Lockdown

Il numero 332 di Tsport esce in un momento in cui ogni impianto sportivo, in tutto il mondo, è chiuso agli atleti e al pubblico.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 332
Orvieto, marzo 2020 (foto Maria Giulia La Rosa)

Abbiamo messo a confronto, qui di seguito, due immagini appena precedenti il lockdown a cui è sottoposta una gran parte dei paesi del mondo.

Nella prima foto la didascalia recita: il 28 gennaio 2020, colpiti dalla “epidemia di polmonite di Wuhan” nella città di Huai’an, provincia di Jiangsu, Cina, i cittadini indossano mascherine per svolgere una moderata attività sportiva all’aperto.

(Huai’an, Cina – Foto He Jinghua)
(Huai’an, Cina – Foto He Jinghua)

L’altra foto è stata ripresa a San Siro il 19 febbraio, durante la partita di Champions League tra Atalanta e Valencia: 45.000 tifosi, tra bergamaschi e valenciani, accalcati gomito a gomito sugli spalti.

(Stadio San Siro, Milano – Foto ph.FAB)
(Stadio San Siro, Milano – Foto ph.FAB)

La partita è stata additata da qualche fonte come possibile motore del focolaio orobico dell’epidemia. Ma d’altra parte, l’immagine dello stadio (e dello sport-spettacolo in generale) è questa. Sarebbe mai pensabile un calcio a stadi vuoti? Lo si immagina in queste settimane, temporaneamente, per un mero calcolo relativo al funzionamento dei Campionati.

Oggi, che siamo chiusi in casa e lavoriamo (chi può) in “smart working” possiamo solo fare generiche considerazioni: non sappiamo – in questo momento – quando e a quali condizioni si ricomincerà a riempire gli impianti sportivi, vuoi per assistere agli spettacoli agonistici, vuoi per praticare quello “sport per tutti” che abbiamo sempre sostenuto e che da tante settimane ci è negato.

Immaginiamo però che si tratti di una pausa, un intoppo nel flusso della storia, e che presto ripartiremo.

Ecco allora nelle pagine di Tsport la consueta rassegna di nuovi spazi sportivi, oggi vuoti, ma pronti a riecheggiare delle voci di atleti e tifosi, forse gli stessi di ieri, forse migliori.

(Ph. Credits: Shutterstock)