Inaspettatamente, al primo incontro tra il neo-rieletto Sindaco di Milano e i vertici di Milan e Inter, il progetto per il nuovo stadio sembra sbloccato: con la rinuncia alla volumetria non conforme al PGT. E qualche nuovo interrogativo.
San Siro: accordo apparente. Ben venga, SE vince l’urbanistica.
(Foto BG/Sport&Impianti).
Una delle prime mosse che Giuseppe Sala, appena rieletto Sindaco di Milano, ha messo in atto è stato l’incontro con le due società promotrici dell’intervento per il nuovo stadio che andrebbe a sostituire il Meazza.
Incontro che – con inattesa rapidità – ha portato a un accordo di massima per poter riavviare l’iter di approvazione, a cominciare dalla necessaria dichiarazione di pubblico interesse.
Le volumetrie
Quello che più sorprende è l’accettazione, da parte di Milan e Inter, della condizione fino ad oggi dirimente e quindi ostativa: il rispetto delle volumetrie previste dal Piano di Governo del Territorio per quel comparto.
La rinuncia a 46.000 metri quadrati di consumo di suolo (con un taglio delle volumetrie accessorie allo stadio, dagli iniziali 0,63 mc/mq agli 0,35 consentiti dal PGT) rende l’intervento “compatibile” con le previsioni urbanistiche.
Questo pone qualche interrogativo.
I due progetti ben noti, fra cui scegliere, devono essere totalmente rivisti per quanto riguarda ciò che non concerne lo stadio puro e semplice: torri residenziali e direzionali, centri commerciali, e quant’altro, saranno dimezzati.
Tuttavia il piano economico finanziario pareva fondare la sua fattibilità proprio sulle volumetrie accessorie: come verrà ridefinita la road map, e da quali investitori? E se era possibile conformarsi agli strumenti urbanistici vigenti, perché non è stato fatto prima?
San Siro e le Olimpiadi del 2026
Nessuno può ancora cantar vittoria: siamo solo al primo passo di un lungo percorso.
Nella stessa occasione, Giuseppe Sala ha dichiarato che la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 si terrà comunque nello storico Meazza. Il quale, quindi, di qui a quattro anni, non sarà abbattuto. Si pensa a un evento in pieno cantiere?
Se i comitati a difesa del vecchio impianto restano fermi sull’ipotesi che questo possa essere ristrutturato (come dimostra, fra tutti, il progetto dell’ingegner Aceti, di cui abbiamo parlato in questo articolo), i due club insistono sulla necessità di uno stadio concepito con criteri moderni, e non sono intenzionati a tornare indietro.
Certo si poteva progettare un nuovo impianto altrove, conservando il Meazza in un quadro di implementazione delle dotazioni sportive della città. Adesso – se non verranno cambiate le carte in tavola – il rispetto dell’urbanistica è apparentemente salvo: bisognerà però avere la pazienza di aspettare le prossime fasi per capire che cosa davvero succederà a San Siro nei prossimi anni.