Speciale Gestione 5 – Roma: palazzetto dello sport nel centro di allenamento olimpico “Giulio Onesti” all’Acqua Acetosa

Inaugurato il primo marzo scorso, il nuovo palazzetto del CONI integra le ampie dotazioni sportive del Centro di Preparazione Olimpica romano. Ne descriviamo qui in particolare l’aspetto della progettazione impiantistica, con il supporto della presentazione redatta a scopo didattico dall’ingegnere Margherita Roverato, BIM Coordinator del progetto.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 359
(Foto Giancarlo Gobbi via CONI).

Il Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti” è il centro sportivo del CONI esteso nell’area chiamata Acqua Acetosa. Comprende impianti per la pratica di: badminton, baseball / softball, football, cricket, danza sportiva, ginnastica artistica, ginnastica ritmica, hockey su prato, nuoto, nuoto sincronizzato, basket, pallamano, volley, pentathlon moderno, sollevamento pesi, taekwondo, triathlon e tuffi.

Il CPO Giulio Onesti è anche sede dell’Istituto di Medicina dello Sport del CONI e dell’Istituto di Scienza dello Sport del CONI.

Nel quadro di un piano di sviluppo generale del Centro, dal quale passano una grande percentuale delle medaglie olimpiche, dopo le opere di rifacimento di diversi campi, l’eliminazione di tutti i container, il rifacimento degli spogliatoi e della club house, di alcune palestre e dell’Istituto di Medicina, svolte negli ultimi anni, è stata oggi realizzata la nuova palazzina polifunzionale.

La struttura, dotata di un impianto fotovoltaico integrato che contribuisce alla gestione energetica e predisposta per il recupero delle acque piovane, contiene una palestra polivalente a tutt’altezza e un corpo più basso su tre lati che ospita gli spogliatoi e altri spazi di supporto all’impianto.

Progetto architettonico e distributivo

Realizzato nell’area dell’ex galoppatoio, il palazzetto ha un’area di attività di 44×26 metri, con un’altezza media di 12 metri che la rende idonea ad ospitare differenti discipline sportive come badminton e parabadminton, pallacanestro, basket 3×3, basket in carrozzina, pallavolo e sitting volley (con pavimentazione removibile), ginnastica (artistica, ritmica, trampolino elastico, acrobatica e aerobica), calcio a 5, handball, sport rotellistici (pattinaggio artistico e hockey su pista), pugilato e discipline come judo, lotta, karate e arti marziali; una parete dedicata all’arrampicata sportiva è in allestimento all’esterno.

Il progetto si poneva come obiettivi primari una maggiore permeabilità verso lo spazio circostante rispetto alla vecchia struttura demolita e un potenziamento dell’offerta sportiva, prevedendo uno spazio flessibile e adattabile e con la possibilità di ospitare incontri ufficiali di alto livello con la presenza del pubblico.

Trattandosi di un intervento di demolizione e ricostruzione, il nuovo edificio doveva mantenere la stessa volumetria del precedente. Questo ha determinato l’ampiezza degli spazi sportivi e quindi le discipline ivi praticabili, in base alle dimensioni minime del campo, alla capienza degli spettatori e ai campionati disputabili come definiti dagli specifici regolamenti federali.

Per quanto riguarda il dimensionamento degli spogliatoi, è stato preso in considerazione il regolamento più restrittivo, ovvero quello della pallacanestro.

L’accesso pedonale e veicolare principale, per accedere al piano terra, avviene dall’interno del Centro al termine del percorso che si snoda tra i campi da calcio entrando da Largo Giulio Onesti. L’ingresso pedonale e veicolare riservato agli atleti in caso di evento avviene sul lato est, su via dei Campi Sportivi.

Il calcolo dei parcheggi necessari è stato effettuato in base alla configurazione di un evento sportivo ufficiale.

Il palazzetto può operare in 3 configurazioni distinte grazie alla dotazione di tribune telescopiche, verificate per la visibilità secondo le norme Coni.

La prima configurazione, per gli eventi di basket (livello Silver 1), prevede l’apertura completa delle tribune laterali e l’apertura di due sole file di sedili nella tribuna centrale. Sono inoltre disponibili altre 2 file di posti al piano superiore, sopra gli spogliatoi, a cui si accede tramite due rampe di scale situate negli angoli meridionali della sala principale.

La seconda configurazione, per gli eventi di pallavolo (fino a Serie B1), prevede l’apertura completa di tutte le tribune telescopiche, nonché delle tribune al piano superiore.

La terza configurazione, per eventi di pallamano, futsal e arrampicata sportiva, non prevede l’apertura delle tribune telescopiche, ma solo l’utilizzo delle tribune superiori.

In particolare, la chiusura delle tribune centrali consente la discesa della parete di arrampicata scorrevole, altrimenti nascosta dietro la parte superiore fissa, all’interno dell’edificio. All’esterno, la parete di arrampicata è completamente fissa.

Da sinistra, configurazione per il basket; per il futsal; per il volley.

Quanto alla distribuzione, il livello zero, aperto al pubblico, agli atleti, agli istruttori, ai giudici, al personale, è posto a una quota altimetrica di circa 100 cm rispetto ai campi da calcio circostanti. Questo piano ospita le aree sportive, (composte dalla sala principale e da una sala muscolazione), gli spogliatoi, gli uffici, i magazzini, le sale club, i controlli antidoping, il pronto soccorso e i servizi igienici.

Il livello di piano -4,80, destinato ad ospitare i locali tecnici a servizio dell’impianto, accessibili solo al personale sia dall’interno che dall’esterno, è posto nel seminterrato dell’edificio.

Il livello +4,80, quota della terrazza del corpo servizi, è accessibile dall’interno della sala attività per mezzo di due scale posizionate ai lati della tribuna fissa, oppure dall’esterno per mezzo di due ascensori collocati in corrispondenza dei portici di ingresso al pubblico negli angoli nord-est e nord-ovest oltre a una scala dedicata con ingresso in adiacenza al portico nord-ovest.

Dal punto di vista tecnico e ambientale, le scelte progettuali sono state finalizzate a: limitare gli impatti in fase di costruzione; una semplicità di gestione e manutenzione in fase di esercizio; la previsione di impianti per le energie rinnovabili e il recupero delle acque, e l’aumento della permeabilità dell’area in un’ottica di sostenibilità generale dell’intervento.

Le opere impiantistiche

Negli ultimi anni, grazie alla maggiore attenzione della legislazione, sia al risparmio energetico che al benessere degli occupanti, oltre al particolare periodo storico che stiamo vivendo, l’aspetto degli impianti di riscaldamento e condizionamento ha assunto un ruolo di primo piano nella progettazione di nuovi edifici, nelle ristrutturazioni e nel recupero del patrimonio edilizio esistente.

Le fonti rinnovabili diventano, in particolare per gli edifici di nuova costruzione, un elemento essenziale e caratterizzante nella progettazione degli impianti, in quanto le percentuali minime di energia rinnovabile richieste per gli impianti di climatizzazione invernale ed estiva e per la produzione di acqua calda sanitaria hanno un peso tale da caratterizzare le linee guida del progetto stesso.

Innanzitutto, però, la realizzazione di un edificio a basso consumo energetico, che contenga in maniera significativa il proprio impatto ambientale, non può prescindere da una corretta progettazione dell’involucro edilizio, fattore che determina in maniera diretta sia i fabbisogni di energia, sia il comportamento energetico in regime dinamico del fabbricato.

Pertanto, nello sviluppo progettuale da preliminare a definitivo si è posta particolare attenzione ai costi di esercizio, in termini di consumi energetici, con il fine di migliorare la prestazione energetica della fase preliminare fino al raggiungimento di una classe energetica A1.

Per il conseguimento di tale obiettivo si è operato intervenendo sia sulle caratteristiche degli impianti, sia sull’involucro edilizio mediante l’adozione di materiali particolarmente performanti. In particolare, l’analisi è stata svolta mediante software di calcolo MC11300 che, in regime invernale, determina la trasmittanza ed effettua la verifica termo-igrometrica delle strutture edili, esegue il calcolo della trasmittanza dei componenti finestrati ed il calcolo della trasmittanza dei pavimenti e delle pareti su terreno secondo le normative vigenti, ed infine calcola il fabbisogno di energia primaria attraverso le norme UNI/TS 11300, effettuando tutte le verifiche richieste dal D.M. del 26/06/2015.

Uno dei protagonisti del sistema adottato è la pompa di calore polivalente. Questa preleva energia elettrica, sia essa fornita dalla rete elettrica o dai pannelli fotovoltaici sul tetto, pari a 1kW di elettricità, e grazie al suo funzionamento a ciclo frigorifero è in grado di fornire un totale di 4kW di calore all’edificio.

Lo stesso principio si applica anche in estate, solo che invece di prelevare calore dall’esterno per cederlo all’interno (funziona anche a temperature inferiori allo zero), la pompa preleva calore all’interno e lo cede all’esterno. Per questo motivo è considerata una fonte energetica “rinnovabile”.

In questo progetto, essendo il nostro edificio inserito in un complesso molto esteso, la pompa di calore è accoppiata all’impianto di teleriscaldamento e teleraffrescamento presente presso il Centro Sportivo.

La combinazione dei due impianti consente di sfruttare in priorità il polo termico esistente sia per l’impianto di climatizzazione che per la produzione di acqua calda sanitaria. In caso di richiesta ulteriore di potenza termica e frigorifera entrerà in funzione la pompa di calore polivalente per soddisfare i picchi energetici richiesti dallo stabile.

Analizzando lo schema funzionale (vedi grafico), vediamo che i due tubi rossi (mandata e ritorno) della mandata calda e i due tubi blu della mandata fredda, provenienti prima dalla pompa di calore e poi dal circuito di teleriscaldamento, finiscono nei collettori principali caldo e freddo. Da questi collettori si diramano poi tutti i tubi che portano l’acqua tecnica calda e fredda alle apparecchiature che ne hanno bisogno.

I due tubi rossi che partono dal collettore caldo vanno a produrre acqua calda sanitaria.

I dispositivi che hanno il compito di far scorrere i fluidi all’interno delle tubature sono le pompe di circolazione, o circolatori, che, attraverso un motore alimentato elettricamente, fanno ruotare il fluido e gli danno la spinta per muoversi nell’impianto.

La scelta di una pompa di circolazione per un’applicazione specifica si basa solitamente sul tipo di soluzione, sulla portata e sulle condizioni operative, come temperatura e pressione.

L’ultimo pezzo di schema è quello relativo alle UTA, o unità di trattamento dell’aria, che ricevono le tubazioni da entrambi i collettori, nonché l’acqua potabile fredda.

L’UTA preleva l’aria fresca dall’esterno, la riscalda o la raffredda a seconda della stagione, la umidifica se necessario e la distribuisce in tutto il sistema. Allo stesso tempo, preleva l’aria sporca dall’ambiente e la espelle all’esterno dell’edificio.

È composto da varie parti, che vengono combinate in base alle esigenze del progetto. Nel nostro caso, oltre ai ventilatori, ci sono le batterie di pre e post riscaldamento, la batteria di raffreddamento e l’umidificatore.

In inverno, funzionano le serpentine di pre e post riscaldamento, per riscaldare l’aria fredda proveniente dall’esterno, e l’umidificatore, che regola l’umidità relativa dell’ambiente.

Durante l’estate, la batteria di raffreddamento lavora per rinfrescare l’aria calda in entrata, e lavora anche la batteria di post riscaldamento. Può sembrare strano che una batteria calda funzioni, ma è necessario perché per deumidificare l’aria calda esterna, questa deve essere portata a una temperatura molto bassa, troppo bassa perché possa essere rilasciata nell’ambiente senza causare fastidio agli utenti.

Tutte le apparecchiature e lo schema funzionale che abbiamo visto finora sono contenuti nel locale tecnico situato a -4,80 dell’edificio; da qui gli impianti meccanici sono distribuiti in tutto l’edificio.

La scelta e il dimensionamento degli impianti di ventilazione e condizionamento

Per grandi volumi, come quelli della palestra, la scelta di un sistema di ventilazione a tutta aria è ottimale.

Questo sistema soddisfa sia il fabbisogno di calore Q, per avere una temperatura ottimale all’interno, sia i ricambi d’aria R. I condotti di mandata rossi e di ritorno blu, partono e arrivano dai 2 AirHandlingU nel locale tecnico.

I condotti sono distribuiti dalla centrale elettrica attraverso i corridoi tecnici nel seminterrato, per poi salire fino alla parete intorno al campo. I diffusori per la mandata sono ugelli a lunga gittata, posizionati in alto nella parete nord, mentre le griglie di ripresa sono posizionate sugli altri 3 lati del campo, a circa 2,50 m di altezza.

Il recupero dell’aria avviene sempre dal basso perché l’aria fredda è più pesante di quella calda e tende sempre a scendere verso il basso, portando con sé l’aria sporca, che vogliamo sottrarre all’ambiente.

In inverno, gli ugelli di mandata sono diretti verso il basso per cercare di riscaldare l’aria fredda sottostante.

In estate, gli ugelli sono diretti verso l’alto per raffreddare l’aria calda che si accumula nella parte superiore.

Per tutte le altre stanze del campo è stato scelto il sistema di recupero del calore, che però si occupa solo del ricambio dell’aria e in minima parte della gestione del calore.

Infatti, in inverno un recuperatore di calore preleva l’aria di ritorno dagli ambienti interni, ad esempio a 22°, e utilizza parte del suo calore per riscaldare l’aria esterna che, però, si trova a, supponiamo, – 5°. L’unità da sola non riesce a recuperare il calore sufficiente per riemettere l’aria nell’ambiente a una temperatura superiore a 15°/16°, troppo fredda per gli utenti.

In estate il principio è lo stesso, solo che si sottrae calore invece di aggiungerlo. Per colmare la differenza di temperatura tra quella emessa dall’unità e quella che desideriamo nell’ambiente, dobbiamo ricorrere ad altri sistemi.

Per gli uffici e le aree di servizio, l’aria neutra di mandata in uscita dall’unità di recupero entra nel fan coil, che la riscalda e la raffredda fino a raggiungere la temperatura desiderata, per poi entrare nel locale; i ventilconvettori contribuiscono, ma in misura minima, anche al ricambio dell’aria.

Per la zona degli spogliatoi, invece, è stato scelto il riscaldamento a pavimento, che consiste in due tubi, uno di mandata e uno di ritorno, posti all’interno del pavimento. Questo sistema fornisce calore solo durante l’inverno e viene utilizzato solo in ambienti che hanno un utilizzo continuo, poiché i suoi tempi di funzionamento sono piuttosto lunghi.

Il riscaldamento a pavimento è organizzato in circuiti, di solito uno per stanza, che sono raggruppati in zone. Ogni zona ha un collettore di zona, che riceve i tubi in arrivo dal centro tecnico.

L’impianto fotovoltaico

Sulla copertura dell’edificio è collocato un impianto fotovoltaico avente potenza di 56 kWp.

L’impianto è stato progettato per garantire una caduta di tensione massima alle utenze non superiore al 4%; per quanto riguarda l’impianto fotovoltaico invece tale limite è ridotto al 2%.

L’impianto comprende 180 pannelli, con 2 inverter cui fanno capo 5 stringhe ciascuno; ogni stringa raccoglie da 18 pannelli. Ogni pannello ha una potenza di 320 Wp.

La metodologia BIM

L’intero progetto è stato realizzato con la metodologia BIM (Building Information Modeling). Il BIM si basa su modelli di edifici e uno dei vantaggi più immediati di questa metodologia è quello di avere sempre a disposizione una rappresentazione 3D del progetto, anche nelle fasi intermedie di progettazione. Il progettista, o lo stesso cliente, può così decidere di modificare aspetti del progetto valutandolo attraverso il modello in 3D.

Ma l’aspetto importante del BIM sta nella “I” di “Informazione”. Tutti i codici, le dimensioni, i dati sono etichette che evidenziano le informazioni contenute nei vari oggetti e si chiamano parametri.

Per le apparecchiature vengono inseriti e compilati i parametri relativi ad esempio alla descrizione, al produttore, al modello, alle caratteristiche tecniche e dimensionali, ma si possono aggiungere tutte le informazioni desiderate che possono essere utili nella progettazione o nella manutenzione dell’impianto.

Le portate dei condotti vengono calcolate direttamente all’interno del software, a partire dalle informazioni già contenute. Ad esempio, i locali contengono le informazioni di volume e affollamento che servono per definire i ricambi d’aria e le portate; queste portate vengono assegnate ai diffusori che posizioniamo all’interno del locale, e i condotti vengono collegati ai diffusori, sommando automaticamente le portate dei vari tratti fino al recuperatore di calore o all’UTA, di cui avremo quindi la portata di progetto.

Tutte queste informazioni, questi parametri, non sono altro che dati, che possono essere esportati, interrogati, raggruppati e manovrati per rispondere a determinate esigenze del processo di progettazione.

Attraverso il processo di verifica del modello possono essere eseguiti controlli sul codice e la rilevazione degli scontri, per evitare interferenze e incongruenze nel modello e tra i modelli; attraverso parametri dedicati alla WBS possiamo scomporre il modello in parti sempre più piccole e controllare i tempi di esecuzione del cantiere; ogni oggetto contenuto nei modelli può essere conteggiato; il modello as-built aggiorna il modello di progetto con quanto effettivamente realizzato, fornendo un gemello digitale dell’edificio finito. Il modello as-built è il prodotto di un insieme di modelli che devono essere in grado di contemplare la trasmissione del database di informazioni, garantendo la gestione ottimale dell’edificio durante il suo ciclo di vita, che comprende la dismissione, la manutenzione e la ristrutturazione.

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