Scatta l’obbligo dei defibrillatori. Ma per le Società è un problema

L’obbligo dei defibrillatori semiautomatici (gli apparecchi in grado di fare ripartire con una scossa elettrica il cuore in caso di fibrillazione ventricolare) per le società sportive amatoriali è stato sancito dal decreto Balduzzi (aprile 2013), in attuazione della legge 189 dell’8 novembre 2012, dopo le drammatiche morti in campo del pallavolista Vigor Bovolenta e del calciatore Piermario Morosini.

Il decreto prevedeva che entro sei mesi dall’entrata in vigore (luglio 2013), le società sportive professionistiche si dotassero dei dispositivi, mentre quelle dilettantistiche avrebbero avuto due anni e mezzo di tempo (dunque fino a gennaio di quest’anno). Poi sono stati decretati diversi successivi, rinvii, fino ad arrivare al 30 novembre scorso. In tutte le società, inoltre, è prescritto che sia presente personale formato per il corretto utilizzo dei dispositivi. La deroga è stata decisa proprio in virtù del ritardo con cui risultavano effettuate, in tutto il Paese, le attività di formazione degli operatori del settore sportivo dilettantistico circa il corretto utilizzo dei defibrillatori semiautomatici. Da questo mese dunque, se non ci saranno ulteriori rinvii, durante gare e allenamenti le società dilettantistiche devono garantire la disponibilità di un defibrillatore ed è obbligatoria la presenza di una persona autorizzata a utilizzarlo. In Alto Adige, grazie a una delibera della giunta provinciale, l’obbligo di dotarsi di defibrillatori è stato trasferito dalle associazioni sportive ai proprietari degli impianti. Infatti le società, spesso gestite volontaristicamente e con pochi mezzi, hanno difficoltà sia a dotarsi degli apparecchi che di personale formato per l’uso degli stessi: con il rischio che la norma venga facilmente aggirata.