Speciale PNRR: Intervista a Riccardo Marini (Mast Gruppo)

Sport&Impianti ha posto alcune domande all’architetto Riccardo Marini, responsabile commerciale di Mast, uno dei principali costruttori di impiantistica sportiva nel panorama nazionale, attiva nel partenariato pubblico privato e direttamente interessata da molte iniziative finanziate con i fondi PNRR.

Centro sportivo a Bedizzole (Brescia)

L’impiantistica sportiva, che rappresenta una parte importante, anche se non l’unica, dell’operatività di Mast, è secondo voi un settore con nuove prospettive di crescita? E in particolare lo è per gli impianti pubblici piuttosto che per i privati?

Sicuramente il settore dell’impiantistica sportiva ha una grande prospettiva di crescita continua, in quanto si qualifica non solo come luogo dove poter praticare lo sport a livello agonistico o amatoriale, ma anche, ed in certi casi soprattutto, come luogo aggregativo ed educativo, basti pensare ai centri giovanili oratoriali o ai parchi inclusivi. Lo sport è salute, ma per praticare lo sport in maniera corretta a livello funzionale e culturale è necessario investire nelle strutture e nelle persone qualificate che hanno l’onere di accompagnare le nuove generazioni in un percorso di crescita che tocca molteplici lati della sfera personale. Pertanto, tornando al cuore della domanda, credo che ci sia molto da investire e da realizzare in questo settore, sia nell’ambito pubblico, che privato, anzi credo che spesso i due soggetti debbano correre fianco e fianco con progettualità integrate, perché l’uno ha sempre necessità dell’altro.

Una parte significativa della vostra attività si basa su programmi di Partenariato Pubblico Privato. Le tre tipologie di PPP sono sempre la soluzione migliore per le Pubbliche Amministrazioni che faticano ad investire e a gestire gli impianti sportivi? 

Il Partenariato Pubblico Privato nelle sue diverse forme rappresenta uno strumento molto interessante, che purtroppo non è ancora sfruttato con dimestichezza sulla larga scala. Noi crediamo molto nello sviluppo di questa materia perché rappresenta la possibilità di investire risorse economiche trasferendo i principali rischi dell’operazione al soggetto privato e di elaborare progetti alla ricerca della qualità e dell’efficienza. Concetti distanti dai classici, e di frequente problematici, appalti pubblici per la costruzione di opere, dove il criterio di valutazione è spesso fondato unicamente su uno sconto percentuale in termini economici, senza una accurata selezione degli operatori o una relativa premialità dal punto di vista tecnico. A seconda delle peculiarità dell’operazione si può optare per una delle diverse forme di PPP, trovando quella che meglio si addice alle esigenze del Pubblico e del Privato in questione. Questo strumento è fondamentale per aiutare le PA sia dal punto di vista procedurale: un’unica procedura per finanziare, progettare, costruire e, a volte, gestire l’opera; oltre che dal punto di vista finanziario. Vi pongo una riflessione: se la materia del PPP fosse più utilizzata e meglio conosciuta dalle PA, che effetto leva avrebbe consentito questo strumento, considerando le ingenti somme di denaro pervenute con il PNRR?

L’attuazione del PNRR in Italia mostra luci ed ombre. Per voi ha significato un aumento delle occasioni di lavoro? O ha fatto emergere qualche tipo di problema nella vostra attività? 

L’attuazione del PNRR ha offerto comunque una grande opportunità alle Pubbliche Amministrazioni, pertanto le occasioni di lavoro sono certamente aumentate, per tutti. Nonostante ciò, si è notato che molti delle opere finanziate, forse a causa del numero importante di progetti redatti in sovrapposizione ed alla conseguente riduzione delle tempistiche disponibili, risultano carenti in molti dettagli che comportano difficoltà in fase d’esecuzione. Questa situazione ha dato una lezione alle PA, ovvero quella di programmare il lavoro per tempo, preparare i progetti desiderati in anticipo, in modo da poterli perfezionare ed utilizzare al momento opportuno.

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