Speciale – Le Missioni del PNRR

A tre anni dal varo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, pur nella scarsezza di dati aggiornati sull’andamento complessivo dei lavori che il Piano si è promesso di portare a compimento, con lo Speciale di TSPORT 356 facciamo il punto di quanto è stato fatto fino ad oggi nel campo dell’impiantistica sportiva.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 356
L’edificio Berlaymont della Commissione Europea situato alla rotonda Schuman, Bruxelles, Belgio (PP photos/Shutterstock).

Con Italia Domani il Paese avrà una Pubblica Amministrazione più efficiente e digitalizzata. I cittadini italiani beneficeranno di trasporti più moderni, sostenibili e diffusi. Gli investimenti e le riforme renderanno il Paese più territorialmente coeso, con un mercato del lavoro dinamico e privo di discriminazioni generazionali e di genere. Grazie al digitale, la sanità pubblica sarà vicina alle persone.

Con l’integrazione degli interventi previsti dal Repower EU, l’Italia potrà ridurre la propria dipendenza dai combustibili fossili e accelerare il processo di transizione verde, creare competenze diffuse nei settori pubblico e privato su tematiche green, potenziare le infrastrutture e gli impianti energetici e favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili.

Questo è l’incipit del sito web del Governo italiano dedicato all’informazione sui contenuti del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che qui viene chiamato Italia Domani e che mette insieme quanto deriva dal Next Generation EU (il piano europeo varato a seguito della pandemia) con il REPowerEU (il piano varato in seguito ai problemi di approvvigionamento energetico con la Russia).

La comprensione di quello che banalmente continuiamo a chiamare PNRR è difficoltosa fin dalle prime definizioni. Questa è la sintesi che ci offre il sito della Camera dei Deputati

Al fine di accedere ai fondi del Dispositivo di ripresa e resilienza (Recovery and Resilience Facility – RRF), nel quadro del Next Generation EU (NGEU), l’Italia ha presentato il 30 aprile 2021 il proprio Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), approvato con Decisione di esecuzione del Consiglio dell’UE del 13 luglio 2021.

Il Governo italiano il 7 agosto 2023 ha presentato una proposta di modifica del proprio PNRR, comprensiva del nuovo capitolo REPowerEU. La Commissione europea ha espresso una valutazione positiva del PNRR modificato, il quale è stato approvato con Decisione di esecuzione del Consiglio dell’UE l’8 dicembre 2023.

Il nuovo PNRR modificato con Decisione del Consiglio UE l’8 dicembre 2023 ammonta a 194,4 miliardi di euro (122,6 miliardi di prestiti e 71,8 miliardi di sovvenzioni) e comprende 66 riforme, sette in più rispetto al piano originario, e 150 investimenti. Rispetto alla dotazione iniziale di 191,5 miliardi, l’aumento è dovuto a 2,76 miliardi come contributi a fondo perduto (sovvenzioni) per la realizzazione del RePowerEU e 145 milioni a seguito dell’aggiornamento del contributo finanziario massimo.

Il Piano aggiornato si articola in 7 Missioni, ovvero aree tematiche principali su cui intervenire, individuate in piena coerenza con i 6 pilastri del Next Generation EU. Le Missioni si articolano in Componenti, aree di intervento che affrontano sfide specifiche, composte a loro volta da Investimenti e Riforme.

Il monitoraggio del piano

Per riuscire a capire come si sta muovendo l’attuazione del PNRR, andando più a fondo rispetto ai generici (e trionfalistici) annunci del raggiungimento degli obiettivi intermedi (con la conseguente erogazione delle corrispondenti rate da parte dell’Europa) ci viene incontro la preziosa attività della fondazione openpolis che analizza e pubblica dati e analisi, mettendoli liberamente a disposizione di tutti.

Gli esiti del tentativo di analisi del PNRR non sono però confortanti.

Infatti i dati pubblici relativi all’avanzamento dei progetti sono tardivi, incompleti, e spesso non coerenti con quanto emerge dall’incrocio con altre fonti (quali, ad esempio, la banca dati dell’Anac sugli appalti); e questo anche perché i singoli Enti che dovrebbero caricare le informazioni sulla piattaforma dedicata Regis non lo fanno né tempestivamente né in modo coerente e univoco. Non è quindi possibile capire quante risorse sono state effettivamente utilizzate fino a un dato momento, nonostante il Governo annunci periodicamente delle stime complessive.

Né si può fare affidamento sul “raggiungimento degli obiettivi” in base al quale l’Europa ci eroga le successive rate; infatti questi obiettivi (“milestones” o “target”, a seconda dei casi) sono spesso delle pure astrazioni. Fino ad oggi consistono infatti nel varo dei decreti di ammissione al finanziamento, nella pubblicazione di avvisi per la selezione dei progetti, nell’emanazione di decreti che attribuiscono le risorse ai Comuni: la effettiva progettazione, e quindi realizzazione delle opere è oggetto di scadenze successive, ben più difficili da rispettare.

La chiarezza sull’andamento del Piano viene ancor meno a seguito della revisione del PNRR, approvata dalla Commissione UE il 24 novembre scorso.

Non è leggibile (al momento in cui scriviamo) un quadro esatto di quali progetti siano stati tagliati (e come saranno rifinanziati), quali modificati, quali aggiunti. Un’operazione che comunque si è resa necessaria per far fronte ad aumenti di costi, a impossibilità di portare a compimento le gare nei tempi richiesti, sostituendo così progetti scomodi e irrealizzabili con altri obiettivi di più facile conseguimento.

Inoltre sono stati rimodulati centinaia di “obiettivi”, con il risultato di ridurre quelli previsti per il 2023 (così da migliorare la “performance” nell’immediato), aumentando la quota di quelli da raggiungere nei prossimi trimestri fino al 2026.

Un elemento che consente di avere nuovi elementi di valutazione è la recente pubblicazione del decreto legge 19/2024. Questo atto governativo contiene indicazioni circa l’attuazione del piano. Inoltre fornisce indicazioni sulle risorse stanziate per portare a compimento quei progetti rientranti in misure che sono state stralciate del tutto o in parte, oltre alle indicazioni sulle fonti di finanziamento utilizzate.

Nonostante questo, c’è ancora un aspetto fondamentale da chiarire. Infatti non è tuttora disponibile un dataset aggiornato su tutti i progetti che saranno realizzati con i fondi del piano. Di conseguenza non è nemmeno possibile capire quali saranno portati a termine con altre fonti e quali invece saranno eliminati del tutto. Le informazioni disponibili a questo proposito infatti sono aggiornate al 31 dicembre 2023, e per lo più non tengono conto dell’approvazione del nuovo Pnrr.

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