Il recupero del velodromo Baffi a Crema

Il velodromo Pierino Baffi di Crema, in provincia di Cremona, chiuso dal 2011, è stato ripristinato su progetto dello studio Caruso e Mainardi Architetti Associati.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 356

Il velodromo Pierino Baffi di Crema, chiuso dal 2011 e ripristinato nella sua funzionalità grazie all’impegno della Federazione Ciclistica Italiana, del Coni e delle amministrazioni locali, è stato riaperto all’attività sportiva dopo l’omologazione ottenuta in novembre e l’inaugurazione del 27 dicembre scorso.

Il recupero del velodromo, intitolato dal 1986 al campione su strada Pierino Baffi, ha preso l’avvio con l’accesso al fondo Sport e periferie per il quale è stato assegnato un contributo di 1.832.000 euro nell’anno 2018.

All’interno del circuito – un anello a pendenza variabile di 333,33 m di sviluppo – è presente un campo da calcio per allenamento.

Il degrado dalla pista ciclistica, costruita negli anni ’20 del secolo scorso, oltre alla non conformità alle vigenti normative di parti del complesso, aveva provocato la sua graduale sottoutilizzazione e l’abbandono delle strutture edilizie.

Il velodromo è una presenza architettonica di rilievo nella città, un elemento raro nel paesaggio. Altri velodromi sono situati all’esterno delle città, mentre in questo caso la presenza della pista – collocata in adiacenza al perimetro della città storica e visibile dalle strade e percorsi pubblici adiacenti – costituisce un elemento di peculiarità dell’urbanità cremasca.

In questa prospettiva, gli obiettivi del progetto sono stati i seguenti:

  • mettere in sicurezza dal punto di vista statico le strutture portanti della pista, attraverso interventi di consolidamento strutturale e di risanamento dalla carbonatazione dei cementi armati;
  • adeguare la distribuzione delle attività, gli spazi e le attrezzature alla normativa sportiva vigente, in modo da ottenere l’omologazione ai fini agonistici;
  • adeguare i manufatti alle norme relative alla sicurezza degli atleti e degli spettatori.

Considerata la qualità di bene culturale del velodromo Baffi di Crema, protetto come tale dal 2007, il progetto è stato finalizzato al rispetto delle sue caratteristiche architettoniche, attraverso il loro riconoscimento e la loro valorizzazione. La proposta di adottare materiali e tecniche aggiornate ed elementi architettonici nuovi, necessari per realizzare il recupero del complesso, è fondata sul concetto di sincerità costruttiva. Il dialogo tra beni culturali da conservare ed elementi architettonici contemporanei può produrre esiti positivi quando questi ultimi sono distinti da quelli più antichi, sono riconoscibili ed elementari, dotati cioè degli attributi morfologici minimi necessari e sufficienti alla finalità tecnica richiesta.

Il progetto è stato oggetto di esame e approvazione da parte del CONI, della FCI e della competente Soprintendenza MIBAC. Esso è costituito da diverse parti, corrispondenti ai diversi manufatti di cui è formato il complesso.

La pista del velodromo Baffi di Crema

L’intervento di recupero della pista è consistito in un vero e proprio restauro conservativo, formato da tre tipi di lavorazioni: il consolidamento strutturale, il restauro e consolidamento delle strutture portanti danneggiate dalla carbonatazione e il risanamento e rinnovo della superficie del piano ciclabile.

L’intervento sulle strutture portanti è costituito da cordoli di collegamento tra le fondazioni puntuali dei plinti, dalla realizzazione di pilastrini in corrispondenza dei giunti di dilatazione e dal risanamento della carbonatazione dei c.a. Quest’ultimo è diversificato in funzione dei diversi livelli di avanzamento della carbonatazione.

Le strutture di sostegno del velodromo Baffi prima e dopo l’intervento

È stata prevista anche la realizzazione dei muri di mattoni pieni in corrispondenza dei cavalletti, laddove mancanti. Per rendere le superfici unitarie dal punto di vista cromatico, la protezione dei c.a. preesistenti e dei c.a. nuovi è stata effettuata con la medesima pittura, specifica per i cementi armati, che costituisce anche la finitura protettiva delle aree risanate dalla carbonatazione. I muri di mattoni a vista, invece, sono stati puliti e lasciati nello stato di fatto, come richiesto dalla Soprintendenza.
Nei rettilinei, dove la pista è più bassa, alcuni dei vani vuoti all’intradosso della pista sono stati tamponati con un muro di blocchi di cls tinteggiati, posizionato sul filo interno della trave e dei pilastri, al fine di evitare che i vani, la cui altezza impedisce l’accesso per pulizia, diventino depositi di foglie e rifiuti.

