L’erba sintetica in Italia a 15 anni dal congresso di Torino. Intervista ad Antonio Armeni.

Speciale erba 2021.
Il punto sulla diffusione dell’erba sintetica in italia: abbiamo posto alcune domande ad Antonio Armeni, Presidente Commissione impianti sportivi in erba artificiale della LND.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 337
Olgiate Comasco, centro sportivo Pineta (archivio Tsport).

Tsport: Fin dal 2005 la Lega presentava, in un convegno, la bozza di un regolamento per la realizzazione di un campo in erba sintetica, frutto del lavoro di un’apposita commissione istituita nel 2001.

Da allora il regolamento è stato pubblicato e aggiornato fino all’edizione oggi in vigore.

Chiediamo ad Antonio Armeni: che cosa è cambiato nel mondo dell’erba sintetica in questi 15 anni?

LND: Nel corso dei 15 anni trascorsi dall’entrata in vigore del Regolamento per la realizzazione di campi in erba sintetica si è continuato a lavorare per migliorare la qualità degli stessi, perseguendo i tre aspetti che da sempre sono stati considerati alla base delle modifiche apportate e degli studi effettuati.

–  la sicurezza dei fruitori delle superfici sintetiche attraverso i test di performance derivanti dagli studi di biomeccanica (ossia lo studio dell’interazione della superficie sportiva in erba artificiale e il corpo del giocatore nello svolgimento delle azioni di giuoco);

–  la durabilità delle superfici installate attraverso i test destinati a verificare le caratteristiche di resistenza dei componenti, sia agli agenti atmosferici che ai carichi a all’usura;

–  l’impatto ambientale, a partire dalla verifica del rilascio dei metalli pesanti (primo test introdotto nei Regolamenti) fino alla verifica del contenuto di Idrocarburi Policiclici aromatici e Ftalati con i requisiti previsti dal Regolamento Europeo Reach e al più recente aspetto legato alle microplastiche.

Riadeguando costantemente, in base a quanto sopra, l’installazione delle superfici e la rispondenza dei componenti utilizzati alle diverse normative, così come attraverso il protocollo di sperimentazione condiviso con i produttori, al fine di verificare e allargare la scelta di componenti, sia per la realizzazione dei sottofondi che per i materiali destinati ai sistemi installati.

TS: Nello stesso anno la LND affermava che vi erano in Italia 15.000 campi con superfici potenzialmente trasformabili in erba sintetica, prevedendo uno sviluppo favorevole del settore. Quali sono oggi i numeri? Quanti di questi campi sono stati trasformati?

Da un nostro monitoraggio, negli ultimi due anni il 42% dei cantieri relativi a impianti sportivi è riferibile ai campi di calcio e di calcetto, e per la maggior parte riguardano la posa o la sostituzione del manto in erba sintetica. Quanti di questi chiedono l’omologazione? E quali motivazioni consigliano di omologare un campo anche quando non è previsto vi si debbano giocare tornei ufficiali?

LND: Dal 2005 a oggi, considerando sia nuove realizzazioni che rifacimenti, sono stati omologati circa 1920 campi attraverso l’effettuazione dei test di rispondenza ai valori prestazionali previsti dal Regolamento per l’ottenimento del certificato di omologazione, che permette di giocare le partite della LND. Prima di effettuare i test di omologazione si deve procedere al Collaudo del Sottofondo, per ottenere l’autorizzazione alla posa del manto. L’omologazione è consigliata anche per i campi non destinati a tornei ufficiali, in quanto il percorso di realizzazione dei campi in sintetico indicato nei Regolamenti, fino al raggiungimento dell’omologazione, garantisce tutti i parametri di sicurezza a durabilità su cui si fondano i Regolamenti stessi e che sono a tutela sia dei fruitori delle superfici che di chi ha investito nella realizzazione delle stesse.

I Regolamenti a oggi sono applicabili solo ai campi regolamentari a 11.

TS: Torniamo ai primi anni: nel 2005 si dibatteva sulla sicurezza dell’intaso prestazionale, derivante dall’uso degli pneumatici usati. All’epoca il riferimento tecnico era la norma tedesca DIN 18035. Oggi le preoccupazioni sono superate, con le dettagliate specifiche contenute nel regolamento LND, o ci sono ancora diffidenze da parte del pubblico e degli atleti, nei confronti del sintetico?

LND: La LND si è sempre mossa con largo anticipo in merito all’impatto ambientale e alla sicurezza dei giocatori, come dimostrano I Regolamenti emanati e quanto più sopra indicato a questo proposito (a partire dell’eliminazione dell’utilizzo di SBR nero fino alle microplastiche). Le diffidenze che possono ancora rilevarsi da parte del pubblico e/o degli atleti, sono sicuramente derivanti dall’informazione relativa a questi aspetti, che diventa sempre più diffusa, ma che spesso non si accompagna a un approfondimento specifico nei diversi settori. Siamo sicuri che se si riuscisse a far conoscere l’aspetto tecnico e normativo che si cela dietro al settore dei campi in sintetico, così come i requisiti fissati dai Regolamenti, agli utenti finali, le diffidenze sarebbero dissipate percependo il lavoro svolto e la garanzia derivante dall’utilizzo di Regolamenti considerati fra i più completi a livello internazionale.

TS: La LND sembra favorevole alla diffusione dell’erba sintetica rinforzata, che oltretutto piace anche alle prime squadre ancora poco entusiaste del sintetico puro: pensa che sia una vera e propria evoluzione del concetto di erba sintetica o sarà sempre un’alternativa riservata ai club più quotati per costo e necessità di manutenzione?

LND: L’erba sintetica rinforzata rappresenta certamente un passo in avanti e una valida alternativa ai campi totalmente in erba naturale, ma non può essere considerata un’evoluzione del concetto di erba sintetica. Il costo di manutenzione di una superficie di questa tipologia è infatti più alto di quello di una superficie sintetica e il suo sfruttamento in termini di ore di gioco/durata della superficie inferiore. Questi aspetti spiegano perché l’utilizzo dell’erba sintetica rinforzata dovrebbe eventualmente essere preso in considerazione da club con una disponibilità economica coerente con queste caratteristiche. È infatti fondamentale che venga svolta la regolare manutenzione, al fine di garantire il mantenimento delle caratteristiche di ogni superficie e dei requisiti richiesti per l’omologazione. In caso contrario non si garantirebbe più il rispetto di tutti gli aspetti di sicurezza a tutela dei giocatori.

TS: Ci sono novità in vista da parte della LND? 

LND: L’impegno della LND per il futuro resta lo stesso che ha caratterizzato il lavoro di questi 15 anni: migliorare costantemente la qualità dei campi in erba sintetica con il sostegno degli studi anche da parte dei produttori, volti ad ottenere prestazioni sempre più soddisfacenti nel rispetto dell’ambiente.