Riqualificazione dell’impianto natatorio “Massimo Rivetti” a Biella

Un complesso sportivo che risale agli anni cinquanta, inserito nel parco progettato da Pietro Porcinai, è stato riqualificato con interventi strutturali che hanno affrontato le criticità tipiche dei vecchi impianti natatori soggetti all’aggressione chimica su calcestruzzo ed acciaio.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 334

L’impianto sportivo “Piscina Massimo Rivetti” inaugurato nel 1958, fu localizzato in quella che venne definita la “cittadella dello sport” nell’area in cui attualmente insistono lo stadio “La Marmora”, il Palasport e altri impianti sportivi comunali e privati.
La struttura di tipo isolato sorge su di un’area con superficie di pertinenza pari a circa 14.700 mq.
L’impianto natatorio disponeva inizialmente di una vasca da 25 m coperta che venne chiusa negli anni 2000 e trasformata in vasca di compenso di supporto alla nuova vasca da 50 m, realizzata grazie ad un ampliamento dell’impianto.
L’impianto sportivo attualmente dispone quindi dei seguenti spazi di attività:
–    la piscina olimpionica coperta per gare sportive con la presenza di pubblico fino a 650 posti e un ambito di attività prenatatoria sul piano vasca; la vasca olimpionica di 21 x 51,20 m è dotata di pontone mobile che consente l’allestimento dei campi gara nuoto e pallanuoto; la profondità è variabile da 1,20 m a 2,50 m, lo sfioro è del tipo alla finlandese sui lati lunghi, le testate sono fisse in muratura;
–    una vasca ricreativa coperta di dimensioni 11,20 x 5,60 m, profondità variabile 0,9-1,2 m;
–    una vasca ricreativa esterna;
–    una vasca bambini esterna;
–    un parterre polivalente con campi da pallavolo, basket, calcetto.


Entrambe le vasche esterne sono inserite in un ampio solarium, cornice verde di pregio progettata per l’impianto originario dall’architetto paesaggista di fama internazionale Pietro Porcinai (tra i fondatori dell’IFLA, International Federation of Landscape Architect), che tra gli anni 50 e 60 realizzò in Piemonte alcune opere per le famiglie Zegna (l’azienda di abbigliamento di lusso nata nel biellese) e Olivetti).
Al suo interno la piscina si sviluppa su due livelli, di cui uno completamente fuori terra (ed ospita principalmente le vasche, gli spogliatoi delle vasche e della palestra, hall di ingresso, caffetteria) ed uno seminterrato in cui si trovano i locali tecnici.
In adiacenza all’impianto coperto un grande giardino esterno ospita due piscine estive ed un ampio solarium in manto erboso con varie essenze arboree. Le vasche esterne si caratterizzano per la loro forma irregolare con un inserimento integrato all’interno del parco a verde. La vasca grande presenta una superficie di circa 750 mq e profondità variabile da 1,20 a 3,80 m; è costituita da una zona allestita con 5 corsie per il nuoto (lunghe 33 m), una zona tuffi affiancata da una zona con valenza più ricreativa e per l’acquaticità. La piattaforma per i tuffi risulta dismessa e non accessibile da parte degli utenti già da alcuni anni in quanto non più rispondente ai requisiti minimi di sicurezza prescritti dalla vigente normativa.
La vasca esterna più piccola è destinata all’acquaticità, presenta una superficie di circa 110 mq e profondità variabile da 0,3 a 0,9 m ed affianca la vasca di dimensioni superiori.


Gli interventi

Considerate le condizioni dell’impianto, l’Amministrazione ha ritenuto necessaria la realizzazione di interventi di riqualificazione, in particolare dell’ambito natatorio coperto.
Gli interventi hanno riguardato innanzitutto il rifacimento del rivestimento della vasca olimpionica e dell’impermeabilizzazione e rivestimento del piano spiaggia. La vasca, omologata FIN, è stata rivestita con telo in pvc mentre la spiaggia con piastrelle in gres antisdrucciolo. Nella fase esecutiva sono state eseguite le verifiche dei tracciamenti dei campi gara nuoto e pallanuoto con implementazione dei tirafondi per l’allestimento del campo gara per la pallanuoto 25 m.
Si è intervenuti poi con il rifacimento della vasca di acquaticità, con rimodulazione del fondo vasca e incremento della profondità.
La vasca preesistente con profondità variabile 0,30-0,90 m risultava sottoutilizzata a causa della bassa profondità con il fondo in pendenza, pertanto in un’ottica di riqualificazione globale l’intervento ha modificato la morfologia della vasca aumentando la profondità dell’acqua e rendendo piano la maggior parte del fondo vasca, rendendola così più in linea con le attuali tendenze di utilizzo degli spazi acqua. Con il rialzo del bordo vasca è stato realizzato lo sfioro del tipo alla finlandese migliorando la circolazione dell’acqua in vasca. L’impianto di trattamento acqua è stato oggetto di completo rifacimento con la realizzazione della nuova vasca di compenso nel locale tecnico al di sotto del piano spiaggia accessibile dall’esterno, superando pertanto la criticità del luogo confinato dell’impianto preesistente.
L’intervento ha compreso la messa in sicurezza di tutte le vetrate dell’ambito vasca, ed il rifacimento delle aree di accesso alle zone a piedi nudi con presidi igienici con docce e vaschette lavapiedi.
È stato inoltre effettuato il rifacimento della zona docce e servizi degli spogliatoi a servizio della piscina.


