Riciclare il manto sintetico: intervista a Luca Bacchi

Il destino dei manti in erba sintetica che, dopo una decina d’anni dalla loro installazione sui campi di calcio, sono giunti a fine vita, rappresenta un problema ma anche un’opportunità. Tsport ne ha parlato con Luca Bacchi, titolare di Sabbie di Parma.

(Foto Shutterstock).

Tsport: Il problema dello smaltimento dei campi in sintetico sta cominciando ad essere impellente anche in Italia. Come viene affrontato ad oggi dai gestori degli impianti sportivi?

Luca Bacchi: Ad oggi purtroppo c’è molta confusione, diciamo che il problema dei campi sintetici a fine vita è il mostro ecologico non percepito dalla società. I gestori dei centri sportivi non si aspettavano di dover spendere dei soldi per rimuovere il vecchio campo, come se si potessero far sparire 200 tonnellate di materiale misto come sabbia gomma e plastica mischiati con uno schiocco di dita. Purtroppo avviene tutt’oggi molta pirateria! Rotoli appoggiati dietro i centri sportivi a disposizione dei passanti, offerte “all’oratorio” e lo spazio alla fantasia può rispondere alla vostra domanda. I Comuni stessi molte volte non hanno piena coscienza di cosa è questo materiale e come va gestito incappando involontariamente in trasporto-vendita-stoccaggio illegale di rifiuto! Ricordiamo che c’è il penale! Chi è più virtuoso, prima che la nostra soluzione fosse su mercato, andava giustamente in discarica, a patto che fosse accettato perché voluminoso e ingombrante.

TS: In alternativa allo smaltimento in discarica, è certamente raccomandabile un’operazione di recupero dei materiali che compongono il manto. Ci sono difficoltà nella corretta classificazione dei prodotti avviati al riciclo?

LB: Ci sono sempre difficoltà fino a che non si trova la soluzione al problema. Oggi è diventato “normale” classificare perfettamente questo rifiuto trasformandolo nuovamente in materia prima, personalmente non ho dormito serenamente per almeno due anni tra ricerche, studi, migliaia di prove e brevetti prima di arrivare alla soluzione.

TS: Il sistema di smaltimento e recupero proposto da Sabbie di Parma comporta il trasferimento dell’intero materiale dal campo sportivo allo stabilimento. A quale trattamento viene sottoposto il manto sintetico una volta giunto in sede?

LB: Diciamo che ad oggi ancora viene trasferito l’intero campo dal punto A al punto B, ma entro il 2021-22 avremo anche un impianto mobile che andrà direttamente sul campo a fare il lavoro. Prima I rotoli vengono svuotati dall’intaso all’interno del nostro macchinario, un processo che richiede molta attenzione separa il filamento dal backing (noi non trituriamo), l’intaso viene adeguatamente separato tra sabbia perfettamente pulita essiccata e pronta ad essere riutilizzata, e gomma perfettamente essiccata e separata dalle impurità; da tutto questo processo si recuperano dei filler di polvere di gomma e sabbia che a loro volta diventano un prodotto per industria.

TS: Se invece si effettua lo smontaggio e la selezione dei materiali sul campo, con macchine che operano sul posto, si può ottenere la stessa qualità del risultato finale?

LB: Assolutamente sì. il nostro sistema brevettato mobile è già operativo in Norvegia dove gli spazi sono molto più dilatati che nella nostra Italia e quindi diventerebbe antieconomico/ecologico trasportare in un punto fisso. È la stessa tecnologia che usiamo presso il nostro impianto di Parma ma applicata in un sofisticato e tecnologico impianto mobile. Come anticipato, questo impianto mobile chiamato “LOKI-6” sarà operativo in Italia già dal 2021-22. Il problema drammatico è che il nostro mercato italiano non è ancora pronto per ricevere i servizi di un impianto mobile per mille motivi socio/politici che non sto ad elencare, ma vogliamo comunque essere pionieri e lungimiranti in questo settore per essere sempre due passi avanti. il resto d’Europa e gli Stati Uniti invece stanno facendo a gara per accaparrarsi uno dei nostri impianti mobili LOKI-6/15/30.

TS: Quali sono in definitiva i vantaggi in termini economici per il gestore del campo dismesso che si affida al vostro servizio?

LB: Primo tra tutti è anche solo il fatto di essere certo che venga ritirato: noi, se ben preparato come da protocollo, ritiriamo tutto perché non siamo una discarica ma un impianto di riciclo; rivalorizziamo il rifiuto trasformando in prodotto, quindi non abbiamo problemi di spazio perché è un flusso continuo di entrata e uscita. Il secondo motivo è sicuramente economico, siamo nettamente inferiori come prezzo medio alla tonnellata di una discarica, ma non perché svalutiamo il nostro servizio, anzi, perché rivalutiamo la materia prima seconda trasformata! Il terzo vantaggio è che siamo produttori di sabbie silicee omologate e non, ciò vuol dire enorme risparmio sui trasporti perché si organizzano consegne della nuova sabbia e ritiro del rifiuto con lo stesso camion. Se si sta smontando un campo è perché se ne sta costruendo uno nuovo al 99% dei casi, noi diamo un servizio che chiamiamo FULL/FULL dove a pari peso del rifiuto la nuova sabbia è compresa nel prezzo dello smaltimento. Si parla di un risparmio medio di 12-19.000 € a campo.

TS: Perché avete scelto di offrire questo servizio?

LB: Perché da sempre la nostra azienda è tendente a soluzioni ecologiche e perché il mercato necessitava di una soluzione. Nonostante quattro generazioni di assoluta conoscenza nella selezione e valorizzazione di materie prime sono stati investiti milioni di euro in impianti e ricerca per arrivare a questo punto, ci abbiamo creduto e adesso stiamo finalmente avendo un riscontro dalle società sportive e da tutti i nostri clienti. C’è ancora tantissimo lavoro da fare per la sensibilizzazione a questo tema, ma abbiamo un team affiatato e siamo pieni di energia per raggiungere il nostro obiettivo.