Il prossimo autunno

Alle soglie della ripresa dopo la breve pausa estiva, con l’uscita del nuovo numero di Tsport (in distribuzione dalla fine del mese di agosto) facciamo due brevi riflessioni sul lavoro che ci aspetta per i prossimi mesi.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 334
Lavori in corso al Centro Sportivo Comunale di Cernusco Lombardone (Lecco). Foto BG/Tsport.

I mesi estivi appena trascorsi hanno visto un susseguirsi di inaugurazioni e completamento di lavori sugli impianti sportivi di tutto il paese, segno di una corsa a recuperare il tempo perduto dopo il forzato stop decretato per fronteggiare l’emergenza sanitaria: siamo ora in vista di un autunno in cui dovremo dimostrare che l’economia la facciamo noi con il nostro lavoro.

Non siamo caduti in recessione per una crisi del sistema economico-finanziario, ma per il semplice divieto imposto alle aziende di lavorare e ai cittadini di consumare. I più recenti dati diffusi dall’ISTAT e dagli istituti di ricerca lo confermano.

Sul fronte delle commesse pubbliche non dovrebbero esserci rallentamenti, osservando quanto i Comuni continuino a programmare e Stato e Regioni a favorire in termini di contributi e finanziamenti (si veda il quadro delle iniziative vigenti redatto dall’Ufficio Studi della Camera dei Deputati, pubblicato anche in appendice al numero 334 di Tsport).

Bisogna invece che si metta mano con urgenza alla situazione delle Società e delle Associazioni Sportive Dilettantistiche, fortemente penalizzate dai divieti sanitari e che rischiano in molti casi di non potere riprendere le attività dello sport di base.

È in discussione in queste settimane la riforma dello sport, attraverso la stesura del Testo Unico in attuazione della legge delega dell’8 agosto 2019 (n. 86): un provvedimento che dovrà essere approvato entro il mese di novembre. Se, nella bozza attualmente conosciuta, compare qualche elemento positivo relativamente agli aspetti giuslavoristici degli addetti, il nodo della discussione verte soprattutto sulla ricercata separazione tra lo sport olimpico, affidato al Coni, e quello di base gestito direttamente dal Governo: un dettaglio non da poco, motivo di forti prese di posizione in sede politica.

In questo contesto, la riforma non appare ancora disegnata per venire veramente incontro alle società più piccole. E un nuovo assetto del sistema, anche se fosse positivo, non potrà certo avere conseguenze immediate.

Ci avviamo dunque verso l’autunno con la volontà di ricostruire quanto abbiamo perso nei mesi del lockdown, auspicando che il Governo faccia le giuste scelte e che una eventuale recrudescenza pandemica ci veda tutti preparati – la Sanità per prima – evitandoci nuove chiusure che non sarebbero più economicamente sostenibili.