Isernia, il Parco Urbano della Stazione

(Speciale “Playground e Paesaggio Urbano”)
Circa 15 mila metri quadrati di area verde, campi sportivi, area skateboard e area giochi: il Parco Urbano della Stazione di Isernia è un’opera pubblica importante per la città che viene messa a disposizione della collettività dopo un iter lungo e diversi anni di lavori.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 341
(Tutte le foto del servizio sono di Giuseppe Manocchio).

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All’interno del Piano Strategico Urbano denominato PISU Isernia 2015: Cultura e Ambiente – Un ponte verso lo sviluppo sostenibile, la precedente Amministrazione di Isernia ha inserito l’intervento di riqualificazione dell’area della stazione. Il PISU ha ottenuto un finanziamento di quasi 4 milioni di euro della Regione Molise e altri 400 mila euro sono stati aggiunti dal Comune.

Dopo varie interruzioni, intervenute soprattutto a causa della pandemia, nel novembre 2020 è stato effettuato il collaudo statico delle strutture. Le opere sono state definitivamente ultimate nel marzo 2021.

L’area di intervento

L’intenzione dell’Amministrazione Comunale di Isernia è stata quella di promuovere una consistente operazione di ridisegno urbano attraverso il recupero ambientale di un’area centrale e strategica, la “Zona di Trasformazione Area Stazione FS”, tale da poter ottenere una nuova e immediata disponibilità di spazi di aggregazione sociale e di verde pubblico che costituiscono una cronica carenza nell’ambito urbano della città nuova.

Peraltro l’area, già dismessa dagli usi ferroviari ed in parte già utilizzata come fermata degli autobus di linea (per la parte parallela a corso Garibaldi), ricadendo all’interno di una zona centrale della città, presenta proprio le caratteristiche di cerniera dei percorsi connettivi delle attività cittadine che le conferiscono l’indiscutibile ruolo di area a grande vocazione sociale.

L’area stessa, nel suo insieme, è suddivisa in due ambiti separati dal tracciato attivo della ferrovia per tutta la lunghezza. I lavori di recupero e riqualificazione ambientale interessano in minima parte l’ambito nord-ovest, costituito da un’area attigua a Corso Garibaldi fino al passaggio a livello, estesa per complessivi mq. 7800 e destinata a fermata autolinee extraurbane.

La maggior parte delle risorse finanziarie, invece, sono state impegnate per la sistemazione e trasformazione dell’ambito sud-est, che comprende una vasta area di superficie complessiva pari a circa mq. 15.560, accessibile da piazza S. Brigida e da via Pio La Torre.

Su tale area erano presenti diverse strutture, fra cui l’ex rimessa locomotive, utilizzata per attività museali e culturali (Officina della Cultura) che si sviluppa su un solo livello fuori terra, e l’ex Lampisteria, entrate a far parte del progetto di riqualificazione.

Gli obiettivi progettuali

Nelle intenzioni dell’Amministrazione, il recupero ambientale ed urbano dell’area della stazione dovrà estendersi ben oltre i limiti della immediata disponibilità finanziaria seguendo un disegno generale da attuarsi nel prossimo decennio con differenti modalità di finanziamento, pur tuttavia muovendo proprio dal primo lotto funzionale che perseguiva i seguenti obiettivi specifici:

A. valorizzazione e riuso di vecchi edifici e manufatti industriali dismessi, aventi originarie destinazioni d’uso connesse alla gestione del traffico ferroviario;

B. trasformazione in “area parco”, con verde attrezzato e spazi funzionali per attività di interesse collettivo, di una estesa zona ferroviaria in disuso che si presentava abbandonata e degradata;

C. creazione di due nuovi percorsi di connessione dell’area parco con via L. Testa, uno in prossimità dell’esistente passaggio a livello e l’altro in corrispondenza dell’edificio denominato “Officina della Cultura”;

D. riqualificazione dei punti di accesso esistenti da piazzetta S. Brigida e da piazza della Repubblica attraverso il sottopasso pedonale esistente.

