Speciale Tokyo 2020: Impianti nuovi, vecchi, temporanei

Tokyo 2020 è stata un’Olimpiade sfortunata per la programmazione slittata di un anno, e per la forzata esclusione, quasi totale, del pubblico previsto, a causa della pandemia globale, ma riuscita poi sul piano dei risultati sportivi, e per gli italiani in particolare.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 340
La tredicenne brasiliana Larissa Leal, la più giovane medaglia delle Olimpiadi, argento nello skateboard street il 26 luglio scorso (foto A.Ricardo/Shutterstock).

In questo quadro, oltre quaranta luoghi dello sport, nella capitale e non solo, sono stati coinvolti nel grande Evento, e la creazione di (pochi) nuovi impianti, il rinnovamento di quelli vecchi (spesso risalenti a Tokyo 1964), e la promozione di nuovi sport al loro debutto olimpico, lasciano ora un’eredità che merita di essere riconosciuta.

Nello “Speciale” di Tsport 340 abbiamo passato in rassegna i luoghi di Tokyo 2020: vai all’indice delle schede dei singoli impianti.

Tokyo oggi, 2021

Quasi 14 milioni di abitanti nella città vera e propria, ma circa 40 nell’immenso agglomerato urbano che, senza soluzione di continuità, si espande sulle vicine prefetture di Chiba, Kanagawa e Saitama.

Tokyo è una delle più grandi megalopoli del mondo, ed è noto il mix di modernità e tradizione che la caratterizza. L’occasione della 32esima Olimpiade è stata colta dal Giappone per consolidare il sistema sportivo del paese cercando di minimizzare i consumi e ridurre quanto più possibile la costruzione di nuovi impianti, affrontando piuttosto l’efficientamento di quelli esistenti, che risalgono spesso all’epoca della 18esima (Tokyo 1964).

Peraltro, grazie all’efficientissimo sistema di trasporti nipponico, gli impianti sono in gran parte raggiungibili con facilità dal Villaggio Olimpico, essendo raggruppati in due cluster principali, uno sulla baia di Tokyo e l’altro nella cosiddetta “Heritage Zone” – l’area centrale che conserva molte delle eredità lasciate dai precedenti Giochi.

Accanto alle sedi permanenti, sono poi stati allestiti alcuni siti temporanei in luoghi aperti che verranno successivamente smantellati; i materiali per queste strutture provvisorie sono stati, ove possibile, affittati o noleggiati, nell’ottica di ridurre i costi complessivi dell’Olimpiade. Risparmio vanificato dalla necessità di prolungare gli affitti stessi di oltre un anno.

Il costo ufficiale risulta essere di 15,6 miliardi di dollari (già il doppio di quanto preventivato al momento della candidatura: 7,3 miliardi); il CIO interviene con 1,5 miliardi, mentre 6,7 miliardi provengono da sponsor; gli altri sono investiti dal Governo. È facile ritenere però che alla resa dei conti, stante il ritardo di un anno e le difficoltà organizzative dovute alla prevenzione sanitaria, e infine ai mancati introiti da biglietti d’ingresso e merchandising, i costi finali saranno ben più elevati.