La piscina coperta del Foro Italico a Roma

Un’icona del nuoto italico è la piscina appartenente al complesso sportivo di quello che, alla sua nascita, era il Foro Mussolini. Ecco un cenno storico.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 327

Si dice che in antico i condannati a morte venissero gettati a mare da un’alta rupe di un’isoletta dello Jonio, detta Leucadia. I pochissimi che sopravvivevano erano graziati. Alcuni sostengono che la pratica natatoria sia nata in questo modo. Ma non v’è certezza. Comunque, a giudicare dai mosaici a tema acquatico che i nostri antenati lasciarono nelle loro residenze, il nuoto doveva essere tenuto in alta considerazione. Più o meno come oggi dove la piscina è la ‘casa’ di questo sport. Ma può una piscina essere, oltre che palestra d’esercizio natatorio, anche museo d’arte? La risposta è affermativa se ci riferiamo alla storica piscina del Foro Italico, realizzata nel 1937 da Costantino Costantini all’interno del Palazzo delle Terme. Nelle piscine criteri igienici e di pulizia hanno sempre suggerito l’uso dei marmi e della ceramica per pavimentazioni e pareti. In questo caso si tratta di un vero rifulgere di questi materiali, utilizzati per la creazione di opere artistiche, come mosaici e statue.

La piscina è al centro di un vasto complesso di edifici e di impianti sportivi posto fra il Tevere e le pendici di Monte Mario, ideato a partire dal 1928 e denominato allora Foro Mussolini, poi trasformato in Foro Italico. Fu uno dei più significativi e completi interventi urbanistici del regime con il dichiarato intento di coniugare la pratica dello sport con la formazione dell’ideologia di partito. A livello di linguaggio architettonico fu un significativo esempio del non sempre partecipato passaggio dal classicismo a un più deciso razionalismo e non a caso fu definito esempio di ‘sincretismo’ fascista. Il piano complessivo fu concepito, fra il 1928 e il 1932, da Enrico Del Debbio con una ridefinizione finale di Luigi Moretti e una particolare attenzione all’inserimento nell’ambiente.

Interno della piscina coperta in una foto del 1937 (Istituto Luce)
Interno della piscina coperta in una foto del 1937 (Istituto Luce)

Ad aumentare il pregio degli impianti sta poi il diffuso e didascalico uso delle arti figurative, sia nella statuaria sia nei mosaici, che trova proprio nella piscina uno dei momenti più alti e apprezzati. I mosaici pavimentali furono disegnati da Giulio Rosso (1897-1976), artista apprezzato da Giò Ponti, che lo fece sempre partecipe nelle prime annate della rivista ‘Domus’ e da Marcello Piacentini che lo chiamò a decorare molti suoi edifici, mentre quelli parietali sono di Angelo Canevari. Alla realizzazione fu chiamata la titolata Scuola Mosaicisti del Friuli che, nell’insieme, coprì di mosaici oltre 10 mila mq del Foro Mussolini. Il castello per i tuffi fu aggiunto da Pier Luigi Nervi in occasione delle Olimpiadi del 1960.

La piscina è anche stata oggetto di un recente spot pubblicitario (vedi: Ti tufferesti…? Una storia di comunicazione)

I mosaici parietali di Angelo Canevari dietro il trampolino

Un filmato dell’istituto Luce risalente al 16 giugno 1937