Ponte San Pietro (Bergamo): palazzetto dello sport “Angelo Rottoli”

Nel caldissimo pomeriggio del 13 agosto scorso il Sindaco di Ponte San Pietro ha tagliato il nastro del PalaPonte, il palazzetto dello sport, la cui costruzione è stata scandita dai tempi del Covid, che proprio nella provincia bergamasca ha visto la fase più acuta nella primavera del 2020.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 342
palaponte ponte san pietro
(Le foto degli esterni sono degli autori, le foto degli interni sono della redazione di Tsport).

Con l’occasione dall’inaugurazione si è voluto rendere omaggio al pugile Angelo Rottoli, nato in questi luoghi, campione negli anni ’80, fra le prime vittime della pandemia, intitolandogli il nuovo impianto sportivo.
Un impianto che i progettisti hanno pensato come uno spazio moderno, multisportivo e soprattutto “sostenibile” – come si usa dire oggi – ossia realizzato con la massima attenzione verso l’efficienza energetica e la scelta di materiali funzionali e ad impronta “green”.
Mettiamo in evidenza, fra gli altri elementi, la scelta di una superficie sportiva in gomma con particolari caratteristiche di risposta ammortizzante e performante insieme, dotata delle certificazioni Greenguard riguardanti l’emissione di sostanze nocive; o la qualità acustica dell’ambiente sportivo, con l’attenuazione del tempo di riverbero ottenuta mediante il rivestimento interno in pannelli fonoassorbenti a base di lana di legno.
Il racconto della gestazione e della attuazione del progetto è affidato, nelle pagine seguenti, agli architetti dello studio Oberti.

Il PalaPonte: una storia

Comune di Ponte San Pietro, Provincia di Bergamo, 11.500 abitanti, 13 sezioni sportive, 1.600 atleti. Nessun impianto sportivo al chiuso adatto alle attività agonistiche.
Questa è l’istantanea di Ponte San Pietro nel 2009 quando l’amministrazione comunale di allora commissionava il primo progetto per la realizzazione del nuovo palazzetto dello sport. Da quel momento la fotografia rimane immutata a causa di varie peripezie, note a chi amministra e opera sul territorio. In primis il patto di stabilità che ha bloccato per anni la possibilità dei comuni di fare investimenti a lungo termine; quindi la ricerca dei fondi; l’alternarsi delle amministrazioni; l’ipotesi di luoghi e soluzioni differenti, fino a quando, nel 2017, la situazione si sblocca e la giunta comunale in carica decide di focalizzarsi nuovamente sul tema chiedendo un adeguamento del progetto originario alla luce delle normative vigenti, nel frattempo cambiate, in particolare in materia di efficienza energetica.


Si riparte. Stessa finalità, stessa passione, ostacoli differenti. Il principale nodo da sciogliere a livello progettuale, questa volta, consiste nel realizzare un grande impianto sportivo dotato di tutto ciò che serve, ad altissime prestazioni energetiche e con un budget, considerato il tipo di intervento, ridotto.

La soluzione prende piede con l’idea di far dialogare tra loro un grande volume prefabbricato, contenente i campi da gioco e le tribune per il pubblico, e un pugno di edifici minori, gettati in opera, prismatici, scomposti e colorati nei quali sono state collocate le funzioni accessorie: gli spogliatoi, l’infermeria, i depositi, i servizi igienici e i locali tecnici.
Le due aree funzionali, quella principale e quella accessoria, si connettono tra loro attraverso un ulteriore spazio, di tipo distributivo, nel quale trovano posto gli ingressi per il pubblico e per gli atleti, che abbraccia il volume maggiore da ovest verso sud legandolo agli ambienti secondari e che, grazie alle pareti vetrate, proietta all’esterno le luci e i movimenti dell’interno diventando un elemento di attrazione e richiamo.

Architettura e paesaggio

Un’altra sfida è stata quella di riuscire a mitigare, rispetto al contesto edificato nelle immediate vicinanze, l’impatto visivo del volume prefabbricato. Questo, di dimensioni complessive in pianta di 43 x 28 metri e 9 metri d’altezza, rischiava di avere un peso eccessivo, in termini dimensionali, e di inserirsi in maniera disorganica nel tessuto urbano circostante.
In soccorso a questa problematica è venuto l’andamento del terreno esistente, caratterizzato a nord e a est da un terrapieno artificiale di circa 4 metri d’altezza, creato dal riporto di terra in seguito ad alcuni interventi edilizi nelle aree limitrofe al lotto. La scarpata esistente è stata quindi rimodellata attorno al nuovo palazzetto, parzialmente inglobato, così che il fronte nord e in parte quello est emergano dal terreno per soli 5 metri. A sud, la medesima necessità è stata risolta attraverso il disegno dei blocchi edilizi minori che, grazie alla loro conformazione prismatica e irregolare, creano una sorta di corona edilizia al volume principale, stemperando la sua mole.