Le criticità riscontrate nella riqualificazione

Nell’impianto preesistente sono state riscontrate quelle che sono le criticità più frequentemente osservabili negli impianti natatori datati, ovverosia il fenomeno della carbonatazione e sfondellamento dell’intradosso dei solai sottovasca, l’assenza di impermeabilizzazione del piano vasca e la presenza di luoghi confinati nelle aree tecniche.
L’ambiente delle piscine, come noto, è molto aggressivo per gli elementi strutturali che lo costituiscono, siano essi in cemento armato che in acciaio. È un fenomeno chimico che interessa il calcestruzzo ma che influisce negativamente sui ferri di armatura provocandone la loro ossidazione.
L’anidride carbonica raggiunge il conglomerato attraverso i pori del cls e quando arriva in prossimità dei ferri causa una diminuzione del ph portando all’arrugginimento delle barre di acciaio investite da ossigeno e umidità.
Gli effetti che questo fenomeno ha sul manufatto sono diversi ma i principali sono:
–    diminuzione della sezione resistente della barra con conseguente diminuzione di resistenza;
–    l’aumento di volume dovuto alla ruggine che può provocare fessure nel copriferro, o una sua locale espulsione;
–    la riduzione dell’aderenza delle barre di armature causando gravi conseguenze strutturali.
Queste conseguenze della carbonatazione si sono riscontrate in diversi punti dell’impianto in questione, in quanto si tratta di un impianto progettato negli anni ’50, epoca in cui i copriferro spesso erano ridotti al minimo necessario per coprire i ferri e le classi del calcestruzzo non erano idonee ad ambienti così aggressivi come quelli della piscina.
effetti-della-carbonatazioneNella realizzazione della nuova vasca di compenso per la vasca ricreativa si sono utilizzati calcestruzzi con classe di esposizione XD (Corrosione indotta da cloruri, esclusi quelli provenienti dall’acqua di mare) di adeguata consistenza posti in opera correttamente e stagionati adeguatamente e progettando ed attuando opportuni spessori di copriferro ed interferro.
La mancanza di idonei copriferri risulta una problematica comune agli impianti realizzati anteriormente agli anni 80-90. Anche in altre parti della struttura si è riscontrata mancanza di copriferro e distanziamenti delle armature elevati che hanno compromesso la risposta strutturale degli elementi.
danni-al-pilastroNella fotografia è raffigurato uno dei pilastri della vasca originaria, l’armatura trasversale risulta non idonea e questo ha fatto sì che nei pilastri di estremità si verificassero fessurazioni eccessive sul pilastro stesso. Si è intervenuto eseguendo un rinforzo ristrutturale lungo tutto lo sviluppo del pilastro.
L’impermeabilizzazione del piano vasca in piscine interne ed esterne risulta essere tassello cardine per la corretta esecuzione dei lavori ma soprattutto per preservare le strutture sottostanti. Infatti come sopra evidenziato bisogna quanto più possibile evitare che gli elementi strutturali siano esposti a fenomeni di carbonatazione.
Le strutture della spiaggia della vasca interna da 50 metri erano fortemente esposte ad infiltrazioni, infatti si riscontravano continui fenomeni di formazioni di efflorescenze nell’estradosso della soletta con conseguenti sfondellamenti, a comprova che non vi era più nessuna tenuta da parte dell’impermeabilizzazione sul piano calpestio.
Si è dunque intervenuti andando a ripristinare anche lo soletta collaborante presente sopra la parte in laterizio in modo da ridurre le frecce del solaio stesse e garantire un perfetto piano per la posa della nuova impermeabilizzazione.


Gli altri aspetti

I nuovi impianti di trattamento acqua della vasca ricreativa interna sono stati rilocalizzati, rispetto all’attuale posizione confinata, nel locale/intercapedine al di sotto del piano spiaggia con accesso diretto dall’area esterna. È stata, inoltre, individuata la soluzione per l’accesso in sicurezza alla vasca di compenso della 50 m con realizzazione di porta idraulica dal locale sottovasca.
Gli interventi sono stati realizzati in pochi mesi e l’impianto natatorio consegnato al sodalizio gestore per fasi secondo la progressione del cantiere, al fine di interrompere il meno possibile il servizio acquatico-natatorio.
L’impianto, di livello agonistico, è caratterizzato da ampi spazi sul piano vasca interno nonché nel solarium esterno, ed ha inoltre una dotazione di servizi con standard CONI elevato. Tali caratteristiche assieme alle rinnovate superfici (delle spiagge e delle vasche) idoneamente sanificabili ne definiscono uno standard qualitativo elevato che consentono anche in questa fase di contingentamento degli accessi per emergenza nazionale Covid-19, la fruizione dell’impianto in sicurezza soprattutto dal punto di vista igienico-sanitario.­