Le scelte del progetto esecutivo

Il progetto aveva come obiettivo centrale la realizzazione di un parco urbano che consentisse ai fruitori, indipendentemente dall’età, di svolgere al suo interno attività ricreative e di svago, beneficiando di un rapporto organico con un ambiente naturale riorganizzato negli spazi verdi con quadri ambientali artificiali di grande effetto.

In tal senso, il progetto basa l’articolazione dei percorsi su variazioni percettive determinate dalla sequenza di funzioni che, seppur organizzate separatamente, producono una funzionalità complessiva del parco.

L’intervento tiene conto del contesto urbano generale che, di fatto, non presenta qualità architettoniche di interesse, oltre che caratteri paesaggistici piuttosto disordinati e degradati, vista anche l’originaria funzione degli spazi; per questi motivi, la riqualificazione dell’area passa principalmente per l’introduzione di un verde pubblico attrezzato di qualità e per il contestuale recupero a nuove funzioni dei fabbricati esistenti.

Le pavimentazioni, previste in legno ed in cemento industriale drenante, opportunamente combinate con elementi di arredo e con l’illuminazione pubblica, contribuiscono alla definizione di percorsi articolati in una sequenza di aree che sono definibili autonomamente ma che, allo stesso tempo, possono fungere da connettivo verso spazi successivi da attraversare o nei quali sostare.

L’inserimento del verde in uno spazio che, sebbene di notevole estensione, risulta fortemente limitato dalle quinte architettoniche circostanti, è attuato mediante l’introduzione di essenze arboree e arbustive che abbiano il fine di identificare funzioni diversificate.

La cura del verde, nella fase progettuale come in quella di realizzazione dell’opera, tende a caratterizzare il Parco Urbano sia per l’aspetto visivo/percettivo (forme e colori), sia per l’aspetto olfattivo, con l’obiettivo di trasmettere al visitatore un senso di serenità sottolineato da piacevoli profumi.

Tutte le colture sono organizzate geometricamente. Per le alberature si sono utilizzati: tiglio, quercia, platano, acero, conifere.

Sebbene l’effetto complessivo sembri essere improntato alla casualità, la composizione e l’alternarsi degli spazi aperti risponde a criteri di utilizzazione razionale e programmata. In tal modo si spezza quella linearità planimetrica che è stata troppo a lungo condizionata dalla preesistenza dei binari.

Il disegno planimetrico determina, così, un alternarsi di spazi funzionali che, pur essendo traguardabili visivamente da un capo all’altro del parco, non necessariamente obbliga il visitatore a raggiungere gli stessi, pur lasciando intuire la possibilità di farlo. In altri termini si è determinata la condizione psicologica tipica degli spazi urbani antichi dove la sorpresa della scoperta di nuovi spazi è anticipata da suggerimenti che possono essere ricevuti momento per momento in funzione dello spazio raggiunto.

I percorsi si articolano in una sequenza spaziale in cui alla diversificazione dei materiali si associano le funzioni.

Al battuto di cemento con caratteristiche drenanti, si alterna la pavimentazione in legno dove le sedute costituiscono l’occasione per soste momentanee che, oltre al relax individuale, favoriscano anche le relazioni interpersonali.

Non casualmente il percorso avvolge da un lato l’Officina della Cultura che continua a mantenere la sua funzione di punto di riferimento per le grandi manifestazioni culturali, lasciando comunque spazio ad attività sportive che altrimenti si svolgevano in maniera casuale ed incontrollata nell’ambito urbano (come per esempio lo “skate-board” su marciapiedi e piazze con evidenti problematiche di sicurezza ed ordine pubblico), e che qui trovano definizione in un’area modellata planimetricamente in modo da assicurare quelle varietà geometriche che sono fondamentali per l’esercizio di ciascuna pratica.

Procedendo nel percorso, le aree assumono sempre più il carattere del verde geometrizzato con irregolarità programmate, attorno alle quali le pavimentazioni in legno e le sedute, distribuite più o meno razionalmente, si integrano con le essenze arboree che costituiscono l’elemento vitale dell’intervento.

