Europei di atletica Roma 2024: Stadio Olimpico e Stadio dei Marmi

I campionati europei di atletica leggera, in programma nel prossimo giugno, vedono protagonisti due impianti del Foro Italico che sono stati adeguati in vista dell’evento internazionale. Rimesso a nuovo, in particolare, lo Stadio dei Marmi, che resterà a disposizione dei cittadini con la pista color torba antica e le iconiche statue riportate al candore originale.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 356
La nuova pista dello Stadio dei Marmi e, sullo sfondo, lo Stadio Olimpico (foto Mondo).

Cinquanta giorni prima delle Olimpiadi di Parigi, Roma ospita i Campionati Europei di Atletica Leggera.

L’evento sportivo è organizzato dalla Fondazione EuroRoma 2024 (partecipata da Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Regione Lazio, Roma Capitale, CONI, Sport e Salute, FIDAL) e da European Athletics.

Il programma di Roma 2024 prevede sei giorni di gare dal 7 al 12 giugno e undici sessioni complessive, cinque al mattino e sei serali, per 24 diverse specialità.

Il terreno di gara principale sarà lo Stadio Olimpico, mentre la marcia si svolgerà sui viali del Foro Italico e la mezza maratona sulle strade della Capitale, con arrivo sempre all’Olimpico.

I lavori all’Olimpico

La pista di atletica a nove corsie dello Stadio Olimpico era stata ristrutturata nel 2002 con un manto colato ad elevate prestazioni che dopo 22 anni necessitava senz’altro di essere sostituito per affrontare un evento di portata internazionale.

La gara è stata aggiudicata alla Mondo, che ha proceduto alla posa di un manto di tipo prefabbricato, di colore blu e grigio, che ha consentito tempi di posa molto ristretti tanto da non interferire con l’uso del campo di calcio da parte delle due squadre romane di Serie A.

Il prodotto è lo stesso impiegato per le ultime edizioni dei Giochi Olimpici, fino a Tokyo 2020. Le particolarità di questo manto sono nel suo strato superiore, realizzato con materiali vergini per garantire il massimo livello di uniformità e controllo del gesto atletico e nello strato inferiore, caratterizzato da una serie di alveoli che creano uno strato di celle d’aria chiuse e isolate. Tale tecnologia assicura che le forze di impatto imposte dagli atleti vengano ridotte al minimo, l’efficienza dei loro movimenti viene migliorata e il ritorno di energia ottimizzato al massimo, con conseguente miglioramento delle prestazioni atletiche.

Lo strato superiore è caratterizzato da una texture brevettata che garantisce il 20% di extra drenaggio superficiale e una maggiore aderenza in condizioni di bagnato, non solo in caso di pioggia, ma anche, ad esempio, in corrispondenza della fossa siepi. Migliora anche la resistenza antiscivolo e la trazione, al punto che, anche in condizioni di umidità, i tacchetti sulle scarpe degli atleti non devono penetrare la superficie della pista per ricercare la corretta aderenza.

Lavori all’Olimpico (frame video di Mondo).

Lo strato inferiore è costituito da una struttura geometrica a forma di esagono allungato, deformabile in tre dimensioni, che fornisce una perfetta combinazione di ammortizzazione, immagazzinamento e ritorno di energia, riducendo l’intervallo di tempo che l’atleta in corsa utilizza per compiere il movimento di rolling del piede. Quando il piede dell’atleta impatta la superficie, le celle piene d’aria si comprimono, assorbendo forza di impatto e vibrazioni e convertendo la massima quantità di energia cinetica in energia immagazzinata.

Non appena il piede lascia la superficie, l’aria compressa induce le celle a tornare alla loro forma originale, proiettando l’atleta in alto e in avanti. 

Allo stesso tempo la deformazione laterale delle celle agevola il movimento di rotazione del piede dal 5º metatarso al 1º metatarso, fornendo un supporto ottimale e continuo al movimento del piede e riducendo il movimento laterale della parte inferiore della gamba. 

In questo modo le forze di impatto e le vibrazioni vengono ridotte al minimo, l’efficienza di movimento è migliorata e il ritorno di energia è ottimizzato al massimo, con obiettivi miglioramenti delle prestazioni atletiche.

I lavori allo Stadio dei Marmi

Per la pista adiacente all’Olimpico è stato effettuato un lavoro di riqualificazione complessiva con la pulitura dei marmi che ne caratterizzano la struttura, e del campo di gioco, oltre, naturalmente, alla pista di atletica a 6 corsie. L’obiettivo, infatti, è di lasciare alla città, a lavori completati, uno spazio sportivo a libero accesso per tutti i romani.

