Consumo di suolo

Il tema della rigenerazione urbana, trattato con uno Speciale dedicato nel numero 346 di Tsport, si collega con quello del consumo di suolo: uno degli aspetti messi in evidenza durante la stagione estiva appena trascorsa è quello delle alterazioni microclimatiche dovute alla trasformazione delle aree libere.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 346
(foto Maksim Safaniuk / Shutterstock)

Un’estate eccezionalmente calda, simile a quella (si sperava) irripetibile del 2003 ha sollevato l’attenzione generale sul comportamento delle superfici urbane nel campo termico. Tanto che l’Ente Spaziale Europeo ha diffuso alcune immagini di remote sensing relative alle temperature diurne rilevate su alcune città europee in cui si osserva la differenza tra superfici costruite e superfici verdi.

Le immagini, divulgate dall’ESA (Ente Spaziale Europeo), riportano le temperature delle superfici misurate su Milano, Parigi e Praga il 18 giugno 2022, attraverso lo strumento Ecostress, di proprietà del Jet Propulsion Laboratory della NASA, collocato sulla Stazione Spaziale Internazionale; questo strumento contribuisce allo sviluppo di un nuovo sistema di monitoraggio da satellite, la Missione LSTM (Land Surface Temperature Monitoring). © NASA/JPL-Caltech.

Ma è esperienza comune che al calar del sole prati e campi coltivati si liberino rapidamente del calore accumulato, mentre le vie cittadine – e i tetti e le facciate – contribuiscono a mantenere elevata la temperatura dell’aria fino a tarda notte. Esemplificativa l’immagine prodotta dalla Città Metropolitana di Milano utilizzando la media delle temperature superficiali rilevate dal satellite AQUA fra l’1 e le 3 di notte durante le ondate di calore estive degli anni 2015-2018.

Isola di calore notturna nell’area metropolitana di Milano, misurata come anomalia media di temperatura durante i mesi estivi 2015-2018 fra le 1 e le 3 del mattino (Progetto “Life Metro Adapt”, strategie e misure dell’adattamento al cambiamento climatico nella Città Metropolitana di Milano, 2018-2021).

È solo un motivo in più per argomentare a favore della riduzione del consumo di suolo. Il rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici – Edizione 2021” redatto dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA, che comprende le ARPA regionali e l’ISPRA), conferma anche coi dati dell’ultimo anno “la criticità del consumo di suolo nelle zone periurbane e urbane, in cui si rileva un continuo e significativo incremento delle superfici artificiali, con un aumento della densità del costruito a scapito delle aree agricole e naturali (…) I dati confermano l’avanzare di fenomeni quali la diffusione, la dispersione, la decentralizzazione urbana da un lato e, dall’altro, la forte spinta alla densificazione di aree urbane, che causa la perdita di superfici naturali all’interno delle nostre città, superfici preziose per assicurare l’adattamento ai cambiamenti climatici in atto”.

L’occasione che abbiamo, in questo numero, di parlare dell’impiantistica sportiva nei programmi di rigenerazione urbana, è anche l’occasione per ricordare ancora una volta che la risorsa suolo è limitata e che da oggi in poi qualunque progetto deve tenerne conto per il bene nostro e delle future generazioni.