La gestione degli impianti sportivi, tra pubblico e privato

La gestione di un impianto sportivo comprende l’insieme dei compiti volti ad assicurare il funzionamento dell’impianto e l’erogazione del servizio sportivo che vi si svolge. Il tema sarà oggetto del webinar di Sport&Impianti che si svolgerà il prossimo 27 settembre, con l’attribuzione di 2 crediti formativi per gli architetti partecipanti.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 340
Get Fit Village, Milano: centro sportivo privato (servizio su Tsport 340).

La gestione dell’impianto sportivo è un’attività che coinvolge numerose funzioni: dall’organizzazione tecnica dell’attività sportiva vera e propria, alla programmazione e conduzione di corsi, allenamenti, gare, alla promozione delle attività nei confronti dell’utenza attuale e potenziale; ma anche la cura della parte fisica del centro, dagli edifici ai campi, e la relativa manutenzione, ordinaria e straordinaria. E infine gli aspetti prettamente manageriali, amministrativi e fiscali.

Leggi il programma completo del webinar in programma il 27 settembre, o iscriviti direttamente attraverso il link di registrazione.

L’impianto privato

Lo sport non è un’attività economica fine a sé stessa, ma ha sempre una rilevanza sociale, come ci ricorda Angelo Gnerre, uno dei gestori intervistati da Tsport in merito alle conseguenze dei provvedimenti presi per fronteggiare la pandemia, e che hanno fortemente penalizzato il settore (trovate le interviste complete in questo articolo): “La chiusura dettata dal DPCM 24-10-2020 ha sbrigativamente declassato lo sport di base e dilettantistico ad una mera attività produttiva non essenziale, svuotato del proprio valore sociale, quale elemento di sostegno al benessere psicologico delle persone e, soprattutto, del proprio insindacabile ruolo nella lotta alla sedentarietà e alle numerose patologie da essa derivanti”.

Quando si tratta di strutture private, impedire per legge lo svolgimento dell’attività significa mettere seriamente a repentaglio la sopravvivenza dell’attività stessa. Senza il supporto dell’Ente Pubblico, il gestore si trova a dover affrontare in prima persona le conseguenze di un bilancio in cui i costi devono essere compensati dalle entrate, rappresentate dalle quote di iscrizione, dall’affitto dei campi, da eventuali servizi commerciali complementari (punti di ristoro, vendita di accessori sportivi, ecc.).

Nella foto, il Centro Sportivo G. Brera a Pero (Milano): vai al servizio pubblicato su Tsport 339. Proprietà: Comune di Pero. Gestione: Sportland, in seguito a procedura di Partenariato Pubblico-Privato su proposta di Mast Srl in raggruppamento temporaneo con UBI Leasing e Sportland. La durata della gestione è di 20 anni.

L’impianto pubblico

La proprietà degli impianti sportivi in Italia è pubblica per oltre la metà dei casi, ma con un netto aumento percentuale nelle regioni del sud. La costruzione di nuovi impianti, nell’ultimo ventennio, ha visto invece una prevalenza di quelli privati, per cui la proporzione va gradualmente riducendosi.

La gestione, invece, è molto spesso affidata al privato anche per quanto riguarda gli impianti di proprietà pubblica. Questi ultimi, infatti, sono gestiti direttamente dal Comune o da aziende comunali, o sono di pertinenza di scuole pubbliche nella metà dei casi; per la rimanente parte sono affidati in gestione ad Associazioni sportive o a società private.

Il Codice dei Contratti Pubblici (D.lgs. 50/2016) impone oggi di seguire procedure palesi per la scelta di privati cui affidare la gestione di impianti di proprietà pubblica, non sono più ammessi affidamenti diretti o proroghe delle gestioni correnti.

La rilevanza economica degli impianti

Un aspetto fondamentale per determinare la procedura per l’affidamento di una gestione è, come ci ricorda l’avvocato Valentina Porzia nella sua rubrica (vai all’articolo completo), la distinzione tra impianti sportivi con rilevanza economica e privi di rilevanza economica.

Infatti, nel primo caso l’operatore economico fornisce all’Ente proprietario un servizio – la gestione dell’impianto -, dal quale potrà ricavare gli utili dell’attività economica assumendosene i rischi operativi.

Si tratta quindi di una concessione di servizi, data a titolo gratuito oppure dietro pagamento di un canone concessorio all’Ente (solitamente il Comune).

Se l’impianto è “privo di rilevanza economica”, (in quanto per caratteristiche, dimensioni, ubicazione, la sua gestione non è in grado di produrre utili), sarà invece l’Ente proprietario a riconoscere un compenso al gestore; il servizio viene reso all’Amministrazione senza rischio operativo.

In questo caso, la procedura di affidamento non è la concessione ma l’appalto di servizi.

La distinzione tra le due categorie di impianti non è però sempre così netta: un impianto a rilevanza economica (quindi in regime di concessione) può essere soggetto a vincoli operativi dettati dal Comune per esigenze sociali, e in tal caso il Comune può corrispondere al gestore un contributo per l’equilibrio economico dell’impresa, entro il limite del 49% del fatturato.

