L’impronta ecosostenibile dei nuovi stadi per il calcio è un argomento centrale nella progettazione sportiva ed è anche un termometro di riferimento che ci permette di capire l’evoluzione del mercato e delle scelte che vengono messe in atto con gli impianti di nuova realizzazione.
Speciale Green Building / Stadi in legno di nuova generazione, a che punto siamo?

Rendering dello stadio dei Forest Green Rovers (by MIR).
Se dal lato puramente tecnologico si è già aperta una strada consolidata per quanto riguarda le soluzioni sostenibili legate all’apparato dei servizi e dei consumi di una macchina-stadio (dalla gestione dei rifiuti all’uso/recupero di acqua, fino a tutto ciò che concerne illuminazione ed energia), sul piano strutturale la varietà di soluzioni è più ampia e dobbiamo ancora assistere all’entrata in scena definitiva di un materiale che potrebbe risolvere tantissimi progetti – soprattutto su scala medio-piccola: il legno.
La stessa FIFA, nelle sue linee guida per la progettazione degli stadi (“Football Stadium Guidelines”, ultima edizione aggiornata al 2023) ha posto grande attenzione al tema della sostenibilità, dedicandogli una sezione intera del documento e indicando come un impianto per il calcio oggi debba tenere conto del rapporto con l’ambiente già dalle fasi della progettazione e della costruzione.
Attualmente, però, i casi di stadi “costruiti” in legno non sono molti, anzi, alcuni sono ancora su carta, in attesa che si sblocchino i relativi iter progettuali. Ma ci danno già alcune informazioni utili sulle possibilità offerte da questo materiale, e soprattutto un buon grado di fiducia nella diffusione di tale soluzione.


L’inaugurazione nel 2019 del primo stadio al mondo con almeno una tribuna realizzata in legno lamellare, il Westhills Stadium di Langford, Canada (arch. Jaime Manca di Villahermosa con Bear Stadiums, e Rubner Holzbau), aveva acceso un faro sulle potenzialità di un materiale fino ad allora quasi accantonato, soprattutto a causa dello strascico negativo legato a eventi di varia gravità nel calcio degli anni ‘70 e ‘80 (in particolare, i drammatici roghi dello Stadio Ballarin di San Benedetto del Tronto, 1981, e dello stadio Valley Parade di Bradford, 1985).

Qualche anno prima era stata invece completata la Pancho Arena (Doparum Architects, 2014), primo interessante tentativo di inserire elementi in legno in modo preponderante nella struttura, ma ancora con un’anima principale di cemento armato: lo stadio-bomboniera di Felcsút, Ungheria, è tutt’oggi considerato un’eccezionalità per le sue scelte estetiche che richiamano la tradizione dell’architettura organica locale. Utilizzando il legno laminato Glulam erano state ricreate una serie di colonne ad albero che andavano a comporre la volta interna della copertura, inserendosi però nei basamenti e nella struttura in cemento.

Un caso quasi embrionale rispetto ai due progetti – entrambi scaturiti dalla creatività dello studio Zaha Hadid Architects – che si stanno affacciando negli ultimi mesi e di cui si attende, finalmente, la realizzazione.
Ad Aarhus, in Danimarca, la trasformazione dello stadio locale del club AGF sta prendendo più tempo del previsto, in particolare per questioni di politica comunale e di aumento dei costi di costruzione, ai quali avrebbe ultimamente fatto seguito una seconda valutazione (peggiorativa) sullo stato dell’arte del terreno di fondazione dell’impianto.
Il progetto sarebbe però di grande qualità sia per l’estetica che per il rapporto con l’ambiente, e andrebbe a legare molto meglio l’impianto con l’ampio bosco circostante, attraverso un design dove il legno (materiale principale del nuovo edificio) disegnerebbe un doppio rivestimento segnato da costoloni principali minimali ed eleganti, e dal recupero di una porzione storica del precedente impianto da inglobare nel nuovo stadio.


Se in Danimarca, mentre scriviamo, l’iter sembra aver trovato uno stop improvviso, finalmente in Inghilterra ci sarebbe il via libera per un altro progetto di grande respiro ambientale (avviato nel 2019): quello del nuovo stadio del Forest Green Rovers.
Questo sì diventerebbe (per percentuale di materiale coinvolta) il primo stadio interamente in legno lamellare al mondo, in quello che è a tutti gli effetti un progetto paesaggistico che va a coinvolgere un’area all’intersezione 13 dell’autostrada M5, nel pieno della campagna del Gloucestershire. L’impianto sarebbe accompagnato dalla realizzazione di polo di ricerca scientifico; da un business park per le attività di sviluppo e ricerca energetica di Ecotricity (l’azienda di Dale Vince, proprietario del club); da una nuova pista ciclabile collegata a strade e vialetti locali; dalla riprogettazione del verde con piantumazione di circa 500 alberi e 2 km di siepi per bilanciare la realizzazione delle nuove strutture (con una proiezione dell’aumento del 12% della biodiversità di fauna e flora locali).

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