San Vendemiano (Treviso): rifacimento pista di atletica

L’intervento, che abbiamo già visto in cantiere su Tsport 339, è ora completato. Lo illustriamo insieme con un’intervista al progettista e Direttore dei lavori.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 341

Il progetto si è posto l’ambizioso obiettivo di riqualificare con un’importante ristrutturazione tutto l’impianto sportivo dedicato all’atletica leggera, rimodellando la pista, migliorando le pedane, aumentando gli spazi pavimentati per permettere il riscaldamento degli atleti durante le gare, soprattutto quando concomitanti.

La pista

La sua pavimentazione, oltre ad essere ampiamente fessurata, non rispondeva alle caratteristiche tecniche previste per le piste omologate (materassino elastico in gomma), precludendo perciò l’organizzazione di manifestazioni regionali e/o nazionali.
L’unica soluzione possibile che non stravolgesse l’esistente era quella di creare un nuovo sottofondo in pendenza mediante un tappetino d’asfalto posato sulla pavimentazione esistente coprendola fino a filo della cordonata interna che risultava in stati accettabili per poter essere utilizzata a tale scopo.
Per poter livellare correttamente le pendenze e garantire sia il rispetto normativo (<1%) sia un corretto drenaggio, è stata posizionata su tutto il perimetro esterno sul lato interno della cordonata esistente una zoccolatura in cls eseguita in opera che consenta un più facile raccordo del terreno esterno, un miglior drenaggio delle acque meteoriche ed una distanza tra tappeto di gara e manto erboso sufficiente per effettuare correttamente taglio e diserbo.

Dopo aver “messo in quota” la pista è stato steso un tappetino in asfalto da 3 cm del tipo chiuso che crea la perfetta base per la pavimentazione sportiva, ovvero un manto omologato IAAF Regupol AG. Tale manto è composto da uno strato di gomma prefabbricata realizzato in rotoli avente prestazionalità costanti e uniformi, con uno spessore di 10 mm, peso minimo 7,50 kg/mq, riduzione della forza minimo 30%. Il rotolo è incollato al sottofondo bituminoso mediante adesivo poliuretanico bicomponente formulato in modo specifico con un consumo su asfalto denso a temperature moderate: 1,0 – 1,1 kg/m² circa. Lo strato superficiale finale dello spessore nominale di 4 mm. è eseguito mediante stesura a spatola di primo strato di rasatura del tappetino prefabbricato in SBR con rasante poliuretanico bicomponente e successiva stesura di secondo strato con rivestimento continuo in poliuretano, resistente ai chiodi, applicato allo stato liquido di poliuretano autolivellante; la finitura superficiale è effettuata con la semina manuale di granuli di gomma EPDM colorata con diametro controllato da 1,0 -3,5 mm.

Completano il tutto la segnaletica realizzata con liquido poliuretanico di colore bianco per le corsie e colorato per le varie partenze intermedie previste dal regolamento FIDAL nonché la targhettatura esterna ed interna di riferimento.
Per poter avere la distanza minima da qualsiasi ostacolo sia verso l’interno che l’esterno della pista (1,50 m), sono state spostate le panchine per il calcio, restringendo di fatto di 2 m il campo, portandolo da 105×65 a 103×63 m. Tale modifica era imprescindibile per l’omologazione dell’impianto.

La corsia 3.000 siepi

Uno degli elementi mancanti era la corsia dedicata ai 3.000 siepi; in realtà esisteva una fossa, collocata però in posizione scorretta e priva di pavimentazione di ingresso/uscita.
È stato quindi realizzato un ampliamento della superficie di gara proprio a ridosso della curva d’ingresso sul rettilineo principale. La pavimentazione a finire è della stessa tipologia utilizzata per la pista, soltanto di un altro colore proprio per staccare cromaticamente i due percorsi.

Le pedane di salto in lungo/triplo e con l’asta

Esistevano in origine due pedane, una utilizzata per il salto in lungo e triplo, l’altra per il salto con l’asta; la loro consistenza era identica alla pista e pertanto necessitava di un nuovo fondo stabile e allineato. Pertanto ai bordi sopra le preesistenti cordonate sono stati collocati dei profili scatolari in alluminio che servono a garantire la perfetta planarità oltre a contenere la stesura del tappetino in asfalto; completa il tutto la pavimentazione sportiva scelta sopra citata.
Ovviamente essendoci una modifica di quota (circa 5 cm in più) sono state riposizionate le cassette ad incasso delle pedane di battuta del salto triplo e del salto in lungo, non essendo possibile recuperarle, così come l’imbucata dell’asta.

La pedana del lancio del giavellotto e del salto in alto

Le due pedane si trovano sulla lunetta opposta ed anche loro avevano necessità di essere sistemate.
La pedana del giavellotto era carente, anche se poco, in lunghezza, non consentendo potenzialmente gare di un certo livello; inoltre la parte iniziale della pedana stessa presentava le cordonate molto ammalorate e cedevoli.
In questo caso, come previsto per la pista, si è trattato di bonificare il perimetro esterno collocando delle cordonate, allungando anche la pedana di circa 80 cm all’inizio e 60 cm in fase di lancio, ruotandola di 7° verso il centro del campo, consentendo così alla pedana di raggiungere i 36,50 m, misura ideale per gli atleti.
Anche la pedana del salto in alto aveva necessità di essere allargata ed allungata, onde consentire agli atleti di avere spazio per una corretta rincorsa.
Per tale motivo si è operato un allungamento di circa 5 m verso il campo di calcio, allargando di fatto lo spazio anche per il riscaldamento.
L’allargamento degli spazi pavimentati prevede l’esecuzione delle stesse lavorazioni già adottate per la corsia dei 3.000 siepi, con l’inserimento in questo caso, stante la grande superficie interessata, di una canaletta ad incasso dotata di feritoia; tale canaletta è collocata a ridosso del cordolo della prima corsia e consente in questo modo di convogliare l’acqua della curva al suo interno evitando di interessare la pedana dell’alto.

