Infrastrutture sportive: il rapporto con i media

L’articolo è frutto del lavoro svolto da Andrea Bolis per la tesi del Master Universitario Internazionale di I e II livello in Sport Design ad Management (a.a. 2021-22) presso la Graduate School of Management del Politecnico di Milano (relatore: prof. Emilio Faroldi; correlatore: dott. Antonio Cunazza).

La stampa sportiva inglese del 4 luglio 2018 quando l’Inghilterra, battendo la Colombia, passa ai quarti di finale della Coppa del Mondo (Lenscap Photography / Shutterstock).

Gioco San Siro! Sei pari, servizio Comune di Milano… ormai il racconto dei media locali e nazionali sui vari nuovi progetti di infrastrutture sportive, come sta avvenendo nel caso del “Nuovo stadio di Milano”, è diventato una vera e propria partita tennistica a colpi di dritti, rovesci e smash il cui termine sembra non arrivare mai, un po’ come l’incontro tra John Isner e Nicolas Mahut a Wimbledon 2010. È vero, i media sono nati con l’intenzione di riportare i fatti e si sono evoluti con l’intenzione di fare la notizia; questa evoluzione molto spesso fa però trasparire contenuti che assumono l’aspetto di un incontro “farlocco” in stile Harlem Globetrotters.

Ma partiamo dall’inizio: oggi la comunicazione dei media e i progetti di infrastrutture sportive, inevitabilmente, intrecciano le loro attività sempre più frequentemente. Ultime ore, esclusive, opinioni e collaborazioni sono alcuni degli aspetti di un rapporto che nel corso del tempo sta sempre più prendendo piede anche nel nostro territorio italiano, dettato soprattutto da un livello infrastrutturale non sempre adeguato che meriterebbe e necessiterebbe un ampio intervento.

Trattando un cenno di storia, la comunicazione è nata dal bisogno umano di conoscere e far sapere ciò che accade intorno a all’individuo.

Nel corso dei secoli, i media hanno avuto un ruolo centrale e fondamentale nella società, influenzando gli equilibri politici e l’opinione pubblica. Dalla stampa alla radio e alla televisione, i mezzi di comunicazione di massa si sono evoluti nel tempo, influenzando la cultura e offrendo una finestra sul mondo agli individui.

Ulteriormente, negli ultimi decenni, l’avvento di internet ha radicalmente cambiato tali “squilibri”: esso ha reso la comunicazione più accessibile e ha aperto nuove possibilità di contenuti soprattutto attraverso l’utilizzo dei social media. Tuttavia, questi nuovi strumenti di comunicazione stanno introducendo diversi fenomeni deleteri come il clickbaiting e la gratificazione immediata.

Essi, tramite la loro agenda comunicativa, hanno ottenuto un grande seguito grazie alla loro capacità di interagire direttamente con il pubblico. Fornendo un riscontro istantaneo, stanno modificando e accelerando quel processo di formazione dell’opinione pubblica che sta diventando più instabile, ovvero costruita in modo superficiale.

L’agenda dei media, concetto elaborato da Bernard Cohen nel 1963 e ripreso negli anni a venire, è il risultato degli argomenti e dei focus proposti dalla comunicazione dei media e ha il potere di persuadere e indirizzare l’attenzione dei lettori su determinati temi. Sotto questa veste, i media giocano un ruolo importante anche nella comunicazione sportiva, influenzando l’opinione pubblica e soprattutto creando spesso un legame emotivo tra gli argomenti trattati e gli appassionati dello sport che inevitabilmente generano discussioni accese amplificando l’interesse del pubblico. Tale comunicazione, per le sue peculiarità e per l’influenza che persuade le emozioni umane, non trova molte similarità con una tipologia trattante altri temi; anche per questo motivo a volte si definisce un rapporto media-lettore non autentico, definendo una sorta di “manipolazione” attuata dal media per trarre dalla propria parte il lettore.

Come ben risaputo, esistono stili comunicativi diversi che concorrono a formare l’opinione pubblica nell’ambito delle infrastrutture sportive: i media generalisti per i quali l’obiettivo principale risiede nell’attirare il maggior numero di persone possibile, senza mirare a una categoria specifica, utilizzano un linguaggio semplice, evitando tecnicismi. All’opposto, i media specializzati si indirizzano ad una categoria definita di lettori e professionisti del settore, utilizzando un linguaggio specifico e tecnico e mirando ad un contenuto ricercato o di nicchia. Tali differenze rispecchiano in definitiva anche il genere e l’ammontare di contenuti proposti al pubblico: se per i media generalisti possiamo tranquillamente affermare che i loro contenuti sono a livello quantitativo molto elevati e che la loro destinazione è per lo più social o web, non possiamo dire lo stesso per i media specializzati. Essi preferiscono avere molti meno contenuti da condividere, ma che vengono caratterizzati da maggior ricerca e qualità; si sposano bene con una presentazione più accurata attraverso una produzione cartacea (riviste, giornali, mensili) o nei propri siti web spesso progettati per un pubblico più critico.