Il manto per lo Stadio dei Marmi, la cui sostituzione è stata affidata ugualmente alla Mondo, è sempre un prefabbricato ma con caratteristiche leggermente diverse.

Qui è stato infatti posato un prodotto che assicura maggiore confort e assorbimento agli urti ma offre lo stesso comportamento biomeccanico della superficie di competizione, adattandosi quindi sia alla competizione che all’allenamento.

Lo strato superiore a base di gomma è caratterizzato da una goffratura che garantisce ottima elasticità ed elevata resistenza ai chiodi. Questa texture assicura un grip e una trazione eccellenti e un efficiente deflusso dell’acqua in caso di pioggia. Il backing ha la stessa costruzione geometrica a esagoni allungati descritta sopra.

Di particolare interesse la scelta del colore, approvato dalla Soprintendenza ai beni culturali; rifacendosi alle caratteristiche storiche della pista, che quando fu realizzata negli anni ’30 veniva rivestita con cenere di torba, è stato individuato un colore grigio scuro che richiama proprio il materiale originale.

Storia

I due impianti che saranno protagonisti di Roma 2024 fanno parte del Foro Italico, il complesso sportivo progettato da Enrico Del Debbio tra il 1927 e il 1933 e nato con il nome di Foro Mussolini.

Sebbene situato in posizione decentrata, nel quartiere romano di Monte Mario, il Foro venne progressivamente collegato al cuore di Roma grazie alla costruzione del Ponte Duca d’Aosta, in asse con l’ingresso principale del complesso. Oltre a Del Debbio lavorarono al Foro Mussolini l’ingegnere e architetto Costantino Costantini per lo Stadio Olimpionico del Tennis, la piscina monumentale e l’Accademia della Musica (su disegno di Del Debbio), mentre dal 1937 l’architetto Luigi Moretti arredò le superfici di ingresso della struttura con pavimentazione musiva bicroma, e intrevenne sulla Casa delle Armi, destinata alla scherma.

Quello che oggi è lo Stadio Olimpico sorge sul sedime dello Stadio dei Cipressi, inaugurato nel 1932 e modificato da Luigi Moretti fra il ’32 e il ’37 come quinta per i giochi del periodo fascista.

Riqualificato dopo la guerra con Cesare Valle, Carlo Roccatelli e Annibale Vitellozzi, fu reso più agibile per il pubblico e inaugurato nuovamente nel 1953 con il nome di Stadio dei Centomila.

Dopo l’assegnazione delle Olimpiadi del 1960 fu denominato Stadio Olimpico.

Una trasformazione sostanziale, con la copertura di tutti gli spalti, è stata infine quella per i Mondiali di calcio del 1990.

Utilizzato fin dal 1953 dalle due squadre di calcio Roma e Lazio, per quanto riguarda l’atletica leggera è stato sede degli Europei già nel 1974, dei Mondiali nel 1987 e dei Giochi universitari del 1975; inoltre dal 1980 vi si svolge annualmente il Golden Gala, tranne nel 2023 a causa dei lavori già avviati per l’adeguamento all’evento di quest’anno.

Le decorazioni musive tuttora esistenti nella pavimentazione del viale che porta allo Stadio Olimpico (foto BG/Tsport).

Lo Stadio dei Marmi, costruito tra il 1928 e il 1932, nacque come estensione dell’Accademia fascista maschile di educazione fisica per gli allenamenti quotidiani dei suoi allievi.

Le gradinate perimetrali in marmo bianco di Carrara che lo caratterizzano furono ricavate sopraelevando il terreno di 5,50 m. I due corpi di fabbrica affiancati che delimitano l’accesso al campo sono destinati ai servizi e ai magazzini per gli attrezzi. A coronamento delle gradinate furono poste 60 statue marmoree e 4 in bronzo che rappresentano le diverse attività sportive.

La destinazione era specificamente per manifestazioni ginnico-sportive e non per il calcio. La sua capienza è di circa 5.280 posti.

Dalla fine degli anni 1950 e fino alla metà degli anni ‘70 il campo di gioco dello Stadio fu destinato all’hockey su prato; in seguito si sono svolte anche gare di rugby e di calcetto.

Ad oggi, l’attività prevalente è invece l’atletica leggera; dal 12 settembre 2013 lo Stadio dei Marmi è intitolato al velocista italiano Pietro Mennea.