Le attività ludiche legate all’esercizio fisico trovano le adeguate attrezzature nell’ambito dell’edificio da recuperare inerente la ex Lampisteria.

Le varianti in corso d’opera

Nel corso dell’esecuzione delle lavorazioni, l’Amministrazione comunale è stata chiamata a valutare alcune idee emerse nei continui e quotidiani confronti con la cittadinanza, al fine di rendere il Parco socialmente più fruibile ed ambientalmente più accogliente, nonché per meglio ricucire sul piano urbanistico la “ferita” che storicamente la presenza della ferrovia ha introdotto nel tessuto insediativo della città.

In particolare le richieste predominanti miravano a rendere il Parco più fruibile da parte dei bambini, dei ragazzi e degli adolescenti, mediante l’inserimento di nuove e/o diverse aree giochi funzionali a pratiche sportive all’aperto: campi per il tennis, per il basket, per lo skate-board, o polifunzionali. Miravano altresì a rendere il Parco stesso un “polmone verde” atto a ricucire anche funzionalmente il tessuto cittadino consolidato dell’intorno, estrapolandolo dalla piattaforma anonima della strada ferrata. Tali richieste erano peraltro orientate a non modificare in modo sostanziale gli obiettivi e l’assetto progettuale definiti dal progetto esecutivo approvato, ma a costituirne mere migliorie ed integrazioni.

Gli elementi aggiuntivi e di miglioramento accolti dal Comune hanno riguardato principalmente: l’inserimento di un campo da basket del tipo “tre contro tre” e di un campo da tennis, entrambi recintati: i due campi sono realizzati con massetto di sottofondo in conglomerato bituminoso rifinito superficialmente con strato di resina sintetica colorata; il basket 3×3 ha superficie utile di m. 22 x 11, il tennis di m. 37 x 18,30.

È stata inoltre prevista la realizzazione di un’area skateboard mediante piazzale in calcestruzzo con giustapposti elementi prefabbricati; l’ampliamento dell’area giochi per bambini con pavimentazione anti-trauma; l’implementazione delle schermature arboree; modifiche alle caratteristiche delle pavimentazioni in legno e in cemento drenante.

Le pavimentazioni

Come intervento migliorativo offerto in sede di gara, si è prevista la sostituzione della pavimentazione in cls classico per esterni, fortemente impermeabilizzante, con la realizzazione di una pavimentazione in calcestruzzo drenante, ad altissima capacità drenante e filtrante, il quale grazie alla sua speciale composizione granulometrica e di miscele leganti, evita il ristagno dell’acqua in superficie, ne consente l’assorbimento attraverso le proprie maglie granulari e ne realizza il completo passaggio per infiltrazione nel sottostante strato di allettamento, realizzato in misto stabilizzato in materiale anch’esso completamente permeabile. In questo modo le acque meteoriche afferenti alla superficie della pavimentazione suddetta, filtrano completamente negli strati sottostanti e da questi, per infiltrazione naturale, vengono assorbite direttamente e completamente dal terreno.

Per migliorarne la resistenza meccanica, nell’impasto del calcestruzzo sono mescolate speciali fibre plastiche in grado aumentarne la resistenza suddetta. Tra lo strato di calcestruzzo ed il letto di posa sono interposti fogli di geotessuto antiradice, al fine di evitare il radicamento di essenze erbacee che possono generare lesioni ed effetti antiestetici nella pavimentazione.

Per quanto riguarda la pavimentazione in legno, il progetto esecutivo ha previsto l’uso di listoni di “Douglasia”, una essenza molto dura e resistente e al tempo stesso molto diffusa in commercio per l’uso in campo edilizio.