Nella foto, lo Stadio Quercia a Rovereto (Trento): vai al servizio pubblicato su Tsport 329. Proprietà: Comune di Rovereto. Gestione: Unione Sportiva Quercia A.S.D. Rovereto per il periodo 1 marzo 2020-31 dicembre 2024 al prezzo complessivo di euro 505.083,33 oneri e IVA inclusi, a seguito di gara con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Il corrispettivo preso a base d’asta (euro 522.500) è stato calcolato valutando una stima dei costi annui dello stadio (spese per vigilanza, custodia e pulizia, rimborso utenze, manutenzione ordinaria e preparazione piste atletica e campo da calcio, oneri per la sicurezza, gestione bar – personale e acquisto beni e materiali, spese amministrative) commisurandoli alle entrate presunte annue derivanti dai proventi del bar e dal beneficio economico derivante dall’uso gratuito delle strutture sportive, della sede e dei magazzini. È stato pubblicato avviso pubblico di interesse in data 23 dicembre 2019, cui ha risposto un solo operatore.

I numeri tra appalti e concessioni

Posto che tutte le gare debbano essere ad evidenza pubblica, abbiamo analizzato i bandi e avvisi pubblicati in Italia negli ultimi sei mesi (da febbraio a luglio, tenuto conto che gli affidamenti aumentano sensibilmente, nell’anno, a partire dai mesi primaverili). 

In sei mesi, dunque, si contano 214 gare, bandite da 164 stazioni appaltanti (ci sono Comuni che emettono un bando per ogni singolo impianto sportivo, e altre che racchiudono in una sola gara la gestione di più impianti).

Gli affidamenti che prevedono un contributo comunale sono 144, pari al 67%, mentre quelli che non lo prevedono sono 70 (33%); quelli che sono espressamente definiti come “concessione di servizi” risultano 132 (62%), evidenziandosi quanto detto sopra, ossia che si prevede spesso un corrispettivo anche per impianti “a rilevanza economica” soggetti alla procedura della concessione.

Nel totale delle gare che prevedono la gestione dell’impianto, 17 su 214 sono in realtà procedure di project financing che prevedono, insieme alla gestione, anche la progettazione e/o i lavori di costruzione o ampliamento dell’impianto.

I bandi sono relativi, per quasi la metà dei casi, a centri sportivi generici o multisport (99); tra le gestioni di impianti specifici prevale il calcio o calcetto (37 casi) seguito da piscine e acquapark (24) e da palestre e palazzetti (18); quindi da tennis, padel, bocce. Non mancano, comunque, bandi per la gestione di impianti per l’equitazione, il tiro con l’arco, il pattinaggio.

A parte i casi di project financing, che rispondono a logiche ultradecennali per l’ammortamento dei costi di costruzione, le concessioni messe a gara hanno una durata che varia dai 2 ai 10 anni, con una durata maggiore, in genere, per gli impianti più complessi che richiedono anche un impegno maggiore da parte del gestore, che non può esaurirsi nell’arco di una stagione.

Fanno eccezione le piscine, in particolare quelle scoperte che vengono date in concessione spesso per la sola stagione estiva.

Nella foto, il Centro sportivo Al Bione, Lecco (vai al servizio pubblicato su Tsport 337). Proprietà: Comune di Lecco. Gestione: bando di gara per l’affidamento in concessione della gestione degli impianti sportivi comunali pubblicato l’8 aprile 2021 con scadenza 9 maggio 2021; gara andata deserta come da Determina dirigenziale del 15 luglio 2021. Il bando prevedeva la gestione degli impianti dal 1 luglio 2021 al 30 giugno 2026 con un valore stimato (per 5 anni) di euro 2.136.164.

Il piano economico finanziario

Per effettuare l’offerta al rialzo relativa al canone da offrire (nel caso della concessione su un impianto con rilevanza economica, ma anche per l’offerta al ribasso nel caso di appalto con contributo dell’Ente proprietario), il concorrente deve essere in grado di effettuare un corretto Piano Economico-Finanziario.

Il PEF è lo strumento di valutazione economica derivante dalla comparazione tra costi e ricavi attesi dall’operazione e di valutazione finanziaria con riguardo ai flussi in entrata e in uscita. Il Piano ha lo scopo di verificare la convenienza del progetto, esaminando sotto l’aspetto economico la capacità di produrre utili e successivamente, sotto l’aspetto finanziario, la capacità di generare flussi di cassa sufficienti a remunerare le fonti di finanziamento e a garantire un’adeguata remunerazione del capitale investito.

L’errata valutazione economico-finanziaria può far sì che l’impresa non riesca a soddisfare l’impegno preso con l’ente appaltante o concedente; ma un eccesso di prudenza, o un’impostazione economica sopravvalutata dall’ente proprietario possono portare – come non di rado accade – all’esito di gare deserte, con l’impossibilità di offrire ai cittadini un servizio anche a fronte di strutture pronte ed efficienti.

Non ci dimentichiamo, infine, che fin dalla sua progettazione l’impianto sportivo deve essere studiato tenendo conto dei successivi costi di gestione, e sarà quindi per primo il progetto stesso a determinare il futuro successo della struttura o il suo fallimento.