In ultimo, la decisione di far crescere sul grande contenitore prefabbricato, tamponato con pannelli in graniglia nero ebano, una vegetazione vigorosa in grado, nel giro di qualche anno, di ricoprire l’intero edificio.
Le piante di Parthenocissus tricuspidata diventano, così, una seconda pelle che, rispetto alla prima, muterà nel tempo e nelle stagioni passando dal verde acceso della primavera a un verde più maturo in estate, accendendosi di rosso fuoco in autunno, per poi denudarsi in inverno svelando nuovamente la corazza nera del volume iniziale.
Quel che ne deriva è un insieme di forme mutevoli nel tempo e nelle stagioni; vestite di foglie e danzanti nella luce variabile del giorno, fino a sera; animate dalle proiezioni irregolari delle ombre dei volumi che si sovrappongono incarnando uno dei concetti cardine di Le Corbusier secondo il quale “L’architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi assemblati nella luce”; un gioco al quale anche la natura stessa viene chiamata a prender parte.

Gli aspetti distributivi

Dal punto di vista tecnico, il nuovo palazzetto nasce su un’area già a indirizzo sportivo/ricreativo. Il lotto infatti confina a nord con un centro polivalente, a sud con il centro culturale “La Proposta” e a ovest con il campo di calcio a 11. Strutture alle quali il nuovo impianto si aggiunge e si integra a completamento. L’area è servita da due parcheggi: il principale a sud e, nel caso di manifestazioni che prevedono un’ampia partecipazione, uno secondario a ovest. L’ingresso per il pubblico è nell’angolo sud-ovest del volume vetrato, dal quale si accede all’ampio spazio distributivo che serve le tribune, gli spogliatoi e i servizi igienici per il pubblico. Gli atleti godono anche di un accesso indipendente a sud, raggiungibile attraversando un’ansa tra due dei volumi minori.

Tutti gli ambienti sono stati progettati con il criterio della massima inclusività e nel rispetto di tutte le persone, in particolare di quelle con ridotta capacità motoria, che potranno accedere a ogni ambiente sia in qualità di atleti che di spettatori. Complessivamente il nuovo palazzetto si compone di quattro spogliatoi per atleti, di circa 25 mq ciascuno, per una capienza totale fino a sessanta sportivi; all’interno di ognuno trovano posto sei docce, un bagno e un antibagno. Vi sono inoltre due spogliatoi per gli arbitri, anch’essi con bagno e doccia; un’infermeria con bagno e antibagno; un blocco servizi per il pubblico; un deposito di 16 mq, oltre a cinque depositi minori collocati sotto le tribune e una centrale termica di 15 mq con accesso dall’esterno.
Il palazzetto complessivamente può accogliere fino a 250 persone di cui 200 sulle tribune sopraelevate (136 sedute e 64 in piedi), garantendo sempre il rispetto dei requisiti di visibilità di cui alla norma UNI 9217 e l’ottemperanza alla normativa antincendio D.M. 18 marzo 1996.

Approvazioni e omologazioni

Il progetto, che nel suo complesso è stato sottoposto all’approvazione del CONI, per quel che riguarda le omologazioni dei campi da gioco è stato anche condiviso con le federazioni sportive FGC, FIP e FIPAV insieme alle quali l’amministrazione e i progettisti hanno deciso di chiedere l’omologazione per la serie C per le discipline di calcio a 5, pallavolo e pallacanestro maschile, mentre per la pallacanestro femminile quella per la serie B.
I campi, considerando esclusivamente l’aspetto dimensionale, potrebbero ospitare anche categorie maggiori, serie A2 per il calcio a 5 e serie A per la pallacanestro e la pallavolo, tuttavia, valutato l’impianto nella sua interezza e il contesto circostante, si è privilegiata una soluzione più calibrata. La segnaletica a terra è stata realizzata in diverse cromie per rendere immediatamente riconoscibili le aree di gioco. L’illuminazione è garantita da fari a led interposti ai tegoli di copertura, oltre a una finestra a nastro lunga tutto il fronte nord del volume prefabbricato. Dal punto di vista energetico il nuovo impianto raggiunge livelli di altissima prestazione, tanto da garantirgli la classificazione NZEB, acronimo di Nearly Zero Energy Building.