Tennis e padel: i campi coperti

Speciale tennis e padel (parte 7 di 8).
Per garantire l’impiego dei campi anche durante la brutta stagione, i circoli dispongono spesso di qualche campo coperto, o copribile stagionalmente: vediamo le tipologie di copertura leggere, fisse o mobili.

Campi da padel scoperti accanto a un campo coperto da una pressostruttura a Firenze (Eurosquash)

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Naturalmente il tennis internazionale si svolge anche, come abbiamo visto, in ambienti chiusi, ma si tratta di palazzetti o arene realizzate per questo sport, o adattate allo scopo, dato che devono disporre di un numero rilevante di posti a sedere per gli spettatori: qui ci riferiamo invece alle strutture “leggere”.

Il fattore dimensionale da considerare per una copertura del tennis è dato dall’altezza libera minima sul terreno di gioco: questa deve essere di 9 metri al centro della rete (10 metri per tornei internazionali), 7 (7,5) sopra le linee laterali e 4 (5) sopra gli angoli del campo.

Per evitare l’abbagliamento, è da prevedere una luce naturale diffusa, con almeno un quinto della superficie coperta che sia traslucido, evitando però le pareti di fondo. Queste saranno preferibilmente scure, solitamente di colore verde, almeno fino a 4 metri di altezza.

Le superfici del campo indoor, anche se teoricamente possono essere le stesse di quelle all’aperto (esclusa l’erba naturale) sono preferibilmente quelle sintetiche, dato che la terra stabilizzata, oltre ad essere volatile, richiede di essere bagnata, creando problemi di condensa all’interno della copertura.

Le coperture “leggere” possono quindi essere inquadrate principalmente in due tipologie: le tensostrutture e le pressostrutture.

una struttura geodetica per il tennis e strutture pressostatiche per il padel (Emmecoperture)
Un circolo dotato, fra le altre, di una struttura geodetica per il tennis e una pressostatica per il padel (Emmecoperture)

Le coperture pressostatiche

Le pressostrutture sono costituite da un involucro impermeabile, in genere composto da un tessuto di poliestere ricoperto di PVC, ancorato, lungo tutto il perimetro, al suolo. La copertura è sostenuta dalla sovrapressione dell’aria interna creata da un generatore sempre in funzione, che consente al “pallone” di assumere e di mantenere la forma conferitagli e di restare stabile e teso.

Questa tipologia può facilmente essere montata e smontata stagionalmente; il suo limite è dato però dal divieto di accogliere un numero di persone superiore a 50 (secondo il D.M. 18/3/96).

Una tipologia di nuova concezione è costituita dalle coperture gonfiabili ad aria continua, che si ancorano al terreno grazie a dei piedi in metallo ed alla gabbia di cinghie che ne compone lo scheletro; non richiedono quindi il cordolo di cemento. Questo tipo di gonfiabile richiede pochi minuti di gonfiaggio, e rimane gonfio senza la necessità di avere motori sempre in funzione.

Un modello specifico di gonfiabile per il padel è dotato di laterali finestrati chiudibili, e può essere ancorato su tralicci o direttamente sulla gabbia, o ancora su pilastri gonfiabili.

 

Le tensostrutture

Le coperture tensostatiche, o tensostrutture, prevedono invece la realizzazione di uno scheletro portante, in acciaio o in legno lamellare, che sostiene il telo di copertura, il quale può essere interno o esterno alla struttura portante.

Rispetto ai pressostatici, questo tipo di copertura presenta un costo di realizzazione più elevato, ma anche oneri di gestione più economici, una maggiore flessibilità progettuale e un più elevato grado di comfort complessivo. Inoltre, non è soggetto al vincolo di capienza di 50 persone, consentendo di organizzare campi doppi per l’allenamento trasformabili in un campo singolo circondato da tribune mobili per un buon numero di spettatori.

Pur non essendo rimuovibile nella bella stagione, la copertura tensostatica può prevedere la rimozione parziale delle pareti laterali per migliorare la ventilazione.

Nella gallery, tensostrutture con archi metallici (Copriscopri).