Sport City, la “rivoluzione soft” per lo sport in città. A colloquio con Fabio Pagliara.

Una Fondazione indipendente e no profit che vede lo sport al centro di una vera e propria rivoluzione, che coinvolge tutto il nostro Paese: lo sport come elemento essenziale della società, oggi più che mai, e le città come luoghi eletti a ospitare l’attività fisica in maniera sicura e accessibile. Abbiamo parlato dei progetti presenti e futuri con Fabio Pagliara, Presidente della Fondazione.

(foto BG/Sport&Impianti)

Nata con l’obiettivo di diffondere la “cultura dello sport” in Italia e supportarla come strumento di cambiamento positivo per i paesi e le città, la Fondazione Sport City si adopera con proposte concrete per realizzare alleanze per lo sport e piani di valorizzazione delle aree periferiche. Le “sportcity” sono le città di tutti, non solo degli sportivi, perché integrano tutti gli aspetti della vita, dal lavoro alla scuola, dalla mobilità urbana all’attività fisica. Ne abbiamo parlato con Fabio Pagliara, Presidente dell’associazione, esperto in comunicazione sportiva e docente per diversi master universitari.

Qual’è la storia di Sportcity e quale il suo scopo?

La Fondazione Sport City – indipendente, apartitica e no profit – nasce da un’idea coltivata già da qualche anno che vede lo sport al centro di una rivoluzione socioculturale del nostro paese. Ci muove la convinzione che lo sport sia un elemento essenziale per la nostra società e che le città siano il luogo perfetto dove la comunità svolge varie attività fisiche in maniera sicura, libera e accessibile. Vogliamo creare un forte network di professionisti e imprese, alleate per integrare lo sport nel contesto urbano. La progettualità concreta per lo sviluppo e la gestione dei luoghi dello sport sarà affiancata dall’implementazione di modelli di studio e ricerca di soluzioni per il benessere dei cittadini e di politiche sociali attraverso lo sport.

Quali sono, operativamente, le vostre attività e i progetti in essere e in divenire?

La Fondazione offre una serie di servizi per enti e pubbliche amministrazioni per iniziare il processo di “sportivizzazione” delle città italiane: analisi di scenario, project planning, progetti di rigenerazione urbana e studio dell’impiantistica sportiva. A questo aggiungiamo delle attività di formazione dedicate a università, operatori e società sportive. Possiamo parlare di due progetti che verranno attivati nei prossimi mesi: il Progetto Parchi 3.0, che prevede un restyling sportivo, sostenibile e tecnologico dei parchi urbani e Sportcrowd, una piattaforma di crowdfunding interamente dedicata a progetti capaci di lasciare una legacy territoriale e culturale tramite lo sport. Stiamo inoltre lavorando allo Sportcity Journal, una rivista scientifica che tratterà esclusivamente di Sport City e di cambiamento.

Come intendete intervenire per realizzare le Sportcity?

Per portare avanti la nostra rivoluzione “soft” ci mettiamo al servizio di enti e amministrazioni pubbliche fornendo un supporto costante in ogni step del processo di trasformazione.

Come si posiziona la creazione di Sportcity in questo momento, particolarmente difficile per il mondo dello sport?

La crisi sanitaria che stiamo vivendo ha evidenziato ulteriormente l’importanza che lo sport ha per i cittadini, la necessità di svolgere attività all’aria aperta in sicurezza riscoprendo le aree verdi urbane diventate sedi (per necessità) di attività sportive di ogni genere. Le Sportcity facilitano i cittadini nello svolgimento di attività sportive di qualsiasi genere e, in un momento di incertezza come questo, rappresentano una risorsa unica e indispensabile per lo sport italiano.

Non ci resta che seguire gli sviluppi dei progetti della Fondazione, vista la grande attualità del tema, come dimostra l’attenzione sempre crescente delle Amministrazioni pubbliche verso il fitness outdoor. Tra le ultime realizzazioni a tema, di cui ci siamo occupati (piccole, ma significative in quest’ottica) possiamo citare per esempio le aree calisthenics in spiaggia a Lignano Sabbiadoro, le nuove attrezzature del centro sportivo del CUS Camerino e le postazioni fitness ai giardini Margherita Hack di Turriaco.