Speciale Gestione 4 – La pallavolo in Brasile e in Italia: gestione e strutture, un confronto

Una corrispondenza da chi ha vissuto direttamente lo sport nel proprio Paese e può raccontare le somiglianze e le differenze che riflettono non solo le tradizioni sportive, ma anche le politiche pubbliche e i modelli di incentivo allo sport in Brasile e in Italia.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 359
Spettatori all’incontro di beach volley tra Brasile e Cuba durante le Olimpiadi di Rio alla Copacabana Arena (foto Celso Pupo / Shutterstock).

La pallavolo è uno sport ampiamente popolare sia in Brasile che in Italia, con competizioni intense e un pubblico fedele. Entrambi i paesi condividono una passione per questo sport di squadra, ma quando osserviamo la gestione e la struttura della pallavolo in ciascuno di essi, vediamo somiglianze e differenze significative che riflettono non solo le tradizioni sportive, ma anche le politiche pubbliche e i modelli di incentivo allo sport.

Il mio percorso nella pallavolo

La mia relazione con la pallavolo è iniziata presto, durante l’infanzia, quando ho iniziato a seguire le partite e mi sono appassionata a questo sport. Durante 10 anni come atleta, ho vissuto la pallavolo nella sua essenza e, anche dopo aver lasciato il campo, ho mantenuto un forte legame con lo sport, sia come spettatrice che come ricercatrice. Di recente, ho concluso un MBA in Gestione Sportiva, durante il quale ho esplorato più approfonditamente l’amministrazione di questo sport e ho visitato importanti centri di allenamento in Italia, come l’Opiquad Arena di Monza (già nota come PalaCandy), l’Allianz Cloud di Milano e anche strutture calcistiche come lo stadio San Siro, l’Allianz Arena e il centro di allenamento della Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC).

Basandomi sulla mia esperienza e sugli studi, questo articolo mira a tracciare un confronto tra la gestione della pallavolo in Brasile e in Italia, mettendo in luce le particolarità di ciascun paese.

Il panorama della pallavolo in Brasile

In Brasile, la pallavolo è uno degli sport più popolari, secondo solo al calcio in termini di tifoseria e visibilità. La principale competizione nazionale, la “Superliga”, è ampiamente riconosciuta per attrarre i migliori giocatori del paese, ma presenta ancora differenze in termini di infrastrutture e organizzazione. Ho avuto l’opportunità di assistere a diverse partite della Superliga a Brasilia e San Paolo. È interessante notare che, in alcune città, come San Paolo, l’ingresso per le partite della Superliga è gratuito, un fatto che non si ripete in tutto il paese, ma che evidenzia un tentativo di aumentare l’accesso della popolazione allo sport.

Negli eventi internazionali, come la vecchia World League e l’attuale Volleyball Nations League (VNL), la struttura tende ad essere più standardizzata, indipendentemente dalla città ospitante. Questi eventi presentano un’organizzazione di alto livello, con palazzetti più grandi e una logistica internazionale. Tuttavia, è importante notare che le partite della Superliga spesso seguono lo standard della VNL, sia nell’organizzazione che nell’animazione del pubblico, un aspetto che unisce la gestione e l’organizzazione degli eventi sportivi in diverse culture.

Nei palazzetti più piccoli, dove giocano le squadre locali, è comune che la capacità di pubblico sia ridotta. Ad esempio, il Ginásio Nilson Nelson, a Brasília (adiacente allo stadio Mané Garrincha), con una capacità di 11mila persone, ospita partite della nazionale brasiliana, mentre la squadra locale utilizza una struttura più piccola, per circa 5 mila persone. Questo illustra un contrasto tra le arene più grandi, utilizzate per eventi internazionali, e le strutture più modeste dei campionati nazionali.

L’Impatto degli investimenti pubblici sulla pallavolo brasiliana

La gestione sportiva in Brasile ha subito battute d’arresto negli ultimi anni, specialmente durante il governo di Jair Bolsonaro, che ha eliminato il Ministero dello Sport. Questo ha comportato la perdita di investimenti in programmi importanti, come il finanziamento del Sistema S, che sosteneva squadre di pallavolo come il Sesc Rio. La squadra maschile è stata sciolta, e quella femminile è sopravvissuta grazie all’acquisto da parte del Flamengo, una grande squadra polivalente nel paese.

Nonostante queste difficoltà, il Brasile conta sul programma “Bolsa Atleta”, uno dei maggiori programmi di incentivo diretto agli atleti nel mondo. Creato nel 2005, offre supporto finanziario agli atleti di alto rendimento, con sei categorie che vanno dalla base fino al livello olimpico e paralimpico. Il programma è stato essenziale per la formazione di nuovi talenti, con un impatto diretto sui successi sportivi del paese. Ai Giochi Paralimpici di Tokyo, il 94,4% delle medaglie brasiliane è stato conquistato da beneficiari del Bolsa Atleta, evidenziando l’importanza del programma nello sviluppo dello sport di alto livello in Brasile.