La superficie della pista è stata risanata, integrata e protetta, ed è stata estesa con una nuova porzione in piano, previa sistemazione dei giunti di dilatazione e chiodatura della soletta. La necessità di detta chiodatura deriva dal fatto che nel tempo è stata sovrapposta una seconda soletta a quella originaria e la seconda tende a scivolare rispetto alla prima.

Laddove la sovrapposizione delle due piste – successivamente realizzate – rivelava i due piani, si è provveduto ad impermeabilizzare le superfici, a formare una guscia per evitare infiltrazioni, e a realizzare fori e pluviali per smaltire l’acqua piovana.

A coronamento della pista, è stata prevista l’installazione di parapetti formati da profili portanti di acciaio zincato, rete zincata e di pararuote di legno, di altezza cm. 65 da terra. La porzione di pannello pararuote adiacente alla linea del traguardo è stata realizzata con pannelli trasparenti di plexiglass. Il parapetto è concepito per essere installato “a freddo”, con viteria. L’altezza dei parapetti varia a seconda della presenza o meno del pubblico sul lato esterno, come avviene in prossimità della tribuna. La morfologia del parapetto deve garantire che l’atleta, in caso di impatto, non si ribalti oltre la barriera.

Dettagli delle parti risanate, con le parti in ferro dipinte di verde: sottopassaggio per gli atleti e cancelli carrai.

I parapetti installati sul tratto rettilineo della tribuna, dove anche è situato il traguardo, sono dotati di corrimano, necessario per alcune tipologie agonistiche.

Nei tratti rettilinei, che corrispondono anche alle minori pendenze della pista, la testa dei montanti dei parapetti è protetta da un profilo di ferro zincato circolare, che riduce l’effetto di un eventuale impatto.
La pista è lunga m 371 ed è larga da un minimo di m 5,94 ad un massimo di m 6,03.

Il trattamento finale della pista è dotato di una caratteristica particolare: il grado di granulosità della superficie è variabile a seconda della quota, in modo da risolvere in modo ottimale gli attriti laterali delle ruote.

L’edificio spogliatoi-tribuna del velodromo Baffi di Crema

La distribuzione degli spogliatoi è stata riformata per adeguarla alla normativa CONI, formando due spogliatoi per complessivi 29 atleti, due spogliatoi per 11 giudici, un posto di primo soccorso/visita medica e un locale per controllo antidoping.

Sono stati rinnovati i pavimenti, i rivestimenti, i serramenti interni ed esterni, i sanitari e l’illuminazione. Viene rinnovato l’impianto di riscaldamento e viene realizzato un impianto di ventilazione e ricambio dell’aria, prima inesistente. Le macchine degli impianti ed i collegamenti sono installati nel controsoffitto del corridoio.

Oltre ai suddetti servizi, sono stati realizzati altri due spazi: uno spazio destinato all’officina ed uno destinato ad un locale per i giudici. Hanno una dimensione di circa mq 50 ognuno e sono ospitati in due manufatti prefabbricati, collocati in prossimità della scala di accesso alla pista e al campo.

La soluzione con manufatti prefabbricati era stata concordata all’epoca del progetto originario con la Soprintendenza, al fine di rispettare la volumetria preesistente del fabbricato spogliatoi/tribuna.
La tribuna preesistente non soddisfaceva la geometria della curva di visibilità, come prevista dalla normativa vigente CONI.

Il tema della coniugazione, apparentemente conflittuale, tra la conservazione della compagine muraria della tribuna e la realizzazione di un sopralzo dei posti a sedere (che, al livello più elevato, comporta una quota più alta di circa cm. 90 rispetto agli attuali sedili), è stato risolto con la rimozione temporanea delle sedute in cls, la formazione di sopralzi eseguiti con manufatti leggeri (igloo e solette gettate con rete) e il successivo riposizionamento delle sedute in cls, previo rinnovo dell’impermeabilizzazione. Sui gradoni così riformati sono poi state fissate le sedute numerate in polipropilene.

Questa soluzione ha incontrato il consenso della Soprintendenza, che ha apprezzato il minore impatto trasformativo ed il recupero delle sedute originarie in cls.

Per soddisfare la normativa vigente, è stata eliminata la prima fila di sedute, allargando il percorso di distribuzione parallelo alle sedute.

Il disegno dei nuovi parapetti della tribuna è coordinato con quello dei parapetti della pista, con profili di dimensione maggiore e telai di irrigidimento della rete, per soddisfare le norme di sicurezza relative alla spinta degli spettatori. Anch’esso è formato dall’assemblaggio di profili, sagomati a disegno. Tutti gli elementi metallici nuovi sono zincati a caldo.

