilato abbandono del progetto congiunto Inter/Milan.
Posto che siamo non a una svolta ma a una ennesima tappa del tira-e-molla, ci sembra che finora si sia dimostrata essenzialmente la capacità di non decidere, scaricando frettolosamente la decisione di non demolire l’attuale Meazza su un ipotetico vincolo “a venire” che la Soprintendenza potrebbe dichiarare applicabile a partire dal 2024.
Ossia, ad oggi (agosto 2023) non è cambiato niente, ma per poter accontentare chi difende la conservazione dello status quo senza schierarsi contro i favorevoli all’innovazione, la cosa migliore è, appunto, scaricare su altri soggetti la responsabilità di una scelta “obbligata”.
Piangendo però sull’impossibilità economica di mantenere un vecchio stadio senza l’apporto delle due Società calcistiche che fino ad oggi l’hanno mantenuto.
Ma facciamo il punto.
Il Meazza non è uno stadio moderno, non è più all’altezza di due squadre come Inter e Milan. Si potrebbe ristrutturare, ma le due Società preferiscono proporre la costruzione di un nuovo impianto. Attenzione, corredato da un insieme di operazioni immobiliari atte a far quadrare i conti dell’investimento.
Da qui il “peccato originale”: il gioco appare guidato dagli interessi degli investitori prima che da quelli dello sport; tant’è vero che sulla proposta iniziale ci siamo espressi in modo senz’altro negativo per la violazione delle più elementari regole di pianificazione urbanistica.
Fortunatamente il Comune di Milano è riuscito a far rientrare i proponenti almeno entro i limiti previsti dal vigente strumento urbanistico. Rimaneva però aperto lo scontro (di opinione) tra chi vorrebbe fosse salvata l’icona dello sport milanese e chi immagina un idilliaco nuovo quartiere conseguente alla rivoluzione portata da un impianto nuovo di zecca e dal suo indotto.
Tutte le voci sparse, a intermittenza, circa gli accordi, veri o presunti, con i Comuni limitrofi (da Sesto San Giovanni a Rozzano a San Donato) sono sempre apparse come pietre lanciate nello stagno perché Milano prendesse una decisione; così come è sembrato un “prender tempo” tirare in ballo la famosa consultazione popolare che ha stoppato le decisioni per alcuni mesi.
Che succede se davvero l’Inter va – da sola – a Rozzano? Potrebbe il Milan decidere di restare a San Siro, impostando una ristrutturazione (come quella già vista come fattibile anche sulle pagine di Tsport)? Si potrebbe utilizzare diversamente il vecchio Meazza?
Ad oggi non darei niente per scontato.
I grandi stadi nel mondo hanno subìto trasformazioni o demolizioni, tutte le soluzioni sono possibili: il nostro amico Antonio Cunazza ne ha tracciato una lista esaustiva con un intervento sul sito di Archistadia.
Intanto, l’attuale San Siro è in calendario per l’inaugurazione di Milano-Cortina 2026, nonché – senti senti – la finale di Champions League nel 2026 o nel 2027.
Ne riparleremo quando qualche (vera) decisione sarà stata presa.