Tuttavia, nonostante la ripresa del Ministero dello Sport nel governo attuale, il Piano Nazionale dello Sport, che delinea le linee guida per lo sviluppo sportivo in Brasile, è attualmente in sospeso in Parlamento. Questo piano prevede il rafforzamento dello sport di base, investimenti in infrastrutture e l’aumento dell’accesso della popolazione allo sport, questioni cruciali per la crescita della pallavolo e di altre discipline nel paese.

La pallavolo in Italia: struttura e gestione

In Italia, la pallavolo è uno sport altrettanto importante, e la struttura dei palazzetti riflette l’impegno verso questa disciplina. Durante le mie visite agli impianti Allianz Cloud e Mediolanum Forum, a Milano, è risultata evidente la differenza di capacità rispetto ai palazzetti brasiliani. L’Allianz Cloud, con una capacità di 6 mila persone, e il Mediolanum Forum, che può ospitare 15 mila spettatori, hanno una struttura che ricorda quella del Ginásio Nilson Nelson a Brasilia, ma sono utilizzati regolarmente dalle squadre locali, riflettendo un maggiore investimento in arene di media e grande capacità per la pallavolo.

Un’altra differenza significativa riguarda l’uso della tecnologia. In Italia, vi è una crescente integrazione della tecnologia negli impianti, come il progetto dell’Opiquad Arena, che offre wi-fi gratuito per consentire ai tifosi di interagire con la squadra tramite un’app durante le partite. In Brasile, ci sono ancora palazzetti, come il Nilson Nelson, dove il segnale del cellulare viene spesso perso a causa dell’affluenza del pubblico, e la mancanza di wi-fi ostacola questa interazione.

L’interno dell’Allianz Cloud a Milano e dell’Opiquad Arena a Monza (foto BG/Tsport).

Gestione sportiva: Brasile vs. Italia

In termini di gestione, i due paesi condividono somiglianze, soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione degli eventi di pallavolo. Sia in Brasile che in Italia, le partite seguono standard internazionali stabiliti dalla FIVB, come l’uso degli arbitri ausiliari e della tecnologia del challenge, che sarà implementata su larga scala nella Superliga 24/25 in Brasile.

Tuttavia, ci sono differenze significative nel supporto allo sport di base e nel finanziamento degli atleti. Mentre il Brasile ha il Bolsa Atleta, l’Italia conta su Sport e Salute S.p.A., un ente statale responsabile dello sviluppo dello sport nel paese. Sebbene Sport e Salute non offra sponsorizzazioni dirette agli atleti, come il Bolsa Atleta, svolge un ruolo fondamentale nella promozione dello sport di base, nella riqualificazione degli spazi urbani per attività sportive e nello sviluppo di programmi come Scuola Attiva Kids, che coinvolge più di 11mila scuole in tutto il Paese. L’obiettivo di Sport e Salute è creare opportunità di crescita sportiva per la popolazione, promuovendo il diritto allo sport come un diritto costituzionale.

Anche il Brasile dispone di una serie di programmi che mirano allo stesso obiettivo di Sport e Salute. Esistono progetti sociali per le più diverse discipline, molti dei quali creati da ex atleti, come l’Instituto Reação, fondato dal judoka medaglia olimpica Flavio Canto. Il progetto è stato responsabile della formazione di altri medagliati olimpici per il judo brasiliano, tra cui la judoka Rafaela Silva.

Sia il Brasile che l’Italia hanno forti tradizioni nella pallavolo, e entrambi i paesi hanno una gestione sportiva che mira a promuovere lo sport a tutti i livelli. Tuttavia, il Brasile affronta ancora sfide legate alle infrastrutture e alla mancanza di investimenti costanti, un aspetto che l’Italia è riuscita a sviluppare meglio, specialmente con l’utilizzo di grandi arene e il sostegno a iniziative tecnologiche che migliorano l’esperienza dei tifosi.

Gli spalti dell’Allianz Cloud di Milano (a sinistra) e del Nilson Nelson a Brasilia (a destra) durante partite di volley (foto Jéssica Martins).

La mia esperienza personale come tifosa di pallavolo è stata arricchita sia in Brasile che in Italia, ma la partita tra Powervolley Milano e Vero Volley Monza, il 26 dicembre, è stata un momento speciale, non solo per il piacere di assistere al campionato italiano dal vivo, ma anche per evidenziare come lo sport possa essere integrato nella vita quotidiana.

Jéssica Martins, giornalista laureata presso l’Università di Brasília (UnB), specialista in produzione culturale, arte e spettacolo, ha frequentato il Master in Sport Design and Management presso il Politecnico di Milano.

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