Le pedane di getto del peso e lancio del martello/disco

Inizialmente le due pedane erano collocate come segue: il lancio del peso era in curva vicino alla linea di arrivo, mentre la gabbia per martello/disco era sull’angolo opposto, vicino alla pedana del giavellotto.
La gabbia del martello non solo risultava completamente fuori norma, ma troppo vicina alla corsia interna, non garantendo la distanza minima di 1,50 m.
Per tale motivo e per migliorare la funzionalità degli spazi, si è deciso di invertire le pedane, dedicando quella vicino alla pedana del giavellotto al getto del peso e spostando vicino all’arrivo quella del martello/disco.

A colloquio con l’architetto Pietro Vittorio,
dello Studio Vittorio & Associati

Lo studio Vittorio & Associati si presenta come uno studio specializzati in “progettazione degli impianti sportivi”. Che tipo di preparazione deve avere in particolare un architetto per affrontare un progetto di impiantistica sportiva?
Diciamo che l’aver praticato sport da ragazzo ed essere tutt’ora un grande appassionato di sport trasmette quella passione che consente di fare il proprio lavoro con amore e dedizione. Chiaramente non è “vincolante” ma sicuramente aiuta. E come in tutte le specializzazioni studiare, ricercare e soprattutto andare a fondo per capire il perché delle cose. La conoscenza della Normativa in questo settore è fondamentale ma non va imparata a memoria bensì metabolizzata, solo così si può pensare di avere possesso dell’argomento. Ma essendo materia in continua evoluzione bisogna essere sempre aggiornati.
La Direzione Lavori è un’altra fase importante, anzi è proprio qui che si distingue un DL competente da un pur bravo professionista che però non ha esperienza nell’impianto sportivo.

Quali sono i rischi di eseguire un lavoro, come la realizzazione di una pista di atletica, senza una adeguata attenzione alla corretta esecuzione delle opere?
Direttore dei lavori ed Appaltatore devono agire in cantiere, ognuno per i propri ruoli di competenza. E proprio per tale motivo il direttore dei lavori “dirige” e l’impresa appaltatrice “realizza”; i ruoli non devono essere confusi, il direttore dei lavori deve controllare l’esecuzione dell’impresa, non sostituirsi ad essa, così come l’impresa in cantiere non deve pensare di essere libera di fare scelte che non le competono. Io per esempio verifico personalmente le misure di alcuni elementi che so essere soggetti a particolare attenzione da parte degli omologatori FIDAL e soprattutto cerco di essere presente il più possibile in cantiere durante le fasi cruciali per poter verificare la corretta esecuzione. È fondamentale riuscire ad instaurare un rapporto di fiducia e rispetto con l’impresa, devono sapere che il direttore dei lavori è il loro punto di riferimento.

Nella vostra esperienza, avete difficoltà a imporre delle scelte, dettate dalla vostra esperienza sulla qualità e l’affidabilità di materiali e prodotti, a fronte di voci di capitolato che lasciano margini per soluzioni più economiche?
Noi cerchiamo di dedicare il giusto tempo alla progettazione perché riteniamo debba essere posta al centro dell’iter realizzativo di un impianto sportivo. Il progetto va curato in ogni sua parte, non solo negli elaborati grafici: relazioni, computi metrici, capitolati speciali d’appalto devono dare indicazioni chiare ed esaustive. Il che significa prendere delle decisioni inequivocabili. Se pensiamo di mettere una voce generica magari su una pavimentazione sportiva, l’impresa potrà muoversi a suo piacimento da € 100 a € 30, senza che noi possiamo controbattere adeguatamente. Per questo la competenza in materia serve anche in fase di direzione lavori, per essere in grado di verificare, confrontare e quando serve imporre le proprie scelte progettuali, perché se le abbiamo fatte ci sarà un motivo…

La vostra sede è Udine, e i vostri progetti di impiantistica sportiva fino ad oggi sono prevalentemente collocati nel Triveneto. Come vi vengono affidati gli incarichi? Prevedete di partecipare anche a bandi in altre parti d’Italia?
Negli ultimi 3 anni abbiamo ampliato il nostro raggio d’azione, partendo nel 2018 con l’incarico per la pista di atletica CONI a Trento e successivamente con altri incarichi nelle Province di Novara, Brescia, Varese, Milano. Il marketing è ormai parte integrante dell’attività di uno Studio professionale; cerchiamo di essere presenti nella giusta maniera sul web, abbiamo approfittato del lockdown per ammodernare il nostro sito Internet ed una buona visibilità ci ha permesso di ricevere diversi contatti da Società sportive e da Amministrazioni pubbliche che vogliono affidarsi a degli esperti del settore. Ormai ci muoviamo in tutto il Nord Italia, tant’è che abbiamo aperto una nuova sede operativa a Pastrengo (VR), un piccolo punto di appoggio che ci consentirà di rispondere al meglio ai nuovi impegni professionali che ci attendono.