Speciale Ghiaccio

La città sudcoreana di Gangneung ha ospitato, lo scorso mese di febbraio, alcune delle discipline dei XXIII Giochi Olimpici invernali: si tratta in particolare degli sport su ghiaccio, che vengono disputati nei grandi impianti al coperto, mentre le discipline sciistiche si svolgono all’aperto nelle sedi montane. Ma pattinare sul ghiaccio è diventato ormai un passatempo accessibile a tutti, e non solo all’interno dei “palaghiaccio” o nelle località più fredde.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 319

SOMMARIO

Pattinaggio in città
Da Holiday on Ice al cinema americano
I Tonya: un film, un caso
Arena di Verona: ghiaccio e musica
Come funziona
I palazzi del ghiaccio 
Gli sport olimpici su ghiaccio
I pattini
E a marzo…
Bruegel

Pattinaggio in città

Questo inverno, tra Milano e il suo immediato hinterland si contavano undici piste temporanee per il pattinaggio sul ghiaccio; non è da meno Roma con 9 piste solo in città, e altre nei centri vicini; e così ovunque in Italia.

Non bisogna però dimenticare che un conto sono le città del nord o le località di montagna, dove il clima aiuta a mantenere una superficie ghiacciata in buone condizioni con un relativo dispendio di energie; altro è garantire il gelo, all’aperto, sotto il sole mediterraneo o durante le piogge sciroccali che d’inverno investono la penisola. Nello scorso gennaio, girando per Roma poche delle nove piste risultavano regolarmente in funzione, e gli operatori – complice anche una stagione particolarmente mite – lamentano risultati non all’altezza delle aspettative.

Grande successo invece a Milano, anche con le iniziative speciali che in molti casi hanno caratterizzato le serate di festa.

Milano, i Bagni Misteriosi:
https://youtu.be/atwiXGKWL7E

 

Da Holiday on Ice al cinema americano

I più âgées tra i lettori, quelli che erano bambini negli anni ’60, ricorderanno che la televisione italiana trasmetteva ogni inverno una edizione del musical americano “Holiday on ice”. Ebbene, questo spettacolo nacque nel 1943 grazie all’idea di Emery Gilbert, un ingegnere di Toledo, Ohio, che per primo concepì una pista di ghiaccio portatile e pensò ad uno spettacolo itinerante che potè realizzare con l’impresario teatrale George Tyson.
Lo spettacolo “per famiglie” originariamente era formato da24 ragazze e 12 ragazzi sui pattini che danzavano sulla base di musiche in stile Broadway: oggi è ancora in tournée per il mondo, sia pure con modalità adattate ai tempi moderni.
Del resto gli americani sembrano amanti della prima ora del pattinaggio sul ghiaccio: non si contano i film che contengono immagini iconiche della mitica pista di ghiaccio newyorkese in Central Park.

Qui trovate le scene più significative:

Serendipity:
https://youtu.be/xDA4AhkOF6k
Love Story:
https://www.youtube.com/watch?v=RvwFBRwIKuA

 

I Tonya: un film, un caso

Esce in Italia il 22 marzo un film incentrato su una storia vera, che fu un caso negli anni ’90.

Tonya Harding fu la prima atleta americana ad eccellere ai campionati nazionali statunitensi, dove eseguì il suo primo triplo axel. Tonya fu protagonista dei Giochi Olimpici Invernali del 1994, quando uno sconosciuto colpì alle gambe la promessa del pattinaggio Nancy Kerrigan, che fu costretta a ritirarsi. Tonya fu accusata di essere mandante, insieme con il marito Jeff Gillooly, dell’aggressione nei confronti della rivale.
Il regista Craig Gillespie ne ha tratto una commedia “nera”, protagonista l’attrice Margot Robbie.
https://www.youtube.com/watch?v=rnXsGmpmJAE

 

Arena di Verona: ghiaccio e musica

Il 6 e il 7 ottobre scorsi all’Arena di Verona si è svolta la quarta edizione dello spettacolo  Intimissimi On Ice, dal titolo “A Legend of Beauty”.
Si tratta di un evento che fonde lo spettacolo sul ghiaccio di grandi campioni internazionali, con la performance lirica/pop di Andrea Bocelli, in un’atmosfera volta a rappresentare lo stile italiano con particolare riferimento al mondo della moda, cui appartiene lo sponsor principale.

I pattinatori Evgeni Plushenko, Shizuka Arakawa, Stéphane Lambiel sono stati protagonisti di una narrazione ispirata alla mitologia greca interpretata in chiave moderna, con le figure femminili – Venere, Elena di Troia, Circe, Medusa… – a rappresentare “le emozioni e le passioni delle donne contemporanee”.

Imponente, per un tale allestimento, lo sforzo impiantistico che si è dovuto affrontare per trasformare l’Arena in un ampio patinoire ghiacciato: Trane Italia ha fornito a noleggio le unità che hanno consentito la creazione dei 1.600 mq di ghiaccio.
Sono state utilizzate 3 pompe di calore/refrigeratori ad alto rendimento da 636 kW di potenza refrigerante totale; il loro funzionamento anche come pompa di calore ha permesso, una volta finito l’evento, di utilizzare le stesse unità per sciogliere il ghiaccio e riportare l’Arena di Verona al suo aspetto originario.

