Sintetico o naturale: i motivi di una scelta

Speciale Erba 2021.
Non è facile entrare in modo neutrale nel tema divisivo della scelta tra una superficie sportiva in erba naturale o sintetica. Sicuramente ci si trova davanti a una questione di budget (investimento iniziale e in seguito oneri di manutenzione); ma è importante soprattutto avere un’idea precisa dell’uso che si farà del campo sportivo.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 337
(foto NetVideo / Shutterstock).

I costi e l’uso del campo

Sec ci troviamo a dover scegliere tra sintetico o naturale dobbiamo dunque analizzare diversi aspetti.

L’erba naturale, come è noto, difficilmente può sopportare un’intensità d’uso superiore alle 5-600 ore l’anno senza deteriorarsi irrimediabilmente.

D’altra parte se parliamo di ecosostenibilità è evidente che il manto naturale sia la soluzione ideale: con l’avvertenza di un corretto uso dei pesticidi e la consapevolezza che richiederà una notevole quantità di acqua per l’irrigazione.

Per contro, la superficie sintetica, che può sopportare oltre mille ore di gioco all’anno e in tutte le condizioni atmosferiche, presenta problemi di compatibilità ambientale (di cui parliamo qui) soprattutto a fine vita.

Tornando all’aspetto economico, l’investimento iniziale è certamente maggiore se si sceglie l’erba sintetica; né si deve ritenere che questa soluzione eviti del tutto la necessità di spese per la manutenzione, che è necessaria anche sui manti artificiali.

Il costo di realizzazione di un campo a 11 può andare dai 400.000 ai 600.000 euro, a seconda del tipo di drenaggio, dell’intaso prestazionale, della tecnologia del filato (si veda il prezziario di massima pubblicato nella sezione “Strumenti per il progettista” di questo portale).

Un manto in erba naturale, se realizzato a semina, costa meno di 150.000 euro, e può arrivare a 250.000 se si impiega l’erba precoltivata in rotoli a pronto effetto.

Successivamente, è necessario prevedere una corretta manutenzione ordinaria annuale e una manutenzione straordinaria periodica, indispensabili per mantenere l’erba in efficienza: i costi da prevedere sono di almeno 20.000 euro l’anno (partendo dal presupposto che la realizzazione sia stata fatta a regola d’arte).

Anche il tappeto artificiale, come abbiamo già detto, richiede una costante manutenzione, dettagliatamente descritta nel “Regolamento” della LND, con un costo prevedibile di circa la metà.

Nella valutazione economica va poi ricordato che la durata del manto in erba sintetica difficilmente potrà superare i dieci /dodici anni: a questa scadenza, pertanto, si dovrà prevedere un nuovo investimento ex-novo con l’aggiunta dei costi per lo smaltimento del vecchio manto.

Le prestazioni

È la stessa cosa giocare su un campo in erba naturale, sintetica, o (come vedremo in un altro articolo) ibrida?

Anche se le caratteristiche dei tappeti artificiali vanno sempre più avvicinandosi a quelle dei manti naturali, le differenze ci sono ancora, se i grandi club preferiscono ancora il naturale o, eventualmente, sul naturale rinforzato.

Abbiamo più volte, nel corso degli anni, riportato gli esiti di studi – commissionati da organismi super partes oppure da produttori di manti sintetici – che cercano di verificare la corrispondenza di una tipologia con l’altra, in termini di sicurezza e qualità del gioco.

A titolo indicativo, riportiamo qui sotto una tabella, pubblicata dal blogger Guy Oldenkotte, che riporta in sintesi i risultati del laboratorio Labosport France, il quale ha testato con le metodologie del FIFA Quality Programme for Football Turf una grande quantità di campi in erba naturale, ibrida e sintetica.

Conclusione

In definitiva, si torna al punto iniziale: qual è l’uso che si prevede di fare del campo? Se escludiamo le esigenze dei grandi club professionistici (dove potranno prevalere specifiche necessità di performance), il quadro complessivo dell’investimento dovrà tener conto di quanto potrà fruttare il campo in termini di ore giocate. È facile prevedere che per un campo a undici l’erba sintetica diventi conveniente in vista di un uso intensivo, e meno se l’uso sarà più limitato. Sui campi di calcetto, invece, data la limitata superficie e l’uso prevedibilmente intensivo, sarà la scelta preferita anche dal punto di vista economico. 

E l’ibrido? Ne parliamo in questo articolo con l’intervento di un esperto del settore.