I fronti dell’edificio sono oggetto di manutenzione, con risanamento dalla carbonatazione delle porzioni in c.a. e con ripristino e tinteggiatura degli intonaci, di colore bianco e grigio. Le scale di raccordo ed il camminamento della tribuna sono impermeabilizzati e rivestiti con lastre di serizzo. I muretti di bordo, verso la pista e lungo i fronti laterali, sono rivestiti con copertine di c.a.p. con gocciolatoi.
I vecchi pluviali in PVC sono stati sostituiti con pluviali in acciaio zincato. Gli ingressi sono stati protetti con tettoie formate da una lastra di cristallo appesa a tiranti di acciaio.

Per i servizi per gli spettatori è stata prevista ed eseguita soltanto la manutenzione della rubinetteria e degli impianti di risciacquo, oltre alla manutenzione dei serramenti esterni.
I limiti del finanziamento hanno impedito un più radicale rinnovo di questi locali, ancora funzionali ma dichiaratamente vetusti.

È stata invece eseguita la manutenzione dei fronti, sia delle parti in cemento armato che degli intonaci e, inoltre, l’estensione della rete di fognatura e dell’acqua potabile nell’adiacente locale magazzino, per favorire l’eventuale futura trasformazione in caffetteria per gli spettatori.

Le sistemazioni esterne del velodromo Pierino Baffi di Crema

Il progetto ha previsto – in ottemperanza ad una specifica richiesta del CONI – la divisione dell’area perimetrale rispetto alla pista in due settori, riservati agli atleti ed al pubblico.

La parte riservata agli atleti è quella sita a sud, con ingresso dai due cancelli esistenti, uno carraio e uno pedonale di accesso dal parcheggio pubblico. In questo modo gli atleti accedono al campo centrale, attraverso il sottopassaggio, all’officina e al locale giudici, e poi agli spogliatoi attraverso un percorso in piano. L’ingresso nord degli spogliatoi, caratterizzato da una scala per superare la differenza di quota, è un’uscita di emergenza.

I mezzi di manutenzione accedono alla pista e al campo attraverso il grande cancello realizzato di fianco alla tribuna.

La parte di area riservata al pubblico è quella a nord, con ingresso da via IV Novembre, che consente l’accesso alla tribuna, ai servizi spettatori e all’area verde.

Intorno alla pista, nell’area verde perimetrale, è stato costruito un percorso pedonale-ciclabile, per agevolare i collegamenti su terreno solido.

L’area di ingresso del pubblico da via IV Novembre, pavimentata in asfalto, è stata oggetto di rinnovo dello strato di usura.

Il fondo dei vani aperti all’intradosso della pista è sistemato con strato di ghiaino.
Nell’area perimetrale sono installate le torri faro per l’illuminazione della pista e del campo, oltre ai corpi illuminanti per l’illuminazione delle stesse aree perimetrali.
Tutte le opere in ferro esistenti sono state riverniciate con colore verde, come da indicazioni della competente Soprintendenza MIBAC.

L’impianto di illuminazione dell’area sportiva

La pista e il campo da calcio da essa circoscritto sono illuminati con 62 lampade a LED montate ad altezza di 16 m su 10 nuovi pali in acciaio zincato: 50 lampade dedicate all’illuminazione della pista, e 12 lampade dedicate all’illuminazione del campo da calcio per allenamento.

Completano l’illuminazione della zona di attività sportiva 4 lampade a led montate su una struttura metallica esistente, posta in corrispondenza della linea del traguardo, in grado di fornire un’illuminazione di 1000 lux sul piano verticale.

L’illuminazione della pista assicura un illuminamento medio Eav = 916 lx, con un fattore di uniformità u0 = 0,73. L’uniformità dell’illuminamento resta invariata per gli scenari di allenamento e di emergenza, che prevedono l’accensione di tutti i corpi illuminanti con regolazione della luminosità attraverso dimmer 0-10 V, inseriti nel quadro elettrico.

In mancanza di alimentazione elettrica da rete, l’alimentazione viene commutata su quella proveniente da UPS; contemporaneamente, viene attivato il dimmer per lo scenario di sicurezza, impostato al 10%. L’autonomia dell’alimentazione di emergenza è pari ad 1 ora.

In occasione di manifestazioni sportive è previsto il noleggio di gruppo elettrogeno cabinato, con le seguenti funzioni: alimentazione impianto illuminazione pista e luci esterne; alimentazione impianto di illuminazione per il proseguo dell’attività (in assenza di alimentazione di rete); alimentazione illuminazione di sicurezza (in assenza di tensione di rete, dopo intervento UPS) per una durata di almeno 60 min.