Definito il concetto di media moderno e classificato il suo stile comunicativo è quindi necessario approfondire il rapporto di influenza che si instaura con i progetti di infrastruttura sportiva.

Nel passato, due studi hanno affrontato questo tema nello specifico: nel primo caso uno studio condotto da ricercatori americani nel 2008 ha esaminato la copertura mediatica di progetti di stadi finanziati pubblicamente in diverse città degli Stati Uniti. Hanno scoperto che i media locali tendono a sostenere tali iniziative, ma ciò dipende anche dalla forza delle coalizioni locali.

In generale, i media svolgono un ruolo significativo nel supportare i favoreggiatori degli stadi, in cui plasmano attivamente le notizie e contribuiscono a un’ideologia dominante che amplifica l’importanza sociale dello sport e degli stadi sportivi.

Nel secondo caso, il libro di Robert C. Trumpbour, “The New Cathedrals: Politics and Media in the History of Stadium Construction“, analizza il dibattito sulla costruzione di stadi sportivi negli Stati Uniti. Trumpbour sostiene che il dibattito è complesso, con diverse prospettive e interessi coinvolti.

Sebbene lo sviluppo economico sia spesso citato come motivo principale per la costruzione degli impianti, ci sono critiche riguardo all’uso di finanziamenti pubblici per favorire i ricchi proprietari di squadre. La copertura mediatica dei progetti di costruzione degli stadi è influenzata dagli interessi dei media, portando spesso a una copertura parziale che favorisce la costruzione senza rappresentare una gamma completa di opinioni.

Trumpbour sottolinea come l’importanza della copertura mediatica risieda nel plasmare la percezione pubblica e invita le comunità a valutare attentamente i pro e i contro della costruzione degli stadi valutando gli impatti a lungo termine sulla loro regione prima di prendere una decisione. Perciò, le istituzioni dei media dovrebbero sforzarsi di fornire una copertura equilibrata e trasparente ed evitare pregiudizi che potrebbero compromettere il processo democratico di presa di opinione.

Per concludere, ribadiamo come ogni giorno, attraverso i social media e i giornali, entriamo in contatto con numerose notizie, tra cui quelle riguardanti nuovi impianti sportivi. Soprattutto nel nostro Paese, queste notizie suscitano grande interesse, ma spesso i media italiani tendono a focalizzarsi sugli scandali e a influenzare l’opinione pubblica a vantaggio di alcuni degli attori in gioco.

Alcune copertine storiche di “Tsport”. Da sinistra: il primo numero del 1976; il n. 7/77; il n, 8-9/81: il n. 4/82; il n. 12/87; il n. 12/90.

È perciò importante sfruttare il potere della comunicazione per fornire informazioni corrette e complete sui progetti di impiantistica sportiva, al fine di promuovere una visione trasparente e favorire l’interesse e la conoscenza del pubblico. Per facilitare questo meccanismo, come viene sottolineato in una recente intervista al direttore di questa rivista, definita nella categoria media specializzato, l’arch. Bruno Grillini, “ci possono essere dei ponti” tra le varie tipologie di media, in quanto attraverso collaborazioni e approfondimenti i lettori di una media specializzato potranno entrare in contatto con un contenuto generalista e così via. Ad esempio, un buon veicolo può risiedere nello sfruttamento della visibilità di un contenuto generalista per far conoscere a questo pubblico un contenuto più tecnico e informato sull’argomento ad oggetto.

Con tale sforzo si intende instaurare un processo volto a promuovere una costruzione dell’opinione pubblica più completa e approfondita in relazione al progetto di infrastruttura sportiva, tenendo presente che tale iniziativa non può automaticamente garantire l’esito positivo del progetto infrastrutturale. Viceversa, si auspica che tale processo possa agevolare e promuovere attivamente l’emergere di un’opinione pubblica ben informata e critica, dotata della potenziale capacità di esercitare un’influenza significativa, sia direttamente che indirettamente, sul risultato finale del già menzionato progetto infrastrutturale.