La posa di detta pavimentazione avviene non a diretto contatto con il piano di posa, ma in sormonto a profilati “omega” di acciaio zincato, fissati ad un massetto realizzato con calcestruzzo drenante di cui sopra armato di rete elettrosaldata zincata. Tali profilati costituiscono binari di posa dei listoni di Douglasia, che vengono a loro fissati con bulloni autofilettanti. In questo modo la pavimentazione in legno non ha nessun contatto con il supporto in cls, e non risente di fenomeni aggressivi e disgregativi legati all’umidità ed al ristagno d’acqua, anche perché il sottostante cls drenerà verso il sottosuolo tutta l’acqua percolante dalle fessure di giunzione dei listoni. Anche la superficie pavimentata il legno è pertanto caratterizzata da un elevato grado di permeabilità, tale da non richiedere la realizzazione di un apposito sistema fognario di raccolta ed allontanamento delle acque piovane.

Opere a verde e piantumazioni

La organizzazione e la disposizione del verde ha la finalità di renderlo il più possibile fruibile in maniera diversificata e sequenziale lungo l’intero sviluppo longitudinale del parco, rendendolo funzionale ad una scansione visiva e percettiva (quindi anche olfattiva) che deve guidare ed orientare il visitatore-utente al suo interno. La sistemazione prativa a Poa pratensis, adatta anche al calpestio, viene ad interessare tutte le superfici destinate a verde nell’ambito del parco; tale scelta mira a conferire una uniforme caratterizzazione alle aree nonchè una loro generalizzata fruibilità da parte dell’utenza, per lo svolgimento di tutte quelle attività ludico-ricreative consentite dalla disponibilità di un manto erboso perenne ed all’uopo ben mantenuto.

Si è prevista inoltre una precisa definizione compositiva sotto l’aspetto floristico dei vari ambiti a verde del parco, con individuazione e specifica caratterizzazione delle superfici sistemate ad aiuole, nelle quali si prevede la piantumazione di essenze floreali ornamentali stagionali e perenni, e delle superfici connotate dalla sola presenza di alberature sistemate a filare o a boschetto, con individuazione delle specifiche essenze arboree da mettere a dimora, che nella loro successione creano dei quadri percettivi e quinte visive diversificate che guidano ed orientano il visitatore/utente all’interno dei previsti percorsi. La monofunzionalità floristica di alcune aree alberate è utile proprio a questo scopo, e difatti si è prevista la costituzione di vari “giardini” di specie arboree diverse sistemate a macchia in prossimità della parte centrale dell’area a parco dove maggiore è la concentrazione di funzioni: il “Giardino delle Querce”, il “Giardino degli Abeti” ed il “Giardino dei Platani” a coronamento della zona di frequentazione compresa tra l’Officina della cultura, l’ingresso da Via Libero Testa e la piazza ovale prevista di fianco.

Nel resto delle aree che si sviluppano verso la zona nord del parco, sono collocate alberature a filare (a bordura dei percorsi) o a macchia, con prevalente diffusione del Tiglio.

La predisposizione invece di filari di Acero rosso in punti contrapposti della zona centrale permette la creazione di scansioni differenziate di colore che segneranno lungo lo sviluppo dei percorsi la presenza di elementi di rilievo nella fruizione del parco.

È stata prevista anche una installazione “verde” evocativa della precedente presenza della ferrovia nell’area, costituita dalla predisposizione di una “siepe a galleria” con Vite americana della lunghezza di circa 25 m e altezza 3 m, percorribile al suo interno e con la disposizione interna di binari su prato verde, posizionata nell’area verde prospiciente il Magazzino dell’Arte, in corrispondenza dell’ingresso da Piazza S.Brigida.

Si è infine creato un settore specificamente dedicato alla coltivazione di piante aromatiche ed officinali, da posizionare nello spazio lineare al margine del percorso prospiciente il nuovo Centro per servizi sportivi. Tale spazio è attrezzato a mo’ di fioriera con bordi provvisiti di adeguata cordolatura di separazione sia dal prato verde che dalla pavimentazione tra le quali è interposto.

Al suo interno vengono collocate essenze aromatiche ed officinali tra quelle tipiche e maggiormente diffuse nel territorio, quali ad esempio: origano, timo, salvia, rosmarino, menta, alloro, finocchiella e santoreggia. Tale presenza garantirà oltre che una forte caratterizzazione olfattiva alla zona, anche una potenziale risorsa messa a disposizione dell’utenza per un minimo utilizzo personale.