Lo scorso 19 ottobre a Palazzo Chigi è stata presentata un’idea di progetto per il ripristino del centro sportivo ormai noto alle cronache. Idee e rendering per dimostrare (soprattutto) che lo Stato c’è.
Il Delphinia di Caivano visto dal Governo

Rendering della piazza centrale con la torre che si ispira ai “forni etruschi” ritrovati in zona.
Come abbiamo già visto attraverso la storia del Centro Sportivo Delphinia di Caivano (Napoli), dal 2018 la gestione era stata abbandonata ed erano in corso le procedure per la sua riqualificazione con un intervento in project financing.
Nel frattempo, l’impianto, rimasto abbandonato e in via di crescente degrado, è entrato nelle pagine della cronaca nera fino a quando il Governo ha dichiarato l’intenzione di provvedere in prima persona al risanamento della struttura sportiva come esempio del riscatto – soprattutto sociale – di una intera porzione di città.

Accantonata quindi la procedura di aggiornamento del project financing già presentato, il primo atto è stata la nomina di un commissario straordinario ad hoc, individuato con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, dopo l’entrata in vigore del decreto-legge del 15 settembre contenente “Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale”. Il Consiglio Comunale di Caivano era intanto stato sciolto con DPR del 31 agosto, a seguito della dimissione di 13 consiglieri su 24, mentre con decreto prefettizio era stato nominato Commissario con funzione di Sindaco l’ex prefetto Gianfranco Tomao. Il Commissario Straordinario nominato per la riqualificazione è invece Fabio Ciciliano.
Aggiungiamo, per completezza dell’informazione, la notizia (del 31 ottobre) che sono stati effettuati degli arresti per infiltrazione della criminalità organizzata nelle attività dell’amministrazione comunale, in particolare nella gestione degli affidamenti degli appalti per i lavori pubblici: il che giustifica ulteriormente l’intervento diretto del Governo.


Il progetto
Azzerato quindi il precedente governo del Comune di Caivano, lo Stato ha preso in mano le redini della ricostruzione, affidando a Sport e Salute il compito di far rinascere l’impianto sportivo attraverso un intervento esteso su 50.000 metri quadrati e con un impegno economico di 9.300.000 euro.
Il progetto (o meglio l’idea di progetto, in quanto siamo al livello dei classici rendering che ogni progettista predispone preliminarmente per far accettare il lavoro al cliente) è stato presentato in una conferenza stampa il 19 ottobre scorso a Palazzo Chigi, aperta dal ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi.


La riqualificazione prevede la possibilità di svolgere oltre 40 diverse discipline sportive. Saranno innanzitutto riqualificati gli esistenti palestra, piscina, campo polivalente e campo di calcio a cinque. È poi previsto l’inserimento di uno skatepark, di un’area fitness outdoor, di due campi da tennis, tre campi da padel, un campo di bocce, una pista per l’atletica, una pedana per il salto in lungo e salto con l’asta ed una parete per l’arrampicata sportiva. L’adiacente parco attrezzato sarà riqualificato dai Carabinieri Forestali e dotato di attrezzature fisse per il fitness. Skatepark e playground saranno allestiti e decorati dai ragazzi della comunità attraverso appositi gruppi di lavoro.
Una piazza centrale dovrebbe essere il cuore dell’intervento, con “una torre che richiama i ritrovamenti etruschi nell’area” (sic).


I tempi di realizzazione indicati dal progetto sono strettissimi: appalto entro il mese di novembre, inizio lavori il 1° dicembre, fine lavori il 31 maggio 2024. Da notare l’intervento di Marco Mezzaroma, Presidente di Sport e Salute, il quale, in nome del coinvolgimento del territorio, ha annunciato il lancio di “una call pubblica per manifestazioni di interesse da parte di tutte le imprese, sia pubbliche sia private, a contribuire attraverso sponsorizzazioni e forniture alla realizzazione del complesso di Caivano”, così da ridurre possibilmente i costi dell’intervento.
Se il lavoro può essere fatto, il punto critico – come la storia insegna – è la successiva gestione, che sarebbe stata garantita dagli stessi operatori in caso di project financing.
Qui espone invece il programma lo stesso Abodi: “Immaginiamo una gestione che veda lo Stato protagonista ma non con le divise quanto con le tute. Stiamo lavorando ad un piano di gestione che coinvolga i Corpi civili dello Stato ed i Gruppi sportivi militari, attraverso i loro tecnici e anche coinvolgendo gli atleti olimpici e paralimpici di primo piano”.
Insomma un’operazione emergenziale, un po’ come il Ponte Morandi di Genova, che per questo potrebbe anche riuscire; e per il seguito, staremo a vedere.