Come funziona

La pista per il ghiaccio richiede in partenza una superficie piana e livellata, sulla quale vene disposta un a rete di tubazioni a circuito chiuso.

Questa rete fa capo a dei collettori principali, posti all’esterno della pista, collegati, a loro volta, ad una pompa d’acqua, a un serbatoio (“buffertank”), e quindi all’impianto di raffreddamento.

Il circuito viene riempito con una miscela di liquido anticongelante e acqua, che la pompa metterà in circolo con continuità mentre il buffertank permette di espellere l’aria presente nel circuito.

Mettendo in azione l’impianto di raffreddamento, il liquido nelle tubazioni raggiunge una temperatura di circa -10°C: a questo punto si comincia ad irrorare di acqua la rete di tubi raffreddati, acqua che si congelerà immediatamente. Ripetendo l’operazione più volte si crea uno strato di ghiaccio dello spessore voluto – almeno 6/8 cm per una pista efficiente.
Oggi, come ci spiega Simone Mondini di IndustrialFrigo, lo schema generale fin qui descritto è in parte superato da sistemi più efficienti, che consentono di evitare la presenza del serbatoio intermedio.

 

I palazzi del ghiaccio

E poi ci sono i palazzi del ghiaccio, che possono disporre per tutto l’anno della superficie adatta, sia per il pattinaggio ludico che per i veri e propri sport su ghiaccio.
In Italia le piste permanenti per pattinare sul ghiaccio sono anch’esse numerose, benché con maggior frequenza si possano trovare nelle regioni montane. Purtroppo la volontà delle Amministrazioni locali di fornire al pubblico questo tipo di attività si scontra talvolta con le difficoltà economiche dovute ad una gestione che deve fare i conti con l’energia elettrica necessaria a mantenere in funzione gli impianti. Si verificano così situazioni come quella del palaghiaccio Castiglione Messer Marino (Chieti), per citarne una, inaugurato nel 2007 e chiuso nel 2012. Persino a Belluno, dove negli anni ’90 si pattinava in un bellissimo palazzo del ghiaccio, ora si gioca a pallavolo o a taekwondo, mentre per pattinare ci si ritrova all’aperto in piazza Duomo durante le feste natalizie, come in tutte le grandi città di pianura. Del resto la gestione e la manutenzione delle piste permanenti richiedono un impegno costante ed attento.

Sfogliando le collezioni di Tsport troviamo, negli ultimi 15 anni, alcuni nuovi palazzi del ghiaccio. Spiccano fra tutti gli interventi realizzati a Torino per le Olimpiadi invernali 2006, quando alcuni degli impianti realizzati ad hoc sono rimasti in eredità alla cittadinanza, come quelli di corso Tazzoli e anche il Palavela, mentre altri sono stati “riciclati”, come l’Oval, su cui si disputarono le gare di short track, che è diventato un’area espositiva e fieristica.

Vai agli impianti pubblicati nel portale:
Torino
Folgaria
Pontebba
Colonia

 

Gli sport olimpici su ghiaccio

Ecco allora una panoramica sugli sport – noti e meno noti – che possono essere praticati sul ghiaccio in superfici piane.
Per alcuni di questi, la voce rimanda anche alle specifiche schede della sezione “Strumenti per il progettista” di questo Portale.
Bandy. È uno sport di squadra che si gioca nei paesi del nord Europa, può dirsi l’antenato dell’hockey su ghiaccio: a differenza di questo, il portiere gioca senza mazza e blocca la pallina con le mani. È stato inserito come sport dimostrativo nelle Olimpiadi invernali di Oslo 1952.
Curling. Si gioca con pesanti pietre di granito levigate dotate di un’impugnatura: queste vengono fatte scivolare dai giocatori, divisi in due squadre, verso un’area di destinazione contrassegnata da tre anelli concentrici colorati. Presente saltuariamente e come sport dimostrativo, diventa ufficialmente sport olimpico dal 1998. (vai alle norme federali; vai agli standard dimensionali)
Hockey su ghiaccio. I pattinatori, in squadra, mediante un bastone ricurvo dirigono il disco (Puck) nella porta avversaria. È da sempre sport olimpico. (vai alle norme federali; vai agli standard dimensionali)
Pattinaggio di figura. Sport individuale, di coppia e di squadra in cui gli atleti, dotati di pattini, eseguono sul ghiaccio degli esercizi composti da figure, passi, trottole e salti, su una base musicale. Le quattro discipline olimpiche, presenti da sempre, sono individuale maschile, individuale femminile, coppia, danza, mentre il pattinaggio sincronizzato non è disciplina olimpica.
Pattinaggio di velocità. È una forma di pattinaggio su ghiaccio nel quale i concorrenti devono percorrere una determinata distanza sul ghiaccio nel minor tempo possibile. Si svolge su una pista ovale lunga, di regola, 400 metri, suddivisa in corsie. Da sempre sport olimpico, le regole sono state modificate nel 1990.
Short track. Letteralmente, è una forma di pattinaggio di velocità giocato su pista corta. I pattinatori (da 3 a 9) corrono contemporaneamente, e senza distinzione di corsia, su una breve pista al coperto lunga 111,12 metri. Sport olimpico dal 1992, si corre su distanze fisse di: 500 m, 1000 m, 1500 m individuali, oppure in staffetta su 3000 m per le gare femminili e di 5000 m per quelle maschili.
Agli sport olimpici si aggiungono quelli paralimpici:
Hockey su slittino (sledge hockey). Hockey giocato su slitte, inserito nel programma paralimpico a partire da Lillehammer 1994.
Curling in carrozzina. Inserito per la prima volta ai IX Giochi Paralimpici invernali di Torino 2006, con un torneo ad otto squadre miste.

 

I pattini

Gli stivaletti da indossare, muniti di lama per il ghiaccio, possono avere diverse forme e caratteristiche. In linea generale si possono distinguere tre tipologie: gli stivaletti da pattinaggio artistico, quelli da hockey, e la scarpa da velocità.

I pattini per il pattinaggio artistico

Consistono in una calzatura fasciante e dotata di supporti rigidi che servono a sostenere la caviglia, soprattutto durante le spinte e gli atterraggi più forti.
Sotto la suola dello stivaletto è collocata la lama, leggermente più corta rispetto a quella dei pattini da velocità; la lama ha una sagoma diversificata, risultando leggermente convessa per la maggior parte della lunghezza, diventando seghettata nella parte anteriore arrotondata all’insù.
La parte convessa agevola il movimento e consente di effettuare variazioni di direzione, riducendo contemporaneamente l’attrito sul ghiaccio; la parte anteriore seghettata consente di bloccare lo scivolamento e, nel caso del pattinaggio artistico, di darsi una spinta per spiccare i salti. Per i principianti e per un’attività generica di pattinaggio sul ghiaccio si tratta del tipo di scarpa più indicata.
Per i servizi di noleggio sulle piste amatoriali viene adoperato un pattino derivato da questo, con una lama che presenta profili di maggior sicurezza rispetto alla versione sportiva.

I pattini da hockey
Sono più robusti in quanto devono sopportare sforzi anche violenti dato il tipo di sport a cui sono destinati.
La lama è arrotondata posteriormente, per offrire maggiore stabilità al piede, ma sono più leggeri di quelli destinati al pattinaggio artistico.

La scarpa da velocità
È una scarpetta bassa che non fascia la caviglia. La lama è molto più lunga e sottile, per favorire la spinta per acquistare velocità. Per contro, questa stessa caratteristica rende molto più difficile effettuare cambi di direzione e anche solo mantenere l’equilibrio.

 

E a marzo…

E non è finita: Milano ospiterà, dal 21 al 25 marzo, il campionato mondiale ISU di pattinaggio di figura, con la partecipazione dei migliori pattinatori al mondo. Si tratta di cinque giorni in cui danza, sport e spettacolo si fonderanno insieme nel nome del Made in Italy.

La manifestazione sarà ospitata nel noto Forum di Assago – oggi “Mediolanum”, – una struttura associata alla EAA (European Arenas Association, che riunisce le più prestigiose arene indoor europee), normalmente destinata alle più diverse manifestazioni sportive con una superficie coperta di 40.000 mq e tribune per oltre 11.000 spettatori. Per l’occasione, anche il Mediolanum sarà trasformato in un’arena per il ghiaccio
Gellery e link: ISU World Figure Skating Championship

 

Bruegel

Nei paesaggi dei pittori fiamminghi del XVI secolo è frequente ritrovare scene di vita popolare con le figure umane che si muovono su specchi d’acqua ghiacciati, come doveva essere frequente nelle basse terre del nord Europa in epoca ante Global Warming.

Ne è un esempio il noto “Paesaggio invernale con trappola per uccelli” di Pieter Bruegel il Vecchio, dipinto nel 1565, ma oggetto di numerose copie sia da parte di lui stesso che del figlio Bruegel il Giovane. Il dettaglio che riportiamo appartiene a una copia di quest’ultimo, presente al Museo Nazionale dell’Arte Occidentale Europea di Tokyo, la cui immagine è considerata di dominio pubblico: si può distinguere dall’originale per la diversa conformazione dei rami del grande albero su cui è posato un volatile.

Quello che viene considerato l’originale è conservato a Bruxelles presso i Musées Royaux des Beaux-Arts, mentre altre copie sono al Kunsthistorisches Museum di Vienna e al Museo del Prado a Madrid.
Il quadro rappresenta la vita in un villaggio del ducato di Bramante (odierno Belgio settentrionale), dove in un’atmosfera brumosa si svolgono diverse attività ludiche sul ghiaccio del fiume che attraversa il borgo: si può notare infatti chi pattina, chi gioca con una sorta di bastone da hockey, chi addirittura pratica un’attività simile al curling.
Il nome del quadro è dovuto alla rudimentale trappola per uccelli che si vede al piede dell’albero sulla destra.