Lo Speciale pubblicato in Tsport 365 mette a confronto la dimensione dei più grandi impianti sportivi esistenti al mondo, con i grandi eventi sportivi di livello internazionale: e non sempre c’è corrispondenza fra questi e quelli. Ultimo evento di cui parliamo in occasione di questo “Speciale”, gli europei di calcio del 1932 che ci vedranno – se tutto va bene – protagonisti insieme alla Turchia.
Speciale Grandi eventi
5 – UEFA Euro 2032 (2032 UEFA Men’s European Football Championship)

È dell’aprile 2023 il dossier di candidatura dell’Italia per gli europei di calcio 2032; all’epoca la situazione dei dieci stadi proposti per ospitare l’evento era di uno stadio già pronto, 3 con progetti attuabili ma non avviati, e cinque che potrebbero essere adeguati con opportuni interventi, ma non lo sono.
Nell’ottobre di quell’anno Italia e Turchia si accordarono per condividere l’evento: entro ottobre 2026 ciascun paese dovrà sottoporre quindi cinque stadi.
È notizia di fine settembre la nomina, da parte del ministro dello Sport Abodi, di un Commissario straordinario per gli stadi, con il compito di coordinare gli interventi sui siti per Euro 32: al momento in cui scriviamo è indicato l’ingegnere Massimo Sessa, presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Intanto, nel luglio di quest’anno, la FIGC ha effettuato sopralluoghi sui dieci stadi italiani, alla presenza di un rappresentante dell’UEFA. Le città devono presentare i migliori progetti infrastrutturali tra quelli già approvati, finanziati e cantierabili entro marzo 2027: ebbene, la situazione è ancora la stessa di due anni fa.

Esclusi, innanzitutto, gli stadi con una capienza inferiore a 35.000 posti.
Fra quelli che hanno i numeri, solo lo stadio della Juventus, a Torino, soddisfa tutti i requisiti richiesti dalla UEFA: non però per le finali perché non ha la capienza sufficiente
L’Olimpico di Roma necessiterebbe di importanti lavori di adeguamento, e Sport e Salute, in quanto proprietaria, si è dichiarata disponibile a investire per rientrare nei requisiti UEFA; la capacità è superiore ai 70.000 posti, quindi non ci sarebbero problemi da questo lato.
Lo stadio Maradona di Napoli potrebbe essere profondamente ristrutturato, ma i programmi in tal senso sono in stallo, e il Comune proprietario non può spingersi oltre un intervento limitato.
A Milano, San Siro non è in regola quanto a hospitality, servizi, accessibilità: le recenti attività per la vendita dell’area e la realizzazione di un nuovo stadio sono una possibilità, ma ancora non dimostrata.
Il Franchi di Firenze è più avanti quanto ai lavori di ristrutturazione: il loro completamento comunque non è affatto sicuro stanti i continui ripensamenti che si stanno avendo in corso d’opera.
Lo stadio Dall’Ara di Bologna ha un progetto già cantierabile, ma anche qui la lievitazione dei costi sta ponendo dei dubbi circa l’avvio concreto dei lavori.
Il progetto per il nuovo stadio del Cagliari è a buon punto: con una capienza al limite minimo, avrebbe la possibilità di essere realizzato entro il 2032.
Per il Bentegodi di Verona e il Ferraris di Genova la possibilità concreta di effettuare per tempo i lavori necessari di adeguamento sembra piuttosto remota, non essendoci alcuna certezza circa la reperibilità dei fondi necessari anche se ci sono cordate che si dichiarano disponibili a intervenire.
In via ancora non ufficiale altre città indicano la possibilità di costruire uno impianto adeguato entro il 2032: ad esempio Salerno con la ricostruzione dell’Arechi, o Palermo con uno stadio tutto nuovo.

I dieci stadi proposti dalla Turchia sono invece in regola: il presidente della UEFA Aleksander Čeferin ha ripetutamente criticato le infrastrutture obsolete dell’Italia, definendo i suoi stadi “a disgrace” e ammonendo le nostre autorità che “anche paesi piccoli come l’Albania hanno fatto più progressi” nella costruzione di stadi nuovi e modernizzati.
Il rischio è che la Turchia rimanga da sola a sostenere l’intero Europeo.
Con l’esperienza dei grandi eventi per i quali l’Italia si è candidata in passato, possiamo però fare delle ipotesi alternative alla rinuncia totale. Entro ottobre 2026 giureremo che, oltre allo Juventus Stadium, altri quattro stadi saranno cantierabili a brevissimo tempo (ad esempio: Roma, Firenze, Bologna, Cagliari); e poi incroceremo le dita per riuscire ad approntarli